14.Squillo nel silenzio fatto da un numero anonimo

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Stavo dormendo tranquillamente quando sentii la suoneria del telefono di Cosimo rimbombare per la stanza.

"Cos, possibile che hai messo la sveglia anche in vacanza?"
"Mh cosa? Non ho messo nulla, io"
"Allora chi cazzo é che ti sta chiamando alle sei del mattino?"
"Aspetta, lo spengo" disse girandosi dall'altro lato per poi tirare una manata sul comodino.
"Numero privato...non rispondo neanche se mi pagano" blaterò riappoggiando il telefono sul comodino.
"Dici che é uno scherzo telefonico?"
"Sì, sicuro" disse riavvicinandosi a me.
Appoggiai la testa sul suo petto e lo circondai con il mio braccio, richiusi gli occhi e tornai a dormire.

In quei dieci minuti scarsi di silenzio riuscimmo quasi a riaddormentarci, ma ecco che suonava di nuovo.
"Cosimo, ti prego, rispondi così non chiamano più"
"Ho messo la modalità aereo, adesso dormi" disse chiudendo gli occhi.
Aveva il respiro e il battito regolare, mi piaceva ascoltarlo.

Mi svegliai nuovamente quando sentii una coperta coprirmi le spalle.
Aprii gli occhi e mi guardai un attimo attorno, c'era Cosimo seduto sulla sponda del letto con il telefono tra le mani.
"Alla buon'ora" rise.
"Che ora é?"
"Quasi le nove e venti"
"Credevo peggio"
"Dai alzati così andiamo a fare colazione"
Annuii e mi diressi verso il bagno.
Feci tutto quello che dovevo fare e mi vestii, avevo un maglione bordeaux, un paio di leggins nere e le nike intonate ai pantaloni.

"Pronta?"
"Assolutamente, scendiamo?"
"Vamos!" esclamò dirgendosi verso la porta.
Presi il mio piumino nero, la borsa e lo seguii giù.
Si comportava normalmente, come se quello che era successo ieri non fosse mai accaduto.

"Oggi dove vuoi andare?" chiese addentando la sua brioche vuota.
"Andiamo a vedere la torre Eiffel?"
"Va bene" sorrise.
Finimmo di fare colazione e ci avviammo verso la fermata della metropolitana.
Era silenzioso, quasi troppo.
Non avevo più voglia di fargli l'interrogatorio su come stesse, se voleva parlare sapeva benissimo che mi avrebbe trovato, sempre.
Mi limitai ad avvicinarmi a lui e a stringergli la mano.
Facemmo i biglietti e in men che non si dica eravamo già a destinazione, ci aspettava solo la coda per fare i biglietti e salire su.
"Cos, vado a fare due foto, li prendi te i biglietti?"
"Vai tranquilla"
Gli lasciai il mio portafoglio, in modo che pagasse, e andai poco distante da lì a fare qualche foto, era tutto pazzescamente bello.
Una decina di minuti dopo tornai da Cosimo, era annoiato al massimo.

"Hai fatto le foto?"
"Sì, dopo ho visto un bel posto dove sarebbe bello farcene fare qualcuna"
"Va benissimo" disse sorridendo.
Mi sembrava...strano.
Dopo un'altra mezz'ora buona di coda riuscimmo a salire su, prendemmo l'ascensore insieme a un marasma di gente.

"Wow"
"Già" disse abbracciandomi da dietro.
Il panorama davanti a noi era magnifico, si vedeva tutta Parigi da lì in cima.
Facemmo foto e girammo in lungo e in largo per tutta la giornata, Cosimo volle vedere a tutti i costi il Louvre.

[...]

"Okay, sono stanca morta" dissi buttandomi di schiena sul letto.
Cosimo mi guardava e rideva.
Era di nuovo di buon umore.
Si stese accanto a me e mi fece appoggiare sulla sua spalla.
Con il braccio mi tirò più in su, in modo tale da avere il mio viso sempre più vicino.
Si alzò leggermente con la testa e mi lasciò un bacio a stampo, per poi tornare a fissare il soffitto.

"Cosimo..."
"Sì?"
"Mi spieghi una volta per tutte cosa..."
Mi mise un dito sulle labbra e mi zittì.
"Ho capito, ho capito" disse facendomi alzare.
Ci sedemmo uno di fronte all'altro, per poi continuare il discorso.

"Vuoi delle spiegazioni, é giusto"
"Già"
"Non so nemmeno io cosa siamo, diciamo che ci stiamo lavorando"
"Ho capito"
"Non sei una delle tante, te"
"Speriamo"
"Dico davvero, se avessi voluto scoparti lo avrei già fatto da tempo" disse senza pensarci su.
"Perché beh..."
Mi guardò con aria interrogativa.
"Beh si ecco...ma é una cazzata" dissi girandoci attorno.
"Cosa stai cercando di dirmi?"
"Forse...m'interessi..." dissi con un tono abbastanza basso.
"Se é per quello, anche te. Solo che mi conosco troppo bene"
Questa volta ero io a non capire.
"Nulla, non voglio farti stare male"
"Infatti con te non sto male"
Sorrise.

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora