16.Troveremo una sistemazione

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COSIMO'S POV
Il suo viso era appoggiato al mio petto e il suo braccio mi circondava la vita, era bello dormire così.
Mi divertivo a spostarle delle ciocche di capelli dietro l'orecchio e guardarla mentre dormiva.
Sentivo dei rumori provenire dal piano di sotto ma non ci feci caso, era sempre così la mattina in quella casa.

"Ehi" la scrollai.
"Mmmh"
"Devo alzarmi"
"Aspetta ancora due minuti"
"Dai Giu' "dissi ridacchiando, mi faceva ridere il modo in cui provava a continuare a dormire.
"Pfff va bene" disse girandosi dall'altra parte per abbracciare il cuscino.

Prima di alzarmi le lasciai un bacio sulla schiena e le diedi il buongiorno.
Presi un paio di boxer nuovi e andai in bagno, mi feci una doccia veloce e mi vestii comodo : dei pantaloni di tuta grigi, una maglia nera e una felpa dello stesso colore.
Scesi in cucina e salutai Ilaria, mi sedetti su una sedia e iniziai a bere il caffè.

"Ila, tutto bene?" Chiesi vedendo la sua espressione e il livido sulla faccia.
"Sì tranquillo..."
"Perché non lo lasci? Non puoi andare avanti così"
"Cosimo, non posso, altrimenti lo avrei già fatto...Se lo lascio mi fa fuori"
"Adesso lui dov'è?"
"Nello studio, non so cosa voglia fare"
"Probabilmente starà pianificando nuovi colpi, so che vuole andare in Messico"
"Già" rispose guardando fuori.
"Andrai anche te?"
"No, se si trasferisce cambia identità, quindi anche se parlassi non farei nulla"
"Meglio se se ne va"
"Già"
"Senti Ila, Giulia mi ha parlato di tua figlia"
"Serena..."
"Che cosa sa su Fabrizio?"
"Praticamente tutto, era una tipa sveglia, aveva capito subito con chi aveva a che fare"
"Sai dove possiamo trovarla?"
"Non ne ho idea, non la vedo da quasi dieci anni"  disse con rammarico.
Non doveva essere il massimo della vita non vedere la propria figlia da così tanti anni.
"La troveremo" promisi come a Giulia, fosse stata l'ultima cosa che facevo in questa vita.

Lei mi fece un sorriso e uscì dalla cucina.
Gli squilli dal numero privato continuavano sempre, doveva essere una persona che sbagliava continuamente il numero.
Finii il mio caffè e tornai in camera, dove Giulia continuava a dormire tranquillamente.
"Giu' dai"
Tirai su la tapparella e iniziai a fare casino in modo da obbligarla ad alzarsi.

"Sei peggio di mia madre" sbuffò alzandosi.
"Ti amo anch'io"
Lei mi guardò un attimo e s'infilò in bagno.
"Non starci otto ore, però"
Mi sedetti sulla sponda del letto e controllai le varie notifiche, non era niente d'interessante.
Mezz'ora dopo sbucò fuori dal bagno con un asciugamano intorno al corpo e uno in testa a mo' di turbante.
"Esco che è meglio" dissi alzandomi.
Lei rise.

Uscii dalla stanza e andai nella sua, era meglio per entrambi.
Conoscendomi non mi sarei trattenuto, era quasi impossibile.
Non era da me, ecco.
Accesi il su pc e guardai cosa raccontavano sul caso di suo padre, raccontavano ben poco, tutti dicevano che si era trattato di un incidente, di un probabile colpo di sonno.
Alcuni siti raccontavano di un tamponamento da parte di un'altra macchina.
Trovai i nomi dei medici che si occuparono del caso, era gente conosciuta,  dei pezzi grossi.
Non doveva essere difficile farli parlare.
Con una pistola alla tempia tutti parlano.
Ero sicuro che quelli sapevano qualcosa che la stampa e il giornale non sapeva.

"Cosa combini?"
Due braccia mi avvolsero da dietro e due labbra si posarono sulla mia guancia.
"Cercavo informazioni sul caso di tuo padre"
"Hai trovato qualcosa?"
"Poco, solo i nomi dei medici legali"
"Sempre meglio di niente"
"Già" mi alzai "ti va di fare un giro?"
"Va bene"

Mi prese per mano e scendemmo di sotto, dopo uscimmo e andammo verso il parchetto.
Girammo tra i bucomani distesi sull'erba e gli ubriachi addormentati sulle panchine fino a quando non trovammo un posto vuoto.
Mi sedetti accanto a lei e posai un braccio sulla sua spalla.
Era quella giusta, ne ero sicuro.
"Dormito bene?"
"Sì, più o meno, te?"
"Direi bene, dai"
Mi avvicinai a lei e le lasciai un bacio a stampo.
"Ci mettiamo insieme?"
Lei sgranò gli occhi.
Ci avevo a che fare da solo due mesi ma ero sicuro di provare qualcosa per lei.
"Sei serio?"
"Mai stato più serio di così"
"Credo che tu la sappia già la risposta"
Sorrisi e la baciai di nuovo.
Dovevo ricordarmi di essere in un parco, non potevo fare tutto quello che mi passava per la testa.
Soprattutto non dovevamo farci vedere da Fabrizio.
"Piccola, non dobbiamo farci vedere in casa, capito?"
"Sì sì, lo so"
"Ecco" sorrisi.

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora