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30 novembre 2003

Mi buttai sul divano, subito dopo aver preso il mio taccuino, era lo stesso da tanti anni, ma le pagine non erano ancora terminate.
Osservai il panorama urbano fuori la finestra e quasi rimpinsi per un istante il cancello dell'orfanotrofio che ero abituata a vedere...
Il tempo passa in fretta...
Afferrai il giornale poggiato sul piccolo tavolino accanto alla poltrona:

«due morti inspiegabili, entrambe dovute ad attacco cardiaco, sono state registrate una dietro l'altra in Giappone, sono attesi chiarimenti»

Questa notizia occupava un trafiletto ma attirò subito la mia attenzione, strappandomi un lieve sorriso: anche lui era in Giappone, forse? Non avevo più avuto sue notizie. Dopo aver lasciato l'orfanotrofio mi sono cominciata ad occupare di casi isolati- mandando di tanto in tanto lettere scritte al computer, siggilate coi guanti e spedite da un falso indirizzo - alla polizia.
Watari probabilmente auspicava a che io aderissi a team investigativi associati alla polizia. Ma io non avevo un desiderio talmente marcato, anche perchè la mia idea di giustizia e la loro erano diametralmente opposte.
Io ero sempre stata convinta, in qualsiasi frangente, che  "il fine giustifichi i mezzi", ero quindi disposta a tutto, pur di assicurare un criminale alla giustizia.
I poliziotti non sono di questo avviso, o meglio non tutti; quegli uomini ritengono che sia necessaria un'etica lavorativa che implichi prima la tutela di loro stessi, poi quella degli altri.
Egoisticamente parlando, questo principio non fa una piega.
Solo... io non approvo.

9 Dicembre 2003

Tornai a casa e accesi la tv: le morti negli ultimi giorni non si erano fermate, anzi continuavano ad avvenire in maniera disomogenea, senza un preciso criterio.
Se prima la questione non mi aveva interessato, devo ammettere che dopo aver visto i notiziari cominciai a ragionare sulle ipotetiche cause.
Coincidenze? 26 morti non erano giustificabili con tale termine.
Inoltre, a far cadere definitivamente quella tesi, era il fatto che fossero tutti criminali ricercati dalla polizia. Stirai il collo a destra e a sinistra, questo fantomatico assassino era sicuramente mosso da qualche ideale, e pienamente consapevole delle sue azioni- altrimenti ovvio- sarebbe stato rintracciato e debellato nell'immediatezza.
Andai a dormire con un'idea abbastanza sfumata che si faceva spazio in un angolo del mio cervello...

10 Dicembre 2003

Uscii appositamente per acquistare il giornale; da quando mi ero trasferita nel Kanto la vita era diventata più frenetica, anche se forse " frenetica "non era il termine giusto: niente era mai stato frenetico per me.
Ormai tutti mi conoscevano con il nome di Hyve, poichè Watari era stato molto preciso nel dirci che avremmo dovuto cambiare nome, una volta usciti dall'orfanotrofio.
Tornai a casa e sentii lungo le scale il vociferio dei miei vicini, che discutevano animatamente riguardo alle notizie in tv.
Pff, che stupidi.
Diedi una veloce occhiata al giornale...
«meeting dell'ICPO»
Ormai era noto a tutti che si trattava di un assassino...
Accesi la tv e lasciai cadere il giornale a terra, sfaldandosi. Mi sentii per la prima volta in vita mia, pervadere da una sensazione di calore che attaccava il mio viso, e che annebbió il mio sguardo.

«io sono Lind L. Taylor, meglio conosciuto come Elle...»

Rimasi a bocca aperta, ma mi ricomposi in un tempo relativamente breve. Guardai l'uomo: non era Elle, ed io probabilmente ero una dei pochi a saperlo, se non l'unica oltre a Watari, poichè per quanto ne sapevo, il Vero Elle non si era mai mostrato in volto...
( O meglio,  Watari glielo impedì e lo avvertì prima di lasciare la Wammys House)
Ma che vado a pensare? Elle si era fatto coinvolgere in un caso così? Possibile?
Si, pensai subito dopo. Conoscendolo non si sarebbe lasciato sfuggire una tale occasione.
Sapeva probabilmente che l'assassino avrebbe guardato la tv, in attesa dei notiziari in cui venivano annunciate le morti delle vittime. Strizzai gli occhi: non riuscivo a capire a cosa servisse quel fantoc-
Improvvisamente ebbe un collasso, si inarcó in avanti e perse i sensi.
Sgranai gli occhi.
«Attacco cardiaco!» esclamai d'istinto all'unisono con i medici che si precipitarono sul presentatore.
Portai lo sguardo nuovamente sullo schermo.
«straordinario...»
Una L in stile gotico venne trasmessa al posto del notiziario.
«non avrei mai pensato che...
Tu, hai ucciso quell'uomo a distanza....peccato che non fosse lui il vero Elle- ma colo un criminale condannato a morte...
E ora ci divertiremo...Forza, Kira... uccidi me, se ci riesci»
Un brivido mi attraversó la schiena.
Elle voleva testare le capacità dell'assassino...
E ad occhio e croce, benchè potesse sembrare incredibile, "Kira" sembrava avere la capacità di uccidere a distanza.
Passarono alcuni secondi e non accadde nulla.
«Kira, tu sei il male, e il tuo ideale di giustizia è folle, oltre che infantile...
Questo annuncio non era trasmesso mondialmente, Ora so che sei in Giappone, nel Kanto
...E ti catturerò! »
Spensi la tv, quasi fosse un arco riflesso.
Nel Kanto...
Chiusi gli occhi ridendo.
Mi lasciai cadere sul morbido tappeto azzurro. Rievocai mentalmente quel simbolo, quella iniziale.
Fu una sensazione fulminante.
Mi ricomposi...
Una sfida contro un assassino che puó uccidere le persone conoscendone il volto e il nome...
Elle partecipava, era entrato nel gioco...Perchè tirarsi indietro?
Aprii gli occhi leggermente umidi e mi portai una mano sul collo
«Elle...»
Il cielo brilló per un istante..

N.a.
Hi guyss vi ringrazio per gli splendidi voti e i commenti!
Prometto che posteró nel prossimo capitolo un disegno di Heaven così chi è curioso vede com'è fatta :)

Death note: Who were You?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora