Mi sveglio col suono della voce di mia madre che parla con mio fratello minore Billy e scelgo di alzarmi per fare colazione.
Scendo le scale e mi dirigo in cucina.
-Mamma dove sono i cereali?-
-Dentro la dispensa in alto Cassie, sbrigati a fare colazione che tra un'ora partiamo-
-Okay.- dico versando il latte nella scodella dei cereali.Salgo in camera e incomincio a cercare nell'armadio qualcosa che sia adatto per l'arrivo nella mia nuova scuola.
Alla fine dopo mezz'ora di osservazione e perlustrazione della camera opto per un jeans con una camicetta bianca ,ballerine nere e i capelli raccolti in una coda alta.
Salita in macchina in direzione aeroporto mi preparo per le solite ramanzine di mia madre sul fatto del non fumare, di non bere e quelle cose che dicono tutte le mamme quando i figli vanno al college.
Il mio volo è alle 12:30 quindi arriviamo 2 ore prima per effettuare il check-in e per caricare le valigie.
Mentre sono seduta al bar dell'aeroporto chiamo mio padre che purtroppo era al lavoro per una faccenda aziendale.
Solita ramanzina come sua moglie ma questa volta aggiunge di avermi messo un po' di soldi nella borsa della mamma per non arrivare sprovveduta a New York.
I saluti non sono mai stati il mio forte...
-Mamma ci rivediamo tra qualche settimana e appena arrivata ti mando un messaggio, okay?- dico sperando che la mia emotività non abbia la meglio.
-Okay piccolina mia- singhiozza piangendo.
-Ciao mamma.- le do un bacio sulla guancia e mi avvio al gate.Essendo la prima volta che viaggio mi sento un po' persa tra la folla ma riesco comunque a trovare il mio aereo e ad arrivare intera sul sedile.
Ben quattro ore dopo sono di fronte all'entrata della scuola dove ad accogliermi c'è una calca di persone.
Mi faccio spazio tra la folla osservando qua e là l'edificio dall'esterno.
Mentre osservo la porta a vetri della segreteria camminando inciampo in una valigia grigia con uno zaino nero sopra. Cado e la valigia sotto di me. Mortificata mi alzo e incomincio a raccoglierla ma una voce familiare mi chiama.
-Cassie Hollander sei tu?- dice la voce incerta mentre mi giro.
-Thomas? Non ci credo sei veramente tu?- sorrido mentre gli vado incontro a braccia aperte per abbracciarlo.
Ricambia l'abbraccio e ci mettiamo a parlare.
-Allora era vero quando mi dicevi che volevi fare la scuola per cantanti come me!-
-Verissimo ma non mi prendevi sul serio dato che avevamo 10 anni al tempo- risponde passandosi una mano tra i capelli neri.
-Hai già preso il programma?- domando euforica.
-Si lo stavo giusto guardando prima che la mia valigia fosse travolta da una bella ragazza- sorride e tira fuori il foglietto dalla tasca.
-Sei cambiata così tanto che quasi non ti riconoscevo più...l'unica cosa che mi ha dato modo di riconoscerti è stata la valigia e i tuoi capelli biondi.-
Al tempo io e Thomas eravamo migliori amici e ogni giorno andavamo al mare insieme. La valigia che ho con me l'avevamo
decorata insieme durante un giorno di tempesta nella mia casa al mare. Per questo la ricordava.
-Cara Cassie abbiamo geometria insieme e... canto.-
-Allora ci vediamo domani a lezione Tommy-
-Ovviamente, a domani- dice allontanandosi e rivolgendomi un timido sorriso.
Thomas era stato sempre un ragazzo timido e simpatico e con un gran senso dell'umorismo.
Salgo le scale del dormitorio e la mia stanza è la 216. Entro e deposito le mie valigie sul letto dalla parte sinistra della camera.
Avrò molto a cui pensare prima di domani.
STAI LEGGENDO
Per un castello di sabbia
ChickLitCassie ha appena finito le scuole superiori nel nord della California e sta per trasferirsi al college di New York per intraprendere il suo sogno: il canto e la recitazione. Fin da piccola studia canto con una maestra amica di sua madre e coltiva qu...