Autore:DanieleCocciardi
'Cominciava ad avere paura. Era circa un'ora che stava camminando in
quella casa abbandonata, di notte. Lo stava facendo perché era una
sfida che i suoi amici Mark e Ivan gli avevano proposto: "Se non hai
paura, stai in quella casa per un'ora e mezza stanotte" avevano detto,
all'unisono, quel pomeriggio. E ora, per dimostrare che non aveva
paura, si trovava a vagare per quell'enorme casa, da solo. Continuava
a camminare dirigendo il flebile raggio di luce della torcia a destra
e a manca tentando di illuminare il più possibile, per cercare di
rassicurarsi. La casa apparteneva, diversi anni prima, ai coniugi
Stone i quali furono trovati morti, bruciati vivi. Si diceva che i
signori Stone facessero cose poco "normali": sedute spiritiche, riti
satanici e persino sacrifici umani. Voci dicevano che i due avessero
avuto anche una figlia, ma che l'avevano sacrificata all'età di 7
anni, tagliandola a pezzi mentre dormiva e bruciando le sue carni. Per
questo molti li temevano e, infatti, nessuno mise più piede nella casa
degli Stone e il loro nome incute, ancora oggi, terrore. Mentre
tentava di scacciare via questi brutti pensieri, il ragazzo diede
un'occhiata all'orologio da polso che portava: 00.08 " Solo altri 22
minuti" pensò. Si guardò intorno, mentre camminava per l'immenso
salone: le pareti erano occupate da antichi ritratti di famiglia,
coperti da polvere e da ragnatele; di fronte a lui un'immensa vetrata,
anch'essa sporca, "illuminava" la stanza che era nell'oscurità più
assoluta, se non per via della flebile luce della torcia.
All'improvviso sentì un rumore sommesso, come se qualcuno cercasse di
non farsi sentire. Si girò di scatto in direzione della "zona" da cui
sembrava avesse udito il rumore e vide una grande scala. Gli scalini,
antichi, erano ricoperti da un tappeto nero e il passamano aveva
intarsi in oro. Salendo le scale sentì di nuovo un altro rumore, più
forte stavolta. Cominciò seriamente a spaventarsi poiché tanti
dicevano che in quella casa c'erano gli spiriti dei coniugi Stone che
uccidevano chiunque osasse profanare la loro "tomba".
"Signori...Stone?" chiese, un po' titubante. Nessuna risposta.
"Signori Stone?" chiamò di nuovo, con più voce stavolta. Ricevette un
altro rumore, ora ancora più vicino, come risposta. All'improvviso
sentì qualcosa sfiorarlo. Un brivido gli corse lungo la schiena
quando, dirigendo il bagliore della torcia verso chi l'aveva toccato,
non vide nulla. A un tratto, nella luce della torcia, vide un'ombra
muoversi rapida. "Fantasmi!" gridò, spaventato. Nonostante tentasse di
rassicurarsi, il cuore gli batteva all'impazzata. Ed ecco di nuovo un
rumore: un rumore di passi. Il ragazzo si girò e vide un'ombra
indistinta nel buio e un piccolo luccichio. La luce non riusciva a
illuminare il volto dell'ombra, ma illuminò ciò che provocava il
luccichio: un coltello. Il ragazzo gridò, salì l'ultimo gradino e
prese a correre per il corridoio adiacente alla scalinata.
Corse, corse, col cuore in gola. Sentiva il battito del suo cuore,
sentiva il suo respiro affannoso, sentiva il sudore sulla fronte. E
sentiva, purtroppo, anche la figura dietro che lo rincorreva,
brandendo il coltello. Corse più che poté fin quando non arrivò alla
fine del corridoio: una porta. Tentò con tutta la forza che aveva di
aprirla, ma la porta era chiusa. Si girò a destra e a manca, tentando
di individuare una via d'uscita, ma nulla. "Dovevi andare via!" urlò
la voce. Il ragazzo urlò "Aiuto! I fantasmi degli Stone!". L'ombra
prese a correre, veloce e impetuosa, contro il ragazzo prendendolo per
il collo e spingendolo verso la parete. Il ragazzo fece cadere la
torcia che illuminò il volto dell'ombra: un uomo, sulla cinquantina,
capelli brizzolati, volto deturpato da tagli e cicatrici. "Ma tu..."
iniziò il ragazzo, ricordandosi della foto su Internet del serial
killer che si aggirava nei dintorni della città "Ma tu sei...il killer
che si aggira in città. Ti prego lasciami andare, qui ci sono i
fantasmi!" "Qui non c'è un bel niente, e comunque non posso lasciarti
andare, hai visto il mio volto". L'uomo alzò il coltello e lo conficcò
nell'occhio destro del ragazzo. L'urlo lancinante del giovane rimbombò
per tutto il corridoio. "Shhh, tranquillo. Sentirai solo un altro
pizzicotto" disse l'uomo e così dicendo, tirò fuori dall'occhio
sanguinante del ragazzo il coltello e glielo conficcò nel cuore.
L'uomo sficcò il coltello dal cuore del ragazzo e gli tolse la mano
dalla gola. Il giovane cadde a terra, sanguinante, tossendo.
All'improvviso la porta chiusa si aprì, rivelando una piccola
cameretta con un lettino. Ai piedi del letto apparve una bambina,
evanescente, che si avvicinò al ragazzo e gli sussurrò "Avresti dovuto
aver paura dei vivi, non dei morti". Detto questo, scomparve e il
ragazzo morì.'
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Concorso By: LePazzeDaLegare[Iscrizioni chiuse]
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