Chapter 29.

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Dopo aver registrato la puntata,aver cenato ed essere tornati in hotel,il sabato è trascorso come di consueto.
Prove mattutine,puntata vista in gruppo e pranzo al ristorante.
Non abbiamo fatto granché,abbiamo sfruttato il tempo per riposarci e recuperare le forze per la prossima settimana e per la terza puntata del pomeridiano.
Andreas l'ho visto veramente per poco,è molto preso dai nuovi pezzi ed è perennemente in saletta,anche da solo,a provare.
Allo stesso modo io che questa settimana ho due pezzi molto impegnativi,uno della maestra Titova e uno della maestra Peparini.
Sono spaventata e allo stesso tempo emozionata di potermi cimentare anche nello stile del latino-americano,chissà come mi aspetta.

È domenica mattina.
Mi alzo dal mio letto e sveglio anche le mie due compagne.
Oggi ho intenzione di tornare a casa e salutare mia madre e mia sorella.
Mi preparo in fretta e riempio la borsa con il necessario.Scendo nella hall dell'hotel dopo aver salutato le mie amiche e intravedo Andreas su una delle poltrone.
"Muller,buongiorno!"lo saluto sfiorandogli il capo.
Noto il suo sorriso abbozzato sul viso e la sua aria lievemente malinconica.
"È tutto apposto?"chiedo sperando di non essere troppo invadente.
"Sono solo un po giù,tutto qua.Dove te ne vai tu?"mi chiede alzandosi in piedi.
"Faccio un salto a casa a salutare mia madre e mia sorella."dico.
Ho in mente una cosa ma non so se potrebbe essere quella giusta.
"Bene,divertiti e salutami tua sorella e il tuo cane."mi dice sorridendo e girandosi per tornare in camera,dopo avermi pizzicato la guancia.
Do ascolto al mio istinto e mi butto.
"Ti va di venire?Magari questo brutto umore che hai passa un po'."gli chiedo grattandomi la nuca per l'imbarazzo.
Si volta e si dirige verso di me.
"Non è un problema?"mi dice.
"Se fosse stato così non te l'avrei chiesto.Andiamo dai."gli rispondo lanciandogli le chiavi dell'auto e avendo un terribile flashback a qualche settimana fa.

Siamo in macchina,accendo la radio e parte una canzone meravigliosa,Nothing compares to you.
Le parole di questo pezzo sono poesia,dicono tutto e trasmettono tutto.
Comincio a canticchiarla e Andreas mi segue a ruota.
È stonatissimo ma non importa,è un bel momento.

Noto la complicità che c'è fra di noi e l'imbarazzo ormai svanito che accompagnava i primi tempi che trascorrevamo del tempo insieme.
Ridiamo,scherziamo e ci prendiamo in giro a vicenda.Potrei stare bene con lui,sempre,se solo non fosse tremendamente lunatico.

"Rimani a pranzo,ti va?"gli chiedo,tra la fine di una canzone e l'inizio di un'altra.
Si volta verso di me e non risponde.
Sorride,posa una mano sulla mia coscia e la sfiora con il pollice.
"Lo prendo per un si."gli dico soffocando una risata e pizzicandogli lievemente la mano con le unghie.

Siamo arrivati,parcheggia la macchina nel mio cortile e bussiamo alla porta.
L'abbraccio con mia mamma scioglie le tensioni che hanno fatto da sfondo a queste settimane e ritorno a sentirmi a casa.
Le presento Andreas e sembra piacerle.
Saluto mia sorella con altrettanto entusiasmo e Andreas fa lo stesso.

Sono curiosa di sapere come andrà questa giornata con lui e con la mia famiglia.

"C'è poco da fare,il tuo cane rimane molto più simpatico di te!"mi dice ridendo e giocando con lui.
Gli rivolgo una linguaccia.
Siamo in giardino e tra poco dovrebbe essere pronto.
Mia madre ha insistito per non farmi cucinare e godermi questi istanti in casa.
È una donna meravigliosa,forte e coraggiosa.
È senza dubbio il mio esempio.

"Venite!"ci urla mia sorella dalla porta.
Andreas ed io ci avviamo verso la cucina e sento sussurrargli qualcosa.
"Grazie per oggi Ari." mi guarda rivolgendomi un sorriso tenero e sincero.
Non posso fare altro che guardarlo e sorridergli a mia volta.

Sono i momenti come questo,di intesa e complicità,che mi fanno credere in noi,o meglio,in un "noi" ipotetico.

"Spero ti piaccia Andreas.Se sapevo che avremmo avuto ospiti mi sarei impegnata di più." dice mia mamma.
Scuoto la testa e le sorrido.
"Va tutto benissimo,anzi,grazie mille per l'ospitalità."le risponde Andreas.

Durante il pranzo parliamo del più e del meno e sono tassativi gli scoop su Amici e sulle prossime puntate.
Noi cerchiamo di farci scappare il meno possibile.

Aiutiamo mia madre e mia sorella a sparecchiare e ci dirigiamo in camera mia per svagarci un po prima di tornare ai dormitori.
"In questa foto non sembri affatto tu."mi dice Andreas tenendo in mano una foto con mio padre durante un saggio di danza.
"Quello fu l'ultimo saggio in cui mio padre venne a vedermi.Avevo otto anni e circa due settimane dopo quel giorno lui spari completamente da casa e dalla mia vita.Non l'ho più rivisto.."gli dico.

Lui già sa parte della mia storia e del mio passato,ma poche sono le persone a conoscere il dolore che ho provato e che tutt'ora provo.
"Se ti guarderà un domani ad Amici o in qualsiasi corpo di ballo sarai,vedrà quanto sei brava e quanto sei migliorata.Ne sono certo."mi risponde.
Posa la foto sulla mensola e prende posto accanto a me sul letto.

Ancora una volta una mano è sulla mia gamba.
Poggio istintivamente il mio capo sulla sua spalla e intreccio la mia mano alla sua.
Stiamo così,fermi ed immobili,per qualche istante.Poi lui si alza,tenendomi ancora per mano,afferra il suo telefono e fa partire una canzone.
"Guerriero" di Marco Mengoni accompagna la giravolta su me stessa che compio,accompagnata dal braccio di Andreas.
La mia schiena contro il suo petto e il suo respiro che mi sfiora il collo.
Ci muoviamo lentamente finché non mi slego dalla sua presa e non giro attorno a lui.
Poggio le mie mani sulle sue spalle e lui prontamente le afferra.Mi riporta davanti a se e mi solleva dalle spalle.

Mi ritrovo con le mie gambe intrecciate al sul bacino e il suo capo nascosto nell'incavo del mio collo.
Accarezzo i suoi capelli con una mano e con l'altra il collo.

Amo i momenti in cui siamo così intimi e vicini,in modo particolare mentre balliamo.
Sentire le sue mani sulle mie gambe e il suo respiro sul mio collo è una sensazione inebriante.

Scendo lentamente rompendo l'incastro e posizionando delicatamente i piedi per terra.
Il suo naso sfiora la mia fronte e le sue labbra vi lasciano un dolce bacio mentre le mie mani accarezzano la sua schiena sotto la maglietta.

Poi una chiamata interrompe il momento e la canzone.
Non riesco a capire bene cosa sia successo ma tutto svanisce quando sul display leggo Elena.

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LO SO.NON UCCIDETEMI.
SCUSATE PER L'ASSENZA MA LA SCUOLA MI STA LETTERALMENTE RISUCCHIANDO.
MI CONSOLA IL FATTO CHE TRA POCO SARÀ TUTTO FINITO.
COMUNQUE,COSA NE PENSATE DEL CAPITOLO?
FATEMI SAPERE TUTTO NEI COMMENTI!
UN BACIO :*

Non è mai abbastanza. •Andreas Muller•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora