Percy non voleva discutere.
Se il bambino di Jason era nato, lui sarebbe andato a trovarlo, come volevano Nico, Will, Frank e Hazel.
Non ci teneva a fare la figura del maleducato, anche se, forse, avrebbe rivisto Annabeth.
Da una parte ci sperava. Con tutto se stesso.
Erano sei mesi che non la vedeva.
Sei mesi passati nell'apatia più totale.
Sei mesi, ogni giorno uguale al precedente.
E le mancava tantissimo.
Ormai dormiva sempre sul divano, da quando se ne era andata.
E anche se le lenzuola non sapevano più di lei...
Tornò a Roma, in treno.
Sarebbe stato solo per un paio di giorni.
Dormiva in un piccolo albergo, lontano dall'appartamento di Annabeth.
Frank passò in camera sua, facendo l'ennesimo tentativo di smuoverlo dalla sua apatia.
Ma fu Nico che lo spinse ad andare avanti.
-Percy... Sei un idiota.
-Grazie Nico. Anche tu.
-Senti, se Annabeth volesse tornare con te, non credi che l'avresti sentita?
-No, Nico. L'ho ferita, ho dubitato di lei...
-Se ti avesse dato modo di farti perdonare...
-Forse devo trovarlo da solo il modo.***
Il bambino era sanissimo, con la carnagione scura quasi come quella di Piper.
Gli occhi erano ancora azzurri, ma Annabeth non dubitava che ci sarebbero rimasti per sempre.
Sorrise, aiutando Piper ad alzarsi.
Jason era andato a prendere il bambino, Thunder, per prepararlo a lasciare l'ospedale.
Jason e Piper non lo sapevano, ma una festa con i fiocchi li attendeva a casa.***
-Fatto.- disse Percy, sistemando l'ultimo palloncino.
Per la prima volta da sei mesi, sorrise.
Annabeth sarebbe venuta senza alcun dubbio, lo sapeva.
E non gli sarebbe scappata.***
-SORPRESA!!!- urlarono tutti in coro.
Piper sorrise, Jason scosse la testa, sorridendo anche lui.
Teneva in braccio Thunder, che iniziò a piangere, confuso da tutte quelle urla.
Annabeth rise, il cuore di Percy battè più forte.
Forse Annabeth riuscì a sentire il suo battito accelerato, forse no.
Fatto sta che incontrò il suo sguardo.
Lo distolse velocemente, Percy sbuffò.***
La bionda si era allontanata dalla sala, voleva andare in bagno a tentare di smacchiare la maglietta che Frank (accidentalmente), le aveva macchiato con la Coca-Cola.
Sospirò, talmente concentrata da non accorgersi che Percy, dopo aver dato il cinque a Frank, l'aveva seguita.
Il ragazzo chiuse la porta.
Annabeth alzò lo sguardo, notò il ragazzo appoggiato alla porta con le mani dietro la schiena.
-Che vuoi?- cercò di metterci più indifferenza possibile.
-Parlare.
-Di cosa?
-Annabeth, ti prego...
-No. No, Percy. - lasciò perdere la maglietta, incrociando le braccia. Il ragazzo si passò le mani fra i capelli, sorridendo debolmente.
Annabeth si prese qualche secondo per osservarlo.
Possibile che potesse apparirle così bello anche dopo tanto tempo?
Gli occhi verdi erano illuminati fiocamente dalla debole luce del bagno.
I capelli nerissimi, scompigliati...
E il suo sorriso...nonostante fosse debole le scaldò il cuore.
Il cuore che non voleva proprio smetterla di battere così forte, nonostante Annabeth cercasse di rimanere calma.
-Annabeth, ti prego.
Sono mesi che cerco di contattarti, in ogni maniera possibile.
-Non ti viene pensato che, forse, non voglio parlarti?
-Annabeth... Scusa. Mi dispiace.
Il fatto è che in quel momento provavo tante emozioni contrastanti, e... tu eri il mio unico punto fermo.
-Se fossi stata davvero il tuo punto fermo...
-Scusami, scusami. - una lacrima silenziosa sfuggì dai suoi occhi.
Sperò che Annabeth non l'avesse notata, poi continuò:- Puoi darmi un' altra possibilità?
-No, Percy.- Annabeth scosse la testa.
-Ti prego...
Annabeth sospirò:- Va bene, ma come amici. Ora togliti dalla porta, prima che la tua possibilità di avere figli vada in fumo.
Percy rise, scostandosi.
Annabeth gli passò affianco, le afferrò delicatamente un braccio.
Lei si voltò, lui le baciò una guancia, sussurrandole un timido "Grazie" all'orecchio.
Annabeth si liberò dalla sua presa, andandosene.
Ma non poté nascondere al ragazzo il brivido che le percorse il corpo.
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Te Lo Prometto
Fanfiction"Non devi arrabbiarti con gli altri. Lasciali stare. Anche se, forse, li invidi per quello che hanno, per quello che sono stati in grado di costruire e che noi, io, ho fatto crollare. Li invidio anche io. Soprattutto vedendo Nico e Will. Sono riusci...