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-No, no...- sussurrò Percy.
Accartocciò il foglio, lanciandolo in aria.
Frank, entrando in quel momento nella stanza, prese il foglio, e appena lo lesse una smorfia gli offuscò il volto.
-Dobbiamo trovarla... La polizia, dobbiamo chiamare la polizia...- balbettava Percy.
Frank lo abbracciò, e Percy si abbandonò in un pianto silenzioso.

***

Annabeth si trovava in una stanza semibuia.
Seduta su una sedia traballante e scricchiolante, aveva le mani legate dietro la schiena.
Una ragazza, chiara di carnagione, i capelli neri, magra e piuttosto alta, le aveva dato dei vestiti puliti.
Un altro ragazzo, con la pelle nera, muscoli enormi, le faceva la guardia.
Erano solo loro due.
La porta si aprì, lasciando entrare la ragazza.
Si avvicinò ad Annabeth, il viso contrito.
-Mi dispiace tantissimo...- disse.
Annabeth non rispose.
-Io mi chiamo Silena.- continuò lei, ignorando il silenzio di Annabeth.
-Lui- indicò il ragazzo di guardia- si chiama Charlie. Anche se lui preferisce essere chiamato per cognome, Beckendorf.
Annabeth la guardò negli occhi.
Sembrava sincera. Così rispose:-Perché sono qui?
-Oh, beh non lo so.
Io lavoro come addetta agli "ospiti"... Non mi occupo della ragione per cui loro sono qui.
-Perché lavori qui?
-Mi obbligano, esattamente come fanno con Beckendorf e Nakamura.
Siamo figli di alcuni pezzi grossi che appartengono a questa associazione.
-Aspetta, quale associa...- Non terminò la frase.
La porta si aprì nuovamente, lasciando entrare un uomo sulla cinquantina.
Incuteva timore solamente a guardarlo.
Aveva i capelli, tagliati cortissimi, striati di grigio.
Era abbastanza alto, gli occhi di un colore indefinibile.
La mascella squadrata, braccia forti e potenti.
Ma, soprattutto, era armato.

***

-Mi spieghi perché diamine non vogliono collaborare?- urlò Percy a Frank.
-Amico, quelli che hanno rapito Annabeth...
-Non mi interessa! Non mi interessa di nulla! IO RIVOGLIO INDIETRO LA MIA RAGAZZA!
-Percy, quelli che l'hanno rapita non scherzano.
Dalle telecamere hanno visto che fanno parte di un gruppo di narcotrafficanti che va avanti da più di vent'anni.
Sono pericolosi.
-APPUNTO! E... insomma...
-Credo che siano stati loro a uccidere tua madre.
Tu ed Annabeth stavate arrivando alla verità e loro non potevano permetterselo.
Percy annuì, guardando l'amico negli occhi.
Era la stessa cosa che stava pensando lui.

***

L'uomo aveva detto di chiamarsi Crono, ed era il vice capo in quella società.
Le aveva raccontato che erano attivi nello spaccio di droga da molto prima che lei nascesse, e lui stava solamente portando avanti quello che sua madre Gea, l'attuale capo, aveva iniziato.
Ma non le aveva ancora detto perché lei era lì.
-Perché mi avete rapita?
-Ragazzina, non ci arrivi da sola? Hai una vaga idea di chi fosse la madre del tuo ragazzo?
-Era una brava donna, dedita alla famiglia e...
-Aveva un fratello che lavorava per noi. Si è rifiutato di fare un affare, e noi gliela abbiamo fatta pagare.
Semplice.
Annabeth rabbrividì davanti a quell'affermazione.

***

-Cosa?!- urlò Piper, svegliando Jason che si stava addormentando.
-Non è possibile...- una lacrima solcò il viso di Piper.
Jason si tirò a sedere, abbracciandola quando le raccontò l'accaduto.
-Possiamo fare qualcosa...- sussurrò Jason tra i capelli della ragazza-Talia e Reyna.
Piper annuì.
Avrebbero ritrovato Annabeth.
Su questo ci poteva giurare.

***

Percy odiava stare con le mani in mano.
Ma aveva ricevuto ordini precisi da Piper: doveva aspettare l'arrivo di Talia e Reyna.
Quelle ragazze nascondevano qualcosa d'importante, e se potevano aiutarlo a trovare Annabeth, allora Percy avrebbe fatto ogni cosa.
Per lei.

Te Lo PromettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora