-Adesso che si fa?- domandò Percy.
Erano appena usciti dalla piccola casetta.
-Direi che faremo nottata ad analizzare tutto il materiale che ci ha dato...- sospirò la ragazza-...ma se serve per fare giustizia, conta su di me.
Percy rise.
Annabeth lo guardò, ammirando i suoi occhi verdi.
Avevano una luce diversa rispetto a prima.
Sembravano più chiari, sereni.
La ragazza intuì che le parole del responsabile delle indagini, forse, lo avevano rassicurato un poco.
Forse non era stato suo padre, ma qualcuno si era impegnato per incastrarlo.
Già, forse.***
Percy dormiva.
Dopo dieci minuti di analisi si era arreso.
Annabeth distolse per qualche secondo lo sguardo dalle carte.
Osservò il suo petto che si alzava e si abbassava, regolarmente. I capelli disordinati, le labbra leggermente dischiuse.
Sorrise.***
Erano le due di notte, ma di dormire la ragazza non ne aveva proprio voglia.
Aveva analizzato pagine e pagine, senza trovare nulla di particolarmente rilevante.
Ad un tratto trovò un foglio, scritto a penna:Posizione sospetta delle impronte digitali
È emerso attraverso le analisi che la posizione delle mani attorno al coltello rinvenuto (ritenuto l'arma del delitto) è assai strana.
Infatti, Poseidone avrebbe dovuto impugnare il coltello al contrario.
Avrebbe dovuto tenere la donna in modo che la schiena della vittima aderisse al suo petto, tenerla ferma e pugnalarla.Annabeth aggrottò la fronte.
Girò il foglio, continuando a leggere:Rinvenimento di un'impronta parziale di un secondo individuo
Accanto alle impronte di Poseidone, rinvenuta in seguito ad una ulteriore analisi un'impronta parziale di un secondo soggetto.
Ancora da definire se si tratta di un possibile complice.
Questa impronta (pollice) sarebbe nella posizione più conforme per l'assassino.Proprio come aveva detto il responsabile, pensò Annabeth.
Percy si mosse, nel letto.
-Annabeth...- sbuffò- vieni a letto, dai.
-Non ho sonno.
-Smettila e vieni qui.
-Percy...
-Te la sei cercata- rise il ragazzo mentre si alzava dal letto e si avvicinava a lei pericolosamente. Annabeth rise, mentre lui la prendeva in braccio e la portava a forza nel letto.
Una volta sul letto, le saltò addosso, facendole il solletico.
Lei rise, con quella risata chiara e cristallina che faceva sempre scaldare il cuore a Percy.
Gli faceva venir voglia di sentirla sempre, a ripetizione.
Amava la sua risata, amava lei.***
Percy si alzò presto.
Dopo la prima notte in albergo, avevano affittato un piccolo appartamento in cui stare.
Così andò in cucina, preparò il suo caffè e il latte freddo e rigorosamente senza né zucchero né cioccolato per Annabeth. Non perché fosse grassa, ma a lei piaceva così.
Solitamente l'odore del caffè la svegliava sempre, nonostante non lo bevesse.
Eppure quella mattina la ragazza aveva deciso di prendersela comoda.
In effetti era andata a dormire tardi... Percy non sopportava che Annabeth si spaccasse troppo la testa con quella storia.
Certo, lo faceva per lui, Percy lo sapeva. Ma ormai c'era ben poco fa fare.
Decise che quel giorno avrebbero fatto solo cose belle.
Svegliò Annabeth, delicatamente, dolcemente.
Adorava i suoi occhi di prima mattina: sembravano così tranquilli, prima di diventare la tempesta che Percy conosceva così bene, la tempesta che amava così tanto.

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Te Lo Prometto
Fanfiction"Non devi arrabbiarti con gli altri. Lasciali stare. Anche se, forse, li invidi per quello che hanno, per quello che sono stati in grado di costruire e che noi, io, ho fatto crollare. Li invidio anche io. Soprattutto vedendo Nico e Will. Sono riusci...