Epilogo

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Una strana agitazione si era impossessata di Annabeth.
O meglio, non era proprio agitazione.
Non sapeva neanche lei come definire quello che stava provando.
A tratti il suo cuore batteva fortissimo, poi si calmava.
E dopo qualche minuto ricominciava a battere fortissimo.
Continuava a guardarsi allo specchio, nel suo abito da sposa, gli occhi con una leggera linea di trucco, come aveva chiesto lei a Piper.
I capelli erano sciolti, sistemati in morbide onde, le ricadevano sulle spalle lasciate scoperte dall'abito bianco.
Era un vestito molto semplice, di un tessuto leggero, che la fasciava completamente.
Le avevano detto che era bella.
Le avevano detto che stava bene, che Percy sarebbe svenuto all'istante vedendola.
Ma lei... sentiva che qualcosa non andava...
Poi, d'un tratto, si ricordò.
Prese dal comodino il braccialetto che le aveva regalato Percy, quello con la P incisa sopra, quello che si era tolta quando aveva lasciato il suo ragazzo a Sondrio.
Non se lo era più messo, un po' per dimenticanza, un po' perché, vedendolo, le ricordava dolore.
Lo prese, se lo mise.
Ora era pronta.
Era contenta che in quel caldo pomeriggio di maggio non piovesse.
Non le era mai piaciuto il detto "sposa bagnata, sposa fortunata".
Forse perché bagnata fa anche rima con sfortunata.

***

Percy non poteva dirsi tranquillo.
I suoi testimoni, Frank e Nico, stavano facendo di tutto per tranquillizzarlo.
Che poi, in realtà tutta questa agitazione non sapeva da dove derivasse.
Sapeva che Annabeth lo amava, sapeva che poteva contare su di lei, sapeva che non lo avrebbe mai lasciato.
Eppure era agitato.
O forse confondeva l'agitazione con l'eccitazione di passare una vita intera con lei.
Ripensò al loro primo incontro, ai giorni che avevano passato senza parlarsi, ai timori di Annabeth, a come Percy l'avesse aiutata a superare, dopo quattordici anni, la morte dei suoi genitori.
Ripensò a quello che era successo a Sondrio, al dolore di quei sei mesi passati nell'apatia, il rapimento...
Ne avevano passate anche troppe.
Thunder, che ormai aveva quasi un anno e mezzo, era in braccio a Jason.
Frank e Nico continuavano a confabulare chissà quale scherzo ai neo sposini.
Reyna e Talia discutevano animatamente dell'arresto, avvenuto qualche giorno prima, di Gea e Crono.
Almeno Percy era sicuro che gli assassini di sua madre avrebbero pagato.
Leo arrivò in quel momento, salutando Percy con una pacca sulla spalla, poi si unì a Frank e Nico.
Calipso sorrise a Percy, congratulandosi.
Lui ringraziò educatamente, cercando di non far trasparire troppo l'agitazione o l'eccitazione.
La Chiesa si riempì sempre di più, fino a quando non comparve anche lui, l'uomo che, qualche mese prima, Percy non avrebbe mai pensato potesse presentarsi al suo matrimonio: suo padre.
Qualche giorno dopo la proposta di matrimonio, aveva bussato alla porta di suo figlio.
Gli aveva spiegato ogni cosa, di come fosse ritornato a casa, trovando sua moglie con un uomo che non gli piaceva per niente.
Aveva chiuso suo figlio in camera per proteggerlo, ma in quel lasso di tempo l'uomo aveva compiuto il delitto.
Lui aveva cercato di estrarre il coltello, lasciandoci le impronte.
Era fuggito in Cina con i biglietti che aveva prenotato, quelli con cui sarebbe dovuto andare in viaggio per festeggiare l'anniversario con la moglie.
Lì era stato contattato da Crono, che aveva minacciato di ucciderlo se non si fosse unito a lui.
Gli raccontò ogni cosa, e quel giorno Percy era felice di avere di nuovo un padre.
Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri quando un auto arrivò suonando il clacson a più non posso.
Vide Jason scuotere la testa, probabilmente Piper era alla guida.
Partì la musica, entrò di nuovo Calipso, vestita da damigella, seguita dalla sua compagna, Silena che, vedendo il suo Charlie tra la folla, lo salutò con la mano.
Poi fu il turno di Piper ed Hazel, le testimoni.
Ed infine lei.
Percy non credeva ai suoi occhi.
Non poteva essere più felice di così.

***

La cena fu divertente.
Annabeth rise anche troppo, rimirandosi l'anello al dito.
Percy le stringeva sempre la mano e ogni tanto le lasciava un bacio sulle labbra.
Su un proiettore, sistemato in modo che tutti lo potessero vedere, continuavano a mostrare foto, video, di loro due, di tutti i loro amici.
Ci furono ancora risate, ma anche lacrime di commozione.
Alla fine della cena, prima di dare il via ad una fantastica gara di ballo, Leo prese il microfono:- Signori e signore, donne e uomini, bambini e bambine, neonati e neonate, indipendentemente da quanto puzzino i vostri piedi...-
Calipso scosse la testa, mentre il suo ragazzo continuava a parlare:-Non vi giudico se a casa avete un porcellino d'India o magari proprio un porcellino tutto rosa e paffutello che fa "oink oink" non appena vi vede.
Però, cari miei, vi avverto.
Stiamo per dare il regalo di matrimonio a questi due giovincelli.
Pronti?-Leo fece segno a Frank di procedere.
E Frank fece segno a qualcuno, probabilmente Nico.
E due secondi dopo Percy e Annabeth si ritrovarono bagnati dalla testa ai piedi.
-La mia acconciatura!- strillò Piper.
E i neo sposini, guardandosi negli occhi, risero di gusto.
Leo continuava a sbraitare al microfono:- Vi è piaciuto il bagno?
Bene, perché è solo un assaggio del nostro regalo.
Stavolta Clarisse, bellissima nel suo abito rosso fuoco, si avvicinò a loro, dandogli una busta.
Annabeth la aprì con dita tremanti, estraendo due biglietti aerei, e tutto quel che è necessario per trascorrere una luna di miele da favola.
Destinazione? Long Island, in un villaggio vacanze chiamato "Campo Mezzosangue", gestito da un certo Chirone e da un tizio chiamato Signor D.
Vi ricorda qualcosa?

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