- Ecco, lo sapevo. È il primo giorno e sono già in ritardo! Speriamo non se ne accorgano, altrimenti mi licenziano e addio lavoro dei miei sogni.
Questi semplici pensieri continuavano a ronzare nella testa di Angel mentre guidava a tutta velocità per le strette strade del centro città. Stava per cominciare il lavoro che aveva sognato da sempre, da quando visitò per la prima volta il museo cittadino con sua madre; le statue, i dipinti, i bronzi, gli oggetti di ogni tipo che riempivano quelle stanze, ogni cosa l'aveva affascinato per tutto il percorso e se ne ricordava anche a distanza di tanto tempo. E poi era venuto il tempo dell'università, dove aveva studiato con tanta passione storia dell'arte. Era stato difficile trovare un impiego; solo studio e tirocini non retribuiti, fino a qualche giorno prima, quando era riuscito a passare quel colloquio che sembrava impossibile. Eppure ora eccolo lì; ancora qualche chilometro e avrebbe varcato il cancello in ferro battuto che permetteva l'accesso al museo. E allora sarebbe entrato nel quadriportico decorato con i calchi in gesso delle sculture classiche più famose e con i mosaici alle pareti; conosceva ogni centimetro di quel posto e ogni singola opera. Quello era il suo mondo.
Certo poi c'era anche quell'altra parte del suo mondo, che teneva nascosta a tutti perché nessuno avrebbe capito oppure l'avrebbero trovato strano o anche peggio. Durante la notte infatti lavorava all'interno del cimitero monumentale; aveva cominciato così, per caso, per pagarsi gli studi, ma poi erano passati i mesi e ormai erano quasi sei anni che stava lì. In fin dei conti la paga era buona, non c'erano scocciatori in giro che lo disturbassero, poteva studiare tranquillamente e quel posto aveva un discreto fascino; anche le tombe e le lapidi avevano un qualcosa di artistico e alcune erano molto vecchie ed elaborate. Ed era così interessante scoprire le storie delle persone che giacevano lì, che tutti ormai avevano dimenticato. Comunque si ripeteva in continuazione che non c'era niente di male nel fare il guardiano notturno in un cimitero, per di più monumentale, dove il corpo più recente era stato seppellito prima che lui nascesse. Insomma non succedeva mai niente lì, erano solo controlli di routine.
Più o meno. Magari qualche volta era successo qualche piccolo incidente, ma niente di grave; d'accordo, ogni tanto qualche morto resuscitava e si presentava al suo cospetto come zombie, ma non accadeva nulla di male. Lui sapeva controllare gli zombie e rimandarli dentro le tombe, senza che nessuno ci facesse caso e senza che ci fossero danni particolari; poi bastava sigillare per bene le bare, ricoprirle di terra, risistemare le lapidi ed era come se niente fosse successo. La maggior parte delle volte i suoi superiori non se ne accorgevano nemmeno; dopo diversi anni era diventato bravissimo. Certo i primi tempi non era stata proprio una passeggiata e la prima volta che uno zombie macilento gli era venuto incontro si era spaventato da morire; sapeva della loro esistenza, come tutti, ma come chiunque altro non ci aveva mai pensato più di tanto. In fin dei conti chi mai aveva visto veramente un morto putrefatto che camminava? E non in televisione, dove c'erano delle trasmissioni che facevano vedere questo genere di spettacolo tutte le sere; le detestava, ma ovviamente qualche volta le aveva viste e non era rimasto per niente colpito da quelle creature.
Esistevano negromanti che facevano resuscitare, dietro compenso, chiunque fosse morto da almeno venti anni; si posizionavano sopra la tomba, recitavano delle formule, accendevano qualche candela ed ecco che il simpatico zombie se ne usciva come se niente fosse. Fino a sei anni fa, lui era tra quei fortunati che non avevano mai visto coi propri occhi uno zombie, ma da quando lavorava al cimitero le cose erano cambiate e di molto; in pratica aveva scoperto di possedere quella misteriosa qualità che consente di dare ordini agli zombie e di fargli fare qualsiasi cosa si abbia in mente. Questo non significava che potesse chiamarli dall'oltretomba, ma solo controllarli una volta riemersi e ciò serviva perché potessero tornare nell'aldilà in santa pace, senza più ritornare e senza che nessuno si approfittasse di loro e li trattasse come fenomeni da baraccone; quando un cadavere infatti era stato resuscitato e riportato poi nella tomba, non poteva essere richiamato una seconda volta, quindi poteva riposare realmente per l'eternità. Gli zombie erano inquietanti e schifosi per lo più, ma erano state pur sempre delle persone un tempo e meritavano rispetto; al solo pensiero che qualcuno resuscitasse per gioco sua madre e la trattasse come un burattino per divertimento, si sentiva morire. Per questo continuava a lavorare lì nonostante tutto; la sua era una sorta di missione. O almeno questo era ciò che gli ripeteva sempre il suo capo; e alla fine aveva finito per crederci anche lui.
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A & D: Arte Dannata
ParanormalAngel ha finalmente raggiunto il suo sogno: lavorare nel prestigioso museo cittadino. Solo che da quando varca il portone dell'edificio, la sua vita cambia radicalmente ed entra a stretto contatto con quel mondo che ha sempre odiato e combattuto: il...