Shiri non era esattamente la ragazza di Angel; ogni tanto si vedevano, ma in realtà andavano solo a letto insieme, niente di più profondo. O almeno così la pensava lui perché lei invece lo trattava come fosse un vero fidanzato; lo chiamava in continuazione, anche se lui non rispondeva quasi mai alle sue telefonate, gli faceva dei regali e cucinava per lui ogni tanto, ma soprattutto diceva a tutti quelli che conosceva che stavano insieme, come una coppia. Prima o poi Angel avrebbe dovuto parlarle e chiarire la situazione, ma affrontare questo genere di conversazione non era esattamente il suo forte e non ne aveva alcuna voglia, così rimandava e faceva finta di niente; ormai erano sei mesi che andava avanti la loro non-storia e finché Shiri non diventava troppo appiccicosa, a lui stava bene. Del resto non voleva avere nessun legame fisso, tanto meno con una come lei; anzitutto non era sicuro che fosse umana al cento per cento. D'accordo forse era un controsenso, odiare i soprannaturali e poi uscirci assieme, ma anche lei non faceva altro che parlare male di loro e per i primi tempi non aveva sospettato di nulla. Poi però si era insinuato in lui il dubbio che ci fosse dell'altro dietro la sua attività di erborista, ma non aveva mai avuto nessuna prova certa e allora aveva lasciato perdere; forse era una di quelle streghe buone, con scarsi poteri, che si limitavano a preparare degli innocui filtri che servivano a poco, giusto per i mortali con manie di stregoneria. Doveva essere così; anche lei era contraria alla libera circolazione dei vampiri e dei licantropi e questo era un punto importante su cui si trovavano d'accordo, anzi probabilmente l'unico.
Angel entrò nel piccolo negozio di Shiri, situato in pieno centro città, ma in una piccola via laterale, dove nessuno entrava a meno che non abitasse in un palazzo o non fosse diretto proprio nella sua profumata erboristeria; a quell'ora aveva appena aperto e non c'era ancora nessuno. Shiri stava sistemando delle bottiglie su uno scaffale in alto ed era arrampicata su una scaletta di legno, su cui poggiava con i suoi immancabili tacchi vertiginosi; non era il comportamento più sicuro del mondo, ma a nulla era valso farglielo notare più e più volte, così ormai aveva lasciato perdere. Il motivo principale per cui Angel stava con lei era che Shiri era davvero uno schianto, una delle ragazze più belle che avesse mai visto; fisico da modella di Victoria's Secret, lunghi capelli biondi, occhi azzurri, pelle leggermente abbronzata, quel tanto da essere piacevole e da non sembrare artificiale. Il tutto era valorizzato da abitini succinti, che lasciavano generosamente in vista seno e gambe e che indossava in ogni stagione, anche con la neve; quel pomeriggio portava un miniabito senza maniche di colore azzurro con piccoli pois rossi, non troppo scollato, delle décolletées rosso vernice con tacco dodici e fermacapelli a forma di fragola. L'impressione era che lavorasse piuttosto in un negozio di caramelle e lei fosse la caramella gigante in premio al bambino più buono, ma nessuno poteva obiettare che fosse splendida, di certo non Angel. Non appena entrò, il campanellino sulla porta suonò e lei si girò.
«Tesoro, cosa ci fai qui? Oh mio Dio, come sei elegante! Sei passato a trovarmi? Che carino!»
Un'altra cosa che non sopportava di lei era che lo chiamasse tesoro; odiava ogni sorta di vezzeggiativo che ci si poteva scambiare tra innamorati. Tesoro, caro, ciccino, topino, amore erano banditi dal suo vocabolario e doveva essere così per tutti, ma c'era chi ancora si ostinava a usarli; come Shiri appunto. E poi quando mai lui era passato in negozio a salutarla? Ci andava solo se aveva bisogno di qualcosa e le sue visite si concludevano sempre nel retrobottega, ma lei continuava a vederci qualcosa di romantico e di carino.
«Ciao Shiri. A dire il vero, ho appena staccato dal primo giorno di lavoro al museo e devo tornarci tra poche ore. Sono passato solo per...» ma non riuscì a terminare la frase perché Shiri lo interruppe.
«Davvero hai iniziato il lavoro nuovo? Ma è stupendo! Stupido, perché non me l'hai detto? Mi tieni sempre nascoste le cose! Ecco allora perché ti sei dovuto vestire bene; ti hanno proibito jeans strappati e t-shirt! Finalmente ti sei deciso ad avere un impiego rispettabile; che figura ci facevo a dire che stai in un cimitero? Che orrore!»
Lo stava facendo di nuovo: lo trattava come se fosse il suo fidanzato, ma quel giorno sembrava lontano dalla sua conclusione e aveva davvero bisogno di lei, quindi fece finta di niente.
«Come ti stavo dicendo, sono passato perché stasera devo andare all'apertura serale e...»
«Oh, che bella l'apertura serale! Ci sono i cartelloni per tutta la città! Posso venire anch'io? Così mi presenti ai tuoi nuovi colleghi e poi ci saranno anche delle persone famose!»
Quando Angel pensava che quella giornata non potesse peggiorare, si sbagliava di grosso; non aveva tenuto in considerazione la passione di Shiri per le uscite mondane e per dichiarare a tutti la loro relazione. E adesso lei si era autoinvitata all'happening della serata.
«Veramente Shiri, stasera sarò da solo al museo e non posso permettermi di distrarmi in nessun modo. E come ben sai, per me sei una fortissima distrazione, quindi mi spiace ma non puoi venire; forse la prossima volta.»
«Che cattivo! Ma non eri passato di qui per chiedermi qualcosa? Ti aiuto solo se mi lasci venire! E se mi lasci venire, potremmo stare un po' nel retro, che ne dici?»
Ricatto, sporco ricatto: il guaio è che funzionava sempre. Prima o poi si sarebbe dovuto decidere a comprare qualche rivista di moda maschile e a guardare più spesso la televisione per capire come si vestivano quelli famosi, ma per ora non ne aveva la più pallida idea e Shiri era strizzata in quel succinto abitino. Al diavolo, se la sarebbe portata dietro! Che cosa poteva succedere di male alla grande serata? Sarebbe stato un evento noioso e almeno aveva qualcuno con cui parlare, anche se si trattava di Shiri.
«Va bene, puoi venire, ma devi trovarmi dei vestiti adatti per l'occasione senza farmi spendere troppo. E stasera farai la brava. E ti coprirai un po' di più.»
Shiri reagì a quell'affermazione buttandogli le braccia al collo e stampandosi un enorme sorriso sul volto; alla fine aveva ottenuto esattamente ciò che voleva, senza doversi minimamente sforzare.
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A & D: Arte Dannata
ParanormalAngel ha finalmente raggiunto il suo sogno: lavorare nel prestigioso museo cittadino. Solo che da quando varca il portone dell'edificio, la sua vita cambia radicalmente ed entra a stretto contatto con quel mondo che ha sempre odiato e combattuto: il...