21. Un potere speciale

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In effetti c'era il problema dell'altro suo potere e quello non sapeva davvero come gestirlo. Non si era mai trovato in un posto chiuso pieno di vampiri; come avrebbe reagito? Sì perché oltre al dono speciale di parlare e controllare gli zombie, aveva anche il potere, ancora più raro, di sentire i pensieri dei morti; gli bastava toccare una lapide o una parte di un cadavere per entrare in contatto con i suoi ricordi. In questo modo conosceva le storie di tutti gli abitanti del cimitero; sapeva cose che nessun altro conosceva, nemmeno i parenti né le persone più vicine al defunto. Non poteva comunicare con loro e poteva accedere solo ai ricordi che i morti volevano condividere con lui o a cui pensavano più spesso. Questo potere funzionava anche coi vampiri, dato che di fatto erano dei morti che camminavano, ma era più complicato perché allo stesso tempo erano anche vivi; doveva concentrarsi per entrare nelle loro menti e più antico e potente era il vampiro, più era difficile poi uscire dai suoi pensieri. Finora aveva avuto a che fare con vampiri giovani e non troppo forti e leggere nei loro pensieri gli era servito per individuarli all'interno del cimitero, capire le loro intenzioni e anticiparne le mosse. Solo una volta si era scontrato con un vampiro molto forte; era successo proprio all'inizio del suo incarico, quando stava ancora imparando a gestire il suo potere. Una sera per strada si imbatté in un vampiro dall'aspetto regale e austero e, senza nemmeno rendersene conto, entrò nei suoi pensieri; fu uno shock. Immagini di torture, uccisioni, spargimenti di sangue, urla e grida di terrore; ed era stato quel vampiro a infliggerle. In una scena in particolare lo vide seduto su una specie di trono, con un uomo in grembo, la gola squarciata e la testa riversa di lato; lui lo stava contemplando, come uno storico dell'arte ammirerebbe un capolavoro, e aveva la bocca completamente ricoperta di sangue. All'improvviso però, Angel ebbe come una violenta scarica al cervello e svenne; si svegliò due giorni dopo in ospedale, credendo di essere diventato a sua volta un vampiro. Non seppe mai cosa successe dopo, come quel succhiasangue riuscì a capire quel che stava facendo e a farlo uscire dalla sua testa. Non gli era mai più capitata una cosa simile e sperava che fosse così per sempre, ma forse quella sera le cose sarebbero cambiate di nuovo.

Doveva riuscire a controllare il potere e a raccogliere il maggior numero possibile di informazioni. E ovviamente a non farsi ammazzare dal Master; aveva un appuntamento a cui non voleva rinunciare quella notte.


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