22. Il cimitero monumentale

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Ovviamente a causa della sua assenza, la notte precedente erano successi dei casini al cimitero e, nonostante la spiegazione esauriente, Robert non lo aveva affatto scusato e si era incazzato a morte, tipico di lui. Alcuni zombie erano usciti dalle tombe e si erano messi a vagare per il cimitero; fortunatamente, senza alcuna interferenza magica, gli zombie non potevano uscire dal territorio in cui erano stati sepolti, per cui erano stati ritrovati dal guardiano diurno aggrappati a una cancellata del lato nord, dove non c'erano edifici né strade frequentate. Non sarebbe stato certo un bel guardare per i passanti; lasciare che persone ignare vedessero i cari estinti risorti era la principale cosa da evitare in un cimitero. Solo che i guardiani diurni non erano molto bravi con i morti viventi, visto che questi uscivano solo di notte, e così avevano distrutto un sacco di lapidi e rovinato la vegetazione. E avevano dato tutta la colpa ad Angel, che ora doveva sistemare tutto, aiuole comprese. Era ormai tramontato il sole da un pezzo quando Angel finì di seppellire i morti, sigillare le tombe, ricoprirle di terra, collocare le lapidi e ordinare quelle che erano andate distrutte, piantare i fiori e gli arbusti divelti, raccogliere i detriti e pulire dove quegli incompetenti di guardie diurne avevano vomitato (si erano sentiti male solo per aver visto qualche cadavere putrescente ricoperto di vermi camminare verso di loro: che rammolliti!). Una giornata di ordinaria amministrazione insomma! Quando guardò l'orologio, si accorse che erano già le otto e mezzo; sarebbe sicuramente arrivato in ritardo al Keenan, dato che si trovava dalla parte opposta della città e doveva prima ripulirsi, ma chi se ne importava, mica avevano fretta i vampiri! Mentre lavorava, Robert l'aveva istruito su cosa fare una volta arrivato là e soprattutto su cosa non fare per nessun motivo; Angel aveva la tendenza a cacciarsi nei guai per ragioni stupide. La maggior parte delle volte che usciva con Shiri e andavano da qualche parte finiva con una rissa, un pestaggio, una litigata, ma finché si trovava tra gli esseri umani era tutto a posto; diverso era fare il prepotente e l'antipatico con i soprannaturali, che potevano uccidere semplicemente esercitando una minima forza. Perciò quella sera aveva promesso che sarebbe stato un bravissimo ragazzo, un boy-scout, e non avrebbe provocato nessuno; sarebbe andato da Daniel, avrebbe ascoltato quelle che erano le sue intenzioni e l'avrebbe aiutato per quanto la sua coscienza gli permetteva. Poi sarebbe ritornato a casa e avrebbe chiamato David; e magari l'avrebbe anche visto. Per fortuna quella sera era stato sollevato dal turno di guardia, quindi sperava di finire il prima possibile tra i mostri per tuffarsi subito tra le braccia di David.

Dopo tutto non sarebbe stata una brutta serata. Vampiri e licantropi permettendo.


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