Ogni gruppo nella nostra scuola, ha il nome di alcuni passi di danza.
Si parte dai "Piccoli Salti" fino ad arrivare alle "Arabesque", che sono le ragazze più grandi -che arrivano facilmente ai ventidue anni-.
«Lasciamoci dunque immergere, nell'atmosfera dei giardini olandesi, dominati dai colori dei tulipani»
La voce di Marianna mi diede forza, come già lo faceva da quando avevo capito che la danza non era propriamente uno sport.
Io e mie compagne prendemmo i nostri posti nel palco con ancora il sipario chiuso. Virginia salì il arabesque sul braccio di Daniel e Ginevra stava piegata in fondu alla sua sinistra. Insomma, tutte avevano preso la loro posizione iniziale.
A quel punto, le punte mi iniziarono a premere contro le dita dei piedi, e mi prese la paura che la lana di fosse spostata, e mi innervosì di più il pensiero di non poterlo verificare perché Sara aveva già fatto cenno alla maestra di essere pronte e il sipario si stava già aprendo.
Il tendone rosso sparì dietro il muro e osservai il pubblico infinito davanti a noi, che nonostante fosse al buio, ne percepivo la presenza come se stessero tutti sulla mia nuca.
Dei flash partirono dai telefoni e dalla macchina fotografica del fotografo professionista.
La musica partì e mentre condividevo la mia passione con il Teatro, eseguivo il mio pezzo con Daniel e mi facevo sollevare come fossi una farfalla, il rumore delle punte sul palco rimbombava nel nostro camerino sotto di esso, e tutto era diverso dal fare lo stesso balletto nella sala con lo specchio, sentì il dolore ai piedi affievolirsi.
Il balletto terminò con un applauso incessante, e rimasi nella mia posa finale -in doppio attitude sollevata da Daniel e appoggiata sulla sua spalla destra- per qualche secondo anche dopo la chiusura del teatro.
Il mio respiro aumentò, e mentre Daniel mi faceva scendere sentivo che nonostante la puntualissima stanchezza, avrei voluto rifarlo milione milioni di volte.
STAI LEGGENDO
È soltanto successo
Romance«Mi prendi?» «Quando mai ti ho lasciata cadere?» ~ Daniel e Sofia