Chiamami Gab

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«Ciao, Sofia» mi chiamò una voce maschile, ma non era quella di Daniel. Sobbalzai quando mi resi conto che era Gabriel.
«Ciao» ricambiai facendogli posto accanto a me sul balcone.
«Come ti trovi qui a Londra?»
«Bene. Come mi devo trovare? Ero abituata al pubblico di Cortona... Non mi ero mai mossa dalla Toscana»
«Io è terza volta che vengo qua» ammise con il suo accento inglese.
«Terza?»
«Terza»
«Assurdo»
«Già. Sai che dovremo ballare insieme, tra un po' di giorni?»
«Sì. Hai un'idea per la coreografia? Quale stile ti piace?» gli chiesi posando i palmi delle mani sotto il mio mento.
«Non impazzisco per il classico, mi piace l'hop-hop ma il moderno è nel mio cuore» mi disse con aria sognante.
«Uguale per me. Tranne per il classico. Lo adoro» dissi ridendo.
L'aria silenziosa di Londra quella notte fu interrotta da una nostra piccola risata e dalle chiacchiere di Jennifer e Daniel aldilà del vetro della porta finestra.
«Sai, Sofia. Sei veramente una brava ballerina»
«Grazie Gabriel, anche tu» ricambiai sorridendo mentre avvampavo.
«Chiamami Gab, è più facile» mi disse ammiccando.
«Gab» ripetei.
«Sei carina quando sorridi»
«Grazie» risposi arrossendo.
«Ma che dico carina? Bellissima!» esclamò allargando le braccia.
«Cosa urli?» lo avvertii placando il suo orgoglio.
«Ferma» mi disse di punto in bianco.
«Cosa?» chiesi allarmata.
«C'hai uno schifo qui» disse avvicinandosi con una mano verso i miei capelli.
«Levalo» gli ordinai inerme.
«Ferma...»
La sua mano toccò il mio piccolo ciuffo e scappò subito dietro l'orecchio, avvicinò il mio viso al suo e le nostre labbra si toccarono.
Mi baciò a lungo, quasi che non riuscivo più a ricordarmi come e quando eravamo arrivati fino a lì.
Quando si allontanò provai l'irrefrenabile sensazione di continuare, ma qualcosa mi fece commentare solo con un «Cosa?»
«Cosa cosa?» disse come se mi aveva veramente levato qualcosa dai capelli.
Agitai le braccia per chiedere spiegazioni ma senza alludervi verbalmente, e lui capì, seppur nascondendolo.
«Andiamo dentro» disse infine.
Non sapevo ancora con che faccia mi ero presentata davanti a Daniel e Jennifer seduti sul letto con la schiena al muro che guardavano "The Voice UK" ma ero pronta a scommettere che Jennifer sospettava qualcosa.
«Si dorme?» chiese Daniel.
«Sì dai» rispose Gab.
Jennifer mi lanciò uno sguardo d'intesa mentre i ragazzi si dirigevano verso i propri letti.
Poi mi fece un cenno con la testa, e capii che l'indomani avrei dovuto raccontarle tanta di quella roba...

È soltanto successo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora