Toc toc

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«Ciao Stella! E grazie, grazie tante!»
Le due macchine che avevano caricato le otto ragazze si stava allontanando.
«Buona fortuna» sussurrò Bea a me e a Daniel abbassando il finestrino.
Contai le ragazze. Noi siamo dispari, undici. Quindi perché le ragazze che vanno a Milano sono otto?, pensai.
Quando tornai a casa, decisi di bussare alla porta che stava davanti al mio giardino.
«Tu sali pure, Daniel, fo una cosa veloce»
Era venuto a casa mia per registrare il video di ammissione, dato che lui vive in un condominio.
Quando giunsi di fronte alla camera di Virginia, dissi: «Toc Toc»
«Non c'è nessuno»
«Aprimi, scema»
Arrivò davanti alla porta e girò la chiave, quindi la lanciò sul letto e si rimise nella stessa posizione in cui molto probabilmente era prima. Mi lasciò entrare senza esitare, e mi appoggiai alla porta.
Stava seduta in terra e teneva le gambe a capanna, le braccia intorno e il mento sulle ginocchia. Cercai di seguire il suo sguardo incantato lontano e davanti a sé sul pavimento.
«Tua madre non vuole che chiuda la porta a chiave»
«Tu infatti non puoi»
«Infatti dicevo di te»
«Mia madre mi voleva anche mandare a Milano»
«E perché non ci sei andata?»
«Perché senza di te non vado da punte parti»
«Ora le punte te le fo ingoià, non puoi venire neanche a Roma se per questo. Potevi andare a Milano, almeno ballavi»
«Io non ballo se non ci sei tu. Sei il mio amuleto o come cavolo si dice. Ho iniziato un anno dopo di te perché ti invidiavo. Ti vedevo circondata dai complimenti e ti invidiavo. Se ho iniziato a ballare e ho continuato è merito tuo. E non completerò la mia passione senza chi me l'ha fatta iniziare»
«Io non...»
«Non andrò a Milano» continuò lei trattenendo una lacrima «Non verrò a Roma» fece una pausa e trasalì «Resterò a casa. Immaginando di essere con te»
Senza lasciarla continuare mi alzai e mi chiusi la porta alle spalle. Quando arrivai davanti al mio cancello, mi resi conto di come l'avevo lasciata. In lacrime, sul pavimento, con il nostro primo tutù sul letto sfatto.
Ma era troppo tardi per tornare indietro.
***
«Attacchiamo il pezzo dalla piramide del moderno a quello di quello dell'anno scorso, te lo ricordi?»
«No, aspetta, Dà, rifallo un attimo»
Daniel eseguì il pezzo e lo seguii con lo sguardo.
«Ah, sì e dopo c'era la presa di Alessia. Ok, bene»
«Ok?» disse aspettando il tempo della musica «... Tre, quattro, cinque...»

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