... Tutto tranne la testa!

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«Buongiorno cari» ci accolse Claudia all'entrata a braccia aperte.
«Buongiorno» ricambiai sbadigliando.
«Dai che ora vi sveglio io, ho una bella notizia»
Entrammo nella Sala ormai non più nuova, e come ci informò il primo giorno, partimmo con la solita mezz'ora da soli data per riscaldarci, e per quella mezz'ora, io e Daniel scambiammo un po' di chiacchiere.
«Un t'e garbato i' fimme di ieri?»
«M'è garbato si, il fatto è che ero stanchissima»
«Beh se volevi potevi appoggiarti alla mia spalla. Tanto non sarebbe stata la prima volta»
«Beh penso che con tutte le prese che abbiamo fatto, sulla tua spalla ho messo tutto tranne la testa!»
«Touché»
«Gnamo touché, prendimi le mani e si fa a turno la spaccata»
«Ma oggi c'è classico»
«Allora vado a mettermi le punte»
Anche se non mi girai mentre andavo verso la borsa, mi sentii gli occhi di Daniel addosso. Starà sorridendo., pensai.
Quando mi sedetti per legarmi i nastri non si fece un problema. Si mise a sedere a gambe incrociate davanti a me e mi osservò durante il mio lavoro.
Annodai i nastri e mi alzai per provarle, e almeno per quel momento la lana era messa giusta.
Daniel mi porse una mano e mi fece fare un giro di promenade.
«Sì, vanno bene» commentai io guardando le punte delle scarpe.
Mi avvicinai di nuovo alla borsa e afferrai il gonnellino nero di viscosa e mi avvicinai allo specchio con ciambella e forcine per farmi la crocchia.
«È davvero così difficile?»
«Farsi la crocchia? Sì»
Trattenni tra i denti una forcina mentre giravo i capelli intorno alla ciambella, evitando che si gonfiassero.
«Passami la lacca» gli ordinai tastandomi l'attaccatura dei capelli ripetutamente.
Daniel obbedì senza esitare.
«Qua al lato è venuta un po' male, ma non importa»
Mi soffocai di lacca la composizione e riposi tutto nella borsa.
«Bene cari, ripassiamo veloce il classico che sabato è il gran giorno» esclamò Claudia.
«Che gran giorno?» chiedemmo io e Daniel insieme.
«Ah già. Ancora non ve l'ho detto. Sabato abbiamo il primo spettacolo alle Terme di Caracalla» disse con pace olimpica.
Certo, lei era abituata a dare certe notizie, ma per due ragazzini provinciali aretini come eravamo, non sono cose che ti senti dire quando ti svegli la mattina.
Mi chiesi come riusciva a non esprimere né gioia per sé né per noi, ma non terminai il pensiero che già avevo gridato il primo «Cosa?!»
«Cosa?!» esclamò Daniel mentre si passava le mani nei capelli.
«No, non è vero! Oh mio dio non è vero!» dissi esterrefatta mentre non sapevo neanche perché stavo ridendo.
Non ci potevo credere. La mia vita era stata completamente ribaltata. Dal Teatro in provincia di Arezzo alle Terme di Caracalla. Nessuno ci avrebbe creduto.
Mi presi coraggio e diedi più del mio massimo, e con le calze crema del saggio, il body, il gonnellino, le punte e la crocchia, eseguii il balletto alla perfezione. Non esitammo mentre facevamo la presa e io riuscii a tenere dritta la schiena.
E sei giorni dopo eravamo sul palco.

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