12.
Le stanze della villa potevano anche essere perfettamente insonorizzate, ma l'aroma di lupo che portavo sulla pelle era più chiaro di un faro nella notte.
A ogni modo, non potevo farci granché e, quando raggiunsi la camera di Alec, mi tenni pronta per la sequela di battute di spirito che mi avrebbe propinato Fenrir di Bradford.
Quel che trovai, invece, in parte mi sorprese, in parte mi fece ridere.
Erin stava fissando accigliata Alec che, imperterrito, si rifiutava di mangiare dalla sua mano e, cocciutamente, teneva le braccia conserte sul torace nudo e bendato fin sotto le costole.
La cicatrice in viso pulsava di rabbia repressa e, nei suoi occhi di ghiaccio, potei leggere... sì, fu imbarazzo quello che vidi.
Sospirai esasperata e, dopo essermi richiusa la porta alle spalle, esalai: "Che c'è, stavolta?"
"Non vuole mangiare" brontolò Erin, poggiando il vassoio sul comodino prima di alzarsi in piedi e, a sorpresa, scaricare un pugno sulla testa di Alec.
"Ahia!" sbottò l'uomo, fissandola bieco e allungando lesto un braccio per afferrarla, con tutta l'intenzione di rendere pan per focaccia.
Lei schivò la sua mano, portandosi a distanza di sicurezza, e io mi domandai per un istante se, per caso, fossi finita all'asilo nido. Perché ne aveva tutta l'aria.
Mi massaggiai pensosa le tempie mentre i due, accavallando le une sulle altre le rispettive accuse - con voci sempre più stridenti e fastidiose - si insultavano per i motivi più assurdi.
Quando alla fine non ne potei più, ringhiai abbastanza forte da attirare la loro attenzione e, con aria disperata, esalai in direzione di Erin: "Ti prego, ne parleremo dopo. Ora puoi uscire? Grazie."
"Non vedevo l'ora!" sbottò la donna, non senza lanciare un'occhiata ansiosa in direzione del letto e, soprattutto, a colui che ci stava dentro.
Oh... questa poi!
La porta si richiuse con forza dietro di lei così, crollando sulla sedia che prima aveva accolto Erin, fissai accigliata Alec e mugugnai: "Ma perché non le hai permesso di nutrirti? In fondo, voleva solo sdebitarsi con te per averla salvata."
"Voleva imboccarmi! Non sono mica paralizzato!" ringhiò furioso Alec, mostrando al tempo stesso un certo rossore sotto le gote abbronzate.
Io sgranai leggermente gli occhi e sospirai, vagamente stressata: "E ti costava tanto accontentarla?"
"Sì" borbottò, accigliandosi.
"Due bambini dell'asilo, ecco cosa siete" brontolai scuotendo il capo. "E dire che la più piccola, qui dentro, sono io."
Alec mugugnò qualcosa di incomprensibile ma io, preferendo non proseguire oltre, cambiai argomento e gli domandai: "Ti ha cambiato il bendaggio?"
"No."
E, sorpresa delle sorprese, avvampò nel dirlo.
Curioso che un licantropo, specie uno come lui, potesse imbarazzarsi di fronte a cose simili, a meno che...
Aggrottai la fronte, prendendo il necessario per cambiare le bende e, con naturalezza, gli chiesi: "Problemi, se lo faccio io? O chiamo Duncan?"
"No, fai pure" scrollò le spalle, ora tranquillo come un bebè.
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All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3
Wilkołaki(Categoria Contenuti: RED FLAG) La Cerca ha inizio. Brianna, Duncan e Alec si recano in Irlanda per iniziare la loro caccia ai berserkir e, al loro trio, si unirà Erin, Fenrir di Belfast e unica depositaria dei segreti sugli uomini-orso. Il loro via...