Capitolo 22

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22.


Rientrare ad Aberdeen fu un toccasana per tutti.

Promisi a Tempest di rimanere in contatto, tramite Skype, ogni qual volta ci sarebbe stato possibile parlare liberamente.

Nessuna delle due voleva che Fenrir e Tyr si perdessero di vista.

Bryan fu ben lieto che tutta quella faccenda fosse finalmente chiusa e, ben volentieri, ci riaccompagnò sulla terraferma, con la speranza che la prossima riunione tra clan non dovesse vertere su un altro attacco divino.

Ce lo augurammo tutti.

Di comune accordo, i berserkir morti in battaglia vennero tumulati nel Vigrond del branco di Bryan, che si offrì più che volentieri di officiare un rito funebre per loro.

Come in precedenza avevo fatto per le mie sentinelle, allo stesso modo benedissi il loro trapasso per il regno della Madre – che ora non mi sembrava più un'entità così astratta – e donai il mio sangue per le loro anime immortali.

Thor mi ringraziò più volte per quel gesto, durante il nostro viaggio di ritorno verso Aberdeen.

Io, per contro, ci tenni a dire quanto il loro sacrificio mi avesse toccato, portandomi a compiere quel gesto benedicente.

Non importava che fossero di un'altra razza; si erano battuti per la salvezza di tutti, e meritavano il giusto tributo.

Quando però giungemmo a casa di Bright ed Estelle, il berserkr mi sorprese.

Congedò i guerrieri perché tornassero ai loro villaggi in Norvegia dopodiché, rivolto ad Alec, disse: "Vorrei venire con voi a Bradford, e instradare la tua völva a un livello superiore di conoscenza. Ne ha le capacità e la forza, e ritengo sia giusto estendere anche a voi il nostro sapere sull'Oltremondo."

Alec soppesò attentamente le sue parole prima di annuire e, lanciato uno sguardo alla sua veggente, le domandò: "Te la senti, Bev?"

"Come il mio Fenrir..." cominciò col dire Beverly, venendo subito interrotta da un'occhiataccia di Alec.

Azzittendosi subito, gli sentì dire a sorpresa: "Cosa ne pensi tu. Ti va, o ti basta quel che sai? La decisione è tua, non mia."

"Certo che la diplomazia è il tuo forte" commentai ironica.

Lui non mi badò minimamente, completamente concentrato sulla sua veggente che, ritrovandosi a sorridergli con rinnovata fiducia, annuì e disse: "Accetto volentieri. Sarei onorata di poter studiare con un eminente stregone come lui."

"Andata. Accompagnala a Bradford, allora, Thor... ma non ti sognare di torcerle un capello, durante il tragitto, o giuro che farò spiedini dei tuoi ragazzi là sotto" precisò Alec, ponendosi petto contro petto con il possente guerriero berserkr.

Ci fu qualche risatina tra gli uomini-orso, il mio sospiro esasperato, l'aria apparentemente indifferente di Duncan e il ghigno di Elspeth.

Ma fu Bev a sorprenderci tutti.

Scoppiò a ridere e, afferrato per un braccio Alec, lo scostò da Thor e disse: "Sono una sentinella, oltre che una veggente, Alec, non sono esattamente una sprovveduta. Inoltre, penso proprio che Thor non sia così maleducato da approfittarsi di una donna."

Era forse la prima volta in assoluto che la sentivo parlare in modo meno che ossequioso, ad Alec, e la cosa sconcertò me come fece sorridere l'uomo.

All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora