Capitolo 17

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17.


Me ne stavo sdraiata su un letto matrimoniale, al buio, nella stanza che avevano trovato per noi nella casa di Elsa, la figlia del capo villaggio.

Essere colpita da quella rete di energia anti-dèi era stato un vero inferno, come lo era stato venire sbalzata via da me stessa per la seconda volta nel giro di una settimana.

Fenrir non era predominante, in me, perciò quelle escursioni fuori dal mio corpo erano per me fonte di dolore.

Come ti senti?

"Spossata, ma sto meglio. Lo stomaco, se non altro, ha smesso di ballare la samba attorno all'intestino tenue."

Non mi aspettavo la barriera. Perdonami.

"Non l'hai mica messa tu..." precisai. "... e poi, ammettiamolo, con Padre Tutto qui al villaggio, chi non l'avrebbe messa?"

E' stato scioccante sentire la sua presenza divina dopo tutti questi secoli.

La voce di Fenrir parve alle mie orecchie davvero sorpresa e, sì, timorosa.

A ben pensarci, non si erano lasciati esattamente da amici.

"Nel ventre della Madre, non vi parlavate?" gli domandai, curiosa.

Non è come trovarsi in un club, in cui i soci si incontrano per una partita di poker, ironizzò Fenrir, facendomi sorridere. Ti trovi in un limbo senza forma, galleggiando privo di peso nella luce calda e rassicurante ove le anime dimorano. Solo pochi di noi hanno coscienza di loro stessi, ma ci è impossibile comunicare tra noi, senza un corpo fisico.

"Per questo, quando Avya e i vostri figli si immersero in Duncan, Jerome e Lance, tu potesti metterti in contatto con loro?"

Più o meno. Mi fu concesso solo perché Loki si era reincarnato, e io temevo fosse per fare del male alla mia famiglia. Fu per questo, che chiesi alla Madre di potermi mettere in contatto con loro... alle condizioni che tu ben sai.

"Per questo mi cercasti. Perché, nel corpo di una wicca, saresti stato al sicuro dallo sguardo di Loki e, al tempo stesso, avresti avuto un legame con i licantropi."

Precisamente. Ma non avrei mai immaginato che, entrando in te, mi sarei ritrovato accanto a dei Cacciatori. E' stato tutto piuttosto pericoloso, ma non potevo intervenire. Non potevo parlare con te, senza che mi venisse dato il permesso e la quercia del Vigrond, che parla per conto della Madre, non aveva ritenuto che fosse ancora giunto il momento.

"Me l'ha detto" assentii.

Forse, se avessi saputo della rinascita di Wotan, avrei potuto collegare prima i berserkir a lui, che sono i suoi figli prediletti ma, non potendo percepirne la presenza...

"Siamo qui, abbiamo fermato i berserkir che si erano mossi per attaccarci e, tra poco, parleremo con il Sommo Sacerdote che ha dato il via a tutto. Direi che non ce la siamo cavata male" replicai, facendo spallucce.

Pratica come sempre, ridacchiò Fenrir.

"Devo esserlo, lo sai, o impazzirei di sicuro" ghignai un attimo, prima di avvertire dei passi lungo il corridoio che conduceva alla camera dove mi trovavo.

Mi levai a sedere sul letto, passandomi una mano tra i capelli in disordine mentre la porta si apriva, lasciando penetrare una lama di luce che mi ferì gli occhi.

All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora