Alessio quella mattina si svegliò presto, scese giù per fare colazione e trovò li la madre di Andrea che aveva già preparato una tazza di latte per Valentina.
«Buongiorno...» disse con la voce impastata dal sonno.
«Ehi!» disse lei allegra.
«Quei due dormono ancora?» domandò il ragazzo prendendo la tazza di latte che gli aveva allungato la madre di Andrea e lui la ringraziò con un sorriso.
«Mi sa di si... ora li andiamo a svegliare. Prima Andrea, magari con un secchio d'acqua...» rifletté Valentina ad alta voce.
«O magari alzando il volume della musica e aprendo le tende.» suggerì la mamma di Andrea.
«Buon'idea, Gloria.» disse Alessio. Dopo aver fatto colazione, quindi, entrambi andarono nella camera di Andrea, che trovarono vuota. Forse era sveglio ed era andato in bagno... così decisero di provare da Ginevra. Quando aprirono la porta, pronti ad urlare, il loro entusiasmo si spense. Alessio li guardava, le lacrime iniziavano ad appannargli la vista.
Merda. Andrea sapeva che Alessio aveva una grandissima cotta per la piccola Ginevra, e non poteva far a meno di portarsela a letto?!
«Alessio, stai... stai bene?» domandò Valentina, prendendo il suo braccio.
«Io... io non lo so...» pensò al fatto che fino al giorno prima era lui a stringerla tra le sue braccia. Non erano fidanzati, questo l'avevano deciso entrambi, ma pensava almeno di interessare un po' a Ginevra... era stata la sua prima volta, la sua prima cotta... aveva una cotta per quella ragazza da quando aveva sette anni e la vide giocare nel parco. Il grembiule ancora della scuola, il fiocco blu leggermente storto legato dietro al colletto, le scarpe blu alle quali era appoggiato il jeans e due codini che le toglievano i capelli da davanti agli occhi. Già in quel momento pensò fosse una bambola, una piccola bambolina, come quella che aveva la sorella sugli scaffali. L'unica differenza era la pelle. Quelle bamboline di porcellana avevano la pelle molto chiara mentre Ginevra era scura, ma sempre liscia e perfetta. Le scocche rosse sulle guance c'erano sempre, così come le labbra carnose, rosse e leggermente screpolate e gli occhi, così profondi... non avrebbe mai potuto immaginare la scena che gli si parò davanti.
«Penso sia meglio uscire...» disse solo Valentina, prendendolo per mano e portandolo fuori dalla stanza.
«Non ci posso credere...» sussurrò Alessio, sedendosi per terra.
Sapete quella sensazione che si ha quando vi piace dannatamente tanto qualcuno, e quel qualcuno è tra le braccia di un'altra persona che non sei tu? E avete presente quando le vostre mani tremano così tanto da non riuscire a farle star ferme, o quando ancora il vostro stomaco si chiude e vi sempre che qualcuno vi abbia preso il cuore, frantumato e poi rimesso nel petto? E la gola diventa secca tant'è che è difficile deglutire e allora tutto il tuo mondo va a pezzi, perde i colori, gira tutto ma tu sai che è tutto nella tua testa e capisci, alla fine, che non hai solo "una piccola cotta adolescenziale", ma di quella persona ne sei davvero innamorato.
«Dai, sapevamo che sarebbe successo, alla fin fine.» sussurrò Valentina. Alessio alzò lo sguardo su di lei, interrogativo.
«Ma si, a lei lui piace, e Ginevra è una ragazza molto bella, e sabbiamo che Andrea non resiste alle belle ragazze, soprattutto quelle rosse con gli occhi verdi e le lentiggini.»
«Non mi ha mai detto di avere una cotta per lei...» sussurrò Alessio.
«Oddio, la guarda con degli occhi sognanti. Non te ne sei mai accorto?»
«In realtà no... cioè, glielo chiesi una volta, e lui mi disse di no.» risposte Alessio, continuando a tenere i capelli biondi tra le mani.
«E forse piace anche a te...» sussurrò Valentina, sedendosi vicino a lui.
«No... lei è... insomma!» il biondo stese le gambe davanti a se, guardandosi le scarpe nere.
«Allora perché le hai fatto un CD?»
«Chi ti ha detto che le ho fatto un CD?»
«Lei.» in quel momento il mondo crollò addosso ad Alessio. Non pensava se ne sarebbe accorta. «E poi, beh, riconoscerei la tua voce ovunque.» Valentina fece spallucce.
«Aspetta, quindi lei ti ha detto che sono stato io?»
«Beh, gliel'hai dato l'altro giorno... le hai detto che era per un'altra ragazza; me l'ha detto lei.» rispose la ragazza.
«Io non gliel'ho mai detto...» si accigliò il ragazzo.
«Dio, non ci credo! Ultimamente mi dice così poche cose...» poggiò la testa contro il muro e sospirò pesantemente.
«Quindi secondo te non lo sa?»
«No...»
«Non glielo dire.»
«Perché no?»
«Perché ora è... è imbarazzante.» i due si guardarono e risero leggermente.
«Già... imbarazzante.» ripeté Valentina.
«Perché deve essere tutto un casino?!»
«Perché se non è un casino allora non è divertente.» sorrise Valentina. Si guardarono ancora una volta prima di ridere ancora più forte.
Alessio prese le sue cuffiette e le collegò al suo cellulare, poi ne diede una a Valentina, che subito infilò. Mise la riproduzione casuale e partì "Chasing cars" dei Snow Patrol. E stettero lì per un bel po' prima di sentire la porta dietro di loro aprirsi e si alzarono di scatto. Ginevra aveva le lacrime agli occhi e, appena vide Alessio, gli andò contro, abbracciandolo.
«Perché piangi?»
«Mi dispiace così tanto...»
E in quel momento Valentina capì che poteva essere fantastica, essere alla moda, simpatica... ma Ginevra sarebbe sempre stata un passo più avanti, un gradino più in alto. Quando uscì anche Andrea, che li vide assieme, socchiuse leggermente le labbra.
«Oh mamma mia...» Andrea guardò i due.
«Beh, quando la persona che ti piace si trova tra le braccia di qualcun altro... non sapevi come faceva male fino a poco fa.»
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This is everything I didn't say
ChickLitQuel CD trovato sul banco è diventata la sua colonna sonora, la colonna sonora della sua vita, delle sue scelte, dei suoi sbagli; quelle canzoni ci sono sempre state, durante le sue cadute, durante le volte nelle quali si è rialzata, mette andava av...