19. Marry you - Bruno Mars

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Stesi sul cofano del furgone, le gambe intrecciate tra di loro. Le stelle erano a migliaia lì nell'Arizona nord-orientale, nel Grand Canyon. Erano giunti quasi alla fine del loro viaggio e una leggera malinconia si era già impadronita di loro. Il deserto dipinto è fantastico. Il deserto in generale è fantastico. Il silenzio, il vento leggero, la solitudine... penso proprio che il silenzio sia la cosa che più piaceva ad entrambi. Dopo un po' Alessio prese una coperta e la stese sulle loro gambe, poi prese la sua chitarra e iniziò a suonare qualcosa; dopo le prime parole Ginevra capì che si trattava di "Marry you". Sorrise cantando il ritornello con lui, poi si alzò e iniziò a girare su se stessa. E iniziò a piovere: una leggera pioggiarellina, giusto per ricordare ad entrambi che l'autunno stava arrivando. Ginevra si tolse di dosso la maglia e poi anche i pantaloncini. La pioggia iniziò ad essere più forte e le si inzupparono i capelli. E così anche ad Alessio, che, dopo aver cantato l'ultima strofa della canzone di Bruno Mars, si tolse la maglia e le bermuda per abbracciare la sua fidanzata.

«Dobbiamo farci una foto, con l'autoscatto!» esclamò Ginevra, correndo verso la macchina; prese la macchina fotografica, aprì il cofano e la mise dentro, in modo che la pioggia non potesse bagnarla. Impostò l'autoscatto e tornò sotto la pioggia, saltando in braccio ad Alessio, che per poco non cadde, ma risero entrambi e partì il flash e così scattarono la foto.

«Tu sei pazza. Estremamente pazza.»

«Io?! Sei tu quello pazzo ad essere cotto di una pazza!» urlò Ginevra, facendo un'altra piroetta sotto la pioggia.

«No, non ho una cotta per te! Io ti amo.» e si baciarono. Sotto la pioggia. Il più squallido dei cliché, eppure dopo tutto quello che era successo sembrava il bacio meno probabile. Il più semplice di tutti.

«Ti amo.» rispose a sua volta Ginevra. E poi ripensò a tutto quello che era successo in quei mesi nei quali avevano viaggiato...

New York è stupenda, sia di notte che di mattina; è una di quelle città che non dormono mai la notte e il giorno sono sempre così attive; poi Washington, Philadelphia, Houston... Alessio aveva comprato anche i biglietti per un concerto, quando si erano trovati a passare per Portland ed è una città così verde: la gente si spostava in bici così i due le avevano affittate per spostarsi in città, a Napa avevano degustato il vino in un vigneto, a Memphis avevano ascoltato del Blues e si erano messi in tiro per l'occasione, avevano prenotato in un motel e si erano preparati; avevano fatto lo stesso per andare in un locale ad ascoltare il jazz ad Atalanta; la prossima tappa sarebbe stata Las Vegas e poi San Francisco per arrivare a Los Angeles. Avevano praticamente finito. La loro avventura era finita e tutto sarebbe mancato a loro di quei momenti. Solo loro, e di nessuno altro. E alla fine era felice. Avrebbero fatto altri viaggi assieme, avrebbero girato il mondo, sarebbero andati in Australia, in Olanda e in altre mille città e paesi. Infreddoliti rientrarono nel furgone, mettendosi addosso dei vestiti puliti e si stesero sul letto arrangiato che c'era sul retro, per poter dormire.

«Ehi, fra un paio di giorni arriveremo a Las Vegas...» sussurrò Alessio

«Ho sentito dire che c'è un ristorante che si trova in una riproduzione più piccola della torre Eiffel.» aveva detto Ginevra.

«Già, dicono che sia stupenda.» Alessio guardò per un po' il piccolo cofanetto che aveva messo nel furgone e poi nuovamente Ginevra.

«C'è qualcosa che non va?» domandò la ragazza. Alessio si fece coraggio e si mise seduto. Ginevra fece lo stesso, un po' assonnata.

«C'è una cosa che devo dirti.» disse con un filo di voce.

«Ti ascolto.» rispose lei, portandosi i capelli dietro le orecchie.

«Non dire no, no, no, no.» iniziò Alessio.

«Tutto bene?» chiese Ginevra.

«Dì di sì, sì, sì, sì.» continuò poi, fregandosene della domanda della ragazza.

«A cosa?»

«E noi andremo, andremo, andremo, andremo»

«Andremo dove?»

«Se sei pronta come sono pronto io.» "If you are ready, like I'm ready."

«Perché è una notte bellissima.» '"Cause it's a beautiful night" entrambi guardarono le stelle, ed effettivamente era una notte stupenda.

«Stiamo cercando qualcosa di stupido da fare.» "We're looking for something dumb to do"

«Ehi piccola...» "Hey baby"; non poteva crederci. Non l'avrebbe detto sul serio "I think I wanna marry you" «...Credo di volerti sposare.»

Ginevra scoppiò in lacrime e si aggrappò a Alessio. Non l'aveva fatto davvero; sembrava tutto un sogno. Quando si staccarono lui aveva tra le mani una piccola scatoletta di velluto, rossa, una tradizionale, e quando l'aprì, rivelando l'anello con un piccolo brillantino all'interno, Ginevra pianse più forte.

«Credo di volerti sposare anche io...» disse scossa tra i singhiozzi, e si diedero un altro bacio.

This is everything I didn't sayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora