Dopo la quindicesima traccia partì la sedicesima e Alessio lasciò tutto sul fuoco, per avvicinarsi a Ginevra e farla scendere dal bancone.
«Allora, signorina, mi concede questo ballo?» lei rise e posò le sue mani sulle sue spalle.
«Alessio, alla fine di tutto questo, partiremo assieme, vero?» chiese titubante la ragazza, appoggiando la testa sul petto del ragazzo.
«Li hai ancora i biglietti che tu ho regalato?» chiese Alessio. Ginevra annuì e lui sorrise. «Andremo ovunque tu voglia andare e Budapest mi sembra un buon modo per iniziare, no?»
«Mi porterai anche a Las Vegas?»
«Ti porterò anche lì e poi andremo a San Francisco e in tutti gli altri posti che vuoi. Ti comprerò tutto quello che desideri. Te lo giuro.» si guardarono per un po', poi si avvicinarono e si baciarono ancora una volta.
«Alessio, cosa siamo, io e te ora?»
«Tutto quello che vuoi.» e si baciarono ancora una volta e poi Alessio le fece fare un giro prima di riportarsela nuovamente vicino a se. «Posso essere il tuo fidanzato, il tuo amico, il tuo confidente, il tuo amante... tutto quello che vuoi.»
«Perché io vorrei essere la tua fidanzata.» Ginevra arrossì leggermente e Alessio trovò quella reazione adorabile.
«Beh, allora è una cosa che vorrei anche io.» rispose Alessio, dopo che la canzone finì; prese il CD e lo pose a Ginevra, che lo mise a posto; poi tornò a cucinare.
Quando finirono di mangiare si sedettero entrambi sul divano. Ginevra crollò immediatamente.
Il giorno dopo si svegliò nel letto di Alessio. Si sentiva malissimo: la testa le girava, lo stomaco protestava, le mani le tremavano. Odiava quella situazione: si sentiva impotente. Aveva bisogno di una di quelle pillole, ma non poteva, lo sapeva benissimo. Quando si alzò per poco non cadde: non riusciva a a tenersi in piedi e si aggrappò alla maniglia dell'armadio. Scese in cucina sempre tremando, aveva freddo, poi aveva caldo. Non lo sapeva come si sentiva. Cosa sentiva. Tutto era così amplificato: il dolore e la gioia erano un tutt'uno. Alessio era al bancone, una tazzina di caffè poggiata vicino e un libro tra le mani.«Cosa leggi?» chiese Ginevra, prima di crollare sulla sedia.
«Niente di importante. Come stai?»
«Che domanda di merda.» risero leggermente entrambi, poi Alessio le pose il tè e un piattino con dei biscotti al cioccolato. «Oh, ti adoro!» disse Ginevra, prendendo il biscotto e portandolo alla bocca.
«Allora, oggi ti va di fare qualcosa?»
«Dici oltre a morire?»
«Sarcastica di prima mattina?»
«Mhh...» una fitta la colpì all'addome, facendola piegare in due. «Merda!» si alzò, guardò Alessio e poi il tè «So cosa farai tu. Andrai al più vicino minimarket e mi comprerai degli assorbenti.» Alessio la guardò attentamente, poi sorseggiò il suo caffè. «Ma sei idiota?! Ci devi andare ora!»
«Okay, okay... però tu calmati.» Alessio uscì di casa portandosi il cellulare e le chiavi della macchina appresso. Dopo cinque minuti tornò con una bustina in mano e la diede alla ragazza, che corse in bagno. Quando uscì si sdraiò sul letto e Alessio la seguì. «Allora...» iniziò il ragazzo.
«Allora...» disse la ragazza.
«Almeno sappiamo che non sei incinta.» Ginevra lo guardò malissimo prima di girarsi su un lato e dargli le spalle. Lui la abbracciò e lei si sistemò meglio tra le braccia di Alessio.
Le crisi di astinenza di Ginevra, dopo un paio di settimane, iniziarono a placarsi; certo, c'erano sempre e Alessio le dava sempre di meno. Stava male, lo sapeva, ma Alessio le rimaneva sempre vicino; la notte aveva degli attacchi di panico: si svegliava urlando e tutta sudata, allora Alessio l'abbracciava dolcemente, le dava un bacio sulla tempia e aspettava che si addormentasse nuovamente prima di crollare. La mattina, qualche volta, non riusciva a controllarsi, si arrabbiava inutilmente, buttava per aria le cose, ma Alessio era lì, la tranquillizzava come nessuno faceva mai. Parlò altre volte con il padre e poi piano piano tutto tornò alla normalità. Ginevra sorrideva, Alessio sorrideva, passavano del tempo assieme, organizzavano pic nic e altro.
Ginevra guardò, come ormai faceva da due settimane, quei biglietti aerei. La data, la destinazione... era così fortunata ad avere Alessio...
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This is everything I didn't say
ChickLitQuel CD trovato sul banco è diventata la sua colonna sonora, la colonna sonora della sua vita, delle sue scelte, dei suoi sbagli; quelle canzoni ci sono sempre state, durante le sue cadute, durante le volte nelle quali si è rialzata, mette andava av...