I sogni, per la maggior parte delle volte, restavano solo desideri inespressi. Desideri che bruciavano nelle vene, che offuscavano la vista, che tenevano vive le persone. Nathaniel si sentiva solo in parte in quel modo; era vero, il desiderio lo teneva in vita, ma delle volte non era abbastanza.
Si era sempre chiesto come fosse volare, cosa provassero gli uccelli nel guardare il mondo farsi piccolo ogni volta di più, ad ogni colpo d'ali che li trasportavano alti e lontani. Una risposta l'aveva trovata quando per la prima volta aveva danzato. Volteggiare aggraziato, come gli uccelli con le ali spiegate; muovere i passi con sicurezza, come il primo volo di un piccolo uscito dal nido; lasciarsi coinvolgere dalla musica e dalle emozioni, come facevano gli uccelli col vento, che si lasciavanoandare ovunque avesse voglia di trascinarli.
In quel momento dovette scrollare il capo per riprendersi dai propri pensieri.
Guardò il fotografo di fronte a sé e ricordò di non essere solo, di avere delle persone di fronte a sé che si aspettavano il suo meglio - e quello significava mostrare il suo miglior sorriso, i suoi occhi blu coinvolti in uno sguardo famelico, mostrare il suo bel fisico.
Anche se non era quello il suo sogno,era felice di fare quel lavoro. Mostrare la sua bellezza, giocare al più bello del mondo. Stava bene in quei panni, non gli andavano stretti, non gli procuravano fastidio; era solo contento.
"Oggi sei distratto più del solito" gli mormorò il suo collega - nonché migliore amico - dandogli una gomitata fra le costole. Il riccio si lamentò e lo guardò storto, ricordandosi di dover posare al meglio per quel servizio, se non voleva essere rispedito a casa. "Sono stanco, sono stato con una che non mi ha fatto chiudere occhio" sbuffò, poi gli appoggiòun braccio sulla spalla, mettendosi in posa. Il suo amico lo guardò perplesso ed il fotografo si congratulò per quella strana naturalezza; probabilmente era ciò che aveva ricercato sin dall'inizio. "Non mi prendi per il culo, Nate. Ti si legge in faccia che qualcosa non va" ed ovviamente, il castano si maledisse in mille modi diversi, perché odiava essere così tanto esposto agli occhi di chiunque.
Il discorso, in ogni caso, cadde nel momento in cui il fotografo fece entrare nell'inquadratura un terzo soggetto, e Nate la riconobbe come la fotomodella con cui era stato almeno un anno prima. Sua madre, ed i suoi amici, esageravano quando dicevano che si portava a letto troppe donne. Non era poi così tremendo come gli altri volevano far credere, si divertiva ogni tanto, quando ne sentiva più il bisogno, come ogni altro ragazzo sulla faccia della terra. Era umano, fatto di carne, di piaceri nascosti ed emozioni; quando si lasciava coinvolgere non c'era altro da fare che lasciarsi andare fra le fauci calde della propria libido.
Sapeva di essere il perfetto amante, perché tutte lo guardavano sempre affascinate ed attratte, sognando probabilmente di voler mettere su famiglia, come capitava spesso alle donne. Non se vantava mai però, perché non era più al liceo ed aveva ormai ventidue anni; c'era molto di più in ballo adesso.
"Ci sono degli scatti profondi, anche se non avrebbero dovuto esserlo. Però guarda qui, queste foto sono perfette" richiamò i tre fotomodelli e guardarono le foto dallo sfondo bianco, sul desktop. Nate si accorse dei numerosi scatti del suo volto in primo piano, i suoi occhi blu brillanti e pensierosi, le piccole smorfie e gli sguardi lontani anni luce dalla terra. Era incredibile come, anche quando era perso nei propri pensieri, le sue emozioni prendevano il sopravvento sopra ogni cosa. Piacquero anche a lui quelle foto particolari, quegli attimi catturati inconsapevolmente, quegli attimi in cui aveva pensato di essere altrove.
Il fotografo li mandò via qualche minuto dopo aver deciso quale utilizzare e Nate si rivestì, seguito dal suo amico Sebastian. "Quindi, non mi vuoi dire cosa èsuccesso?" gli chiese, con i capelli biondi tirati su in un ciuffo sbarazzino, e gli occhi verdi da fare invidia a chiunque.
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The Perfect Storm
Roman d'amour"Joris, se non vuoi che ti baci, stenditi per favore" In quel momento, il francese, si sentì in trappola. Era focalizzato sulla sua bocca a cuore, sul respiro lento e caldo del ragazzo, su una sua mano che risalì lenta su una sua coscia. E poi succe...