Prom King

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Aveva gli occhi che brillavano come diamanti. Fu quella la prima cosa che notò Nate quella mattina, guardando il suo migliore amico. Ed era rimasto tutto il tempo con quello sguardo perso, forse un po' incantato ed era certo che c'entrasse Arleen, perché ormai qualsiasi cosa riguardava lei. "Allora, mi racconti o no?" sbuffò dandogli un colpo sul braccio. La camicia di flanella che aveva addosso, aperta, gli lasciava il fisico in bella mostra e anche se il sole quel giorno bruciava, avrebbe preferito richiudersela, o magari indossare un bel maglione caldo.

"Nate, è assurda" mormorò, seguendo le indicazioni del fotografo. Per quella giornata, il servizio, si sarebbe svolto sulla spiaggia e le foto erano decisamente di una qualità migliore. Lo sfondo marino illuminava molto di più gli occhi di Nathaniel, mettendogli in mostra il colore intenso e forte; il sole gli scaldava il volto affilandogli meglio il profilo della mandibola. Sebastian, invece,era a petto nudo ed indossava solo un paio di jeans stretti e ciò che più si notava erano i suoi capelli resi biondissimi grazie al sole; fra i loro piedi un pallone da calcio.

"Pensavo fosse una da appuntamento romantico, sai quelle stronzate?, fiori, cioccolatini e cene. Invece abbiamo passato la serata fra cibo scadente e tequila" sorrise al ricordo, omettendo volutamente la parte in cui si era agitato tanto da aver cominciato a straparlare e a balbettare. Era bellissimo agli occhi di chiunque, non si vergognava a spogliarsi di fronte alle fotocamere, ma moriva dentro quando una ragazza che gli interessava veramente parlava con lui. "E poi? Te la sei portata a letto?" domandò il castano, arruffandosi il ciuffo di capelli, portandolo all'indietro, facendoci passare le dita in mezzo. Una ragazza dietro al fotografo - una stagista o cose del genere - lo guardò maliziosa, sfiorandosi le labbra più volte coi polpastrelli. Nate pensò che avrebbe potuto farsi lasciare il numero di cellulare, dopo.

"Poi siamo andati in spiaggia e-" si bloccò all'improvviso, tornando alla realtà. Si ritrovarono schiena contro schiena, Nathaniel con un piede nudo sul pallone ed il vento a far svolazzare la camicia attorno al suo busto. Il ragazzo incitò Sebastian a parlare con una gomitata sulla schiena, che fece mugolare il ragazzo infastidito. "E niente! Ha provato a baciarmi, ma non c'è stato nient'altro" sbrodolò, forse anche un po' imbronciato. Si beccarono entrambi un rimprovero, perché chiacchieravano decisamente troppo, e continuarono a scattare qualche altra foto nel silenzio. Nate iniziava a sentire il freddo sulla pelle, ma quell'effetto pelle d'oca pareva piacere molto di più al fotografo.

"Deve piacerti proprio tanto allora" fece a bassa voce, muovendo appena le labbra. Poi lo notò. Corrucciò la fronte, ma lo vide chiaramente. Joris, seduto sulla sabbia, con dei libri attorno e i suoi due amici presi dallo studio quanto lui. Barry stava di sicuro ripetendo qualcosa visto il continuo gesticolare delle mani, e la parlantina che gli arrivava alle orecchie ovattata. "Seb" lo richiamò infatti, "Arleen ed i suoi amici, sono qui" gli comunicò. Il ragazzo gli lanciò un sorriso di sbieco e poi pronunciò un "lo so" tutto soddisfatto. Nate sbuffò e scosse la testa, perché con molta probabilità era stato lui ad invitarla, e la ragazza si era portata dietro tutti solo per non sembrare un'emerita cretina.

"Ok, abbiamo finito! Potete rivestirvi" gli comunicò alla fine, gesticolando qualcosa. Nate gliene fu grato e corse ad acchiappare il suo bel maglione caldo, infilandoselo immediatamente sulla testa. Sebastian indugiò ancora un pochino, probabilmente solo per pavoneggiarsi. "Quanto sei idiota" lo rimbeccò, al che Sebastian rispose con una serie di insulti e poi rimproveri che vedevano Nate a provarci con chiunque fosse anche solo lontanamente disponibile. Il ricciolino lo colpì più forte e quello attirò l'attenzione dei tre ragazzi addosso.

Sebastian sollevò una mano e salutò Arleen, che ricambiò con un sorriso a trentadue denti. Nate notò Barry fare lo stesso e Joris sollevare appena una mano, mordendosi il labbro come se avesse paura di lasciarsi andare troppo. In quel momento, rivide il ragazzo disperato della sera prima alla finestra, con gli occhi lucidi, il labbro sanguinante, come se qualcuno lo avesse colpito. In un primo momento aveva davvero pensato di andare a bussare alla sua porta, ma non era certo di capire il perché dovesse, perché sentisse il bisogno di farlo. In fondo, non condividevano assolutamente nulla e Joris non sembrava uno che si sarebbe aperto facilmente.

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