Prologo

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[Ancora una volta ringrazio TattooOfLove per la copertina ❤]

Quella serata era così fredda che, respirando a bocca aperta, si veniva a formare un alone di vapore. L'uomo lo sapeva, per questo evitava di farlo, respirando col naso e il più silenziosamente possibile.

Il ragazzo era seduto su una panchina, intento ad amoreggiare con una giovane donna. L'intento era quello di attendere che finissero, per poi seguirlo sino alla confraternita e cogliere il momento migliore per sorprenderlo. Come sempre, riusciva a scrutare ogni dettaglio di ciò che vedeva, ogni minimo movimento, ogni battito di ciglia. Tutto, per non apparire banale, per non sbagliare. Il suo lavoro era facile, se svolto bene: doveva stare attento, sempre all'erta e in guardia, evitare di venire colto di sorpresa. In genere non era frettoloso, preparava le sue operazioni con settimane di anticipo. Ma, quella volta era diverso. Lui doveva colpire quella sera. Il rumore alle sue spalle non lo colse impreparato: si voltò, con l'arma alla mano, verso il cespuglio dal quale proveniva il movimento. Un uomo, evidentemente un professore, spalancò gli occhi alla vista del ragazzo, nascosto dietro i cespugli. Come al solito, il killer ragionò velocemente, nascondendo la sua Glock calibro 40 nei pantaloni.

-Cosa fai qui?- domandò il professore, sporgendosi a guardare la scena sulla panchina: i due ragazzi, ancora attaccati, che si baciavano liberamente.

-Sei un guardone? Lo sai che è vietato uscire la sera nel campus- disse, con un'aria minacciosa. Il ragazzo non rispondeva e questo fece arrabbiare l'insegnante, che gli afferrò il braccio sinistro.

-Ti porto dalla guardia del campus- disse, trascinandolo via. Il ragazzo si faceva spostare facilmente, ragionando sul da farsi. Era un danno collaterale, ma non l'avrebbe fermato dal portare a termine la sua missione. Estrasse l'arma e colpì il vecchio alla tempia da dietro, talmente veloce che nemmeno se ne accorse. Il professore si accasciò a terra, e il ragazzo si prese tutto il tempo per montare il silenziatore alla sua Glock e freddarlo con un colpo netto e preciso al cuore. Svitò il silenziatore e lo ripose nella giacca, reinserendo la pistola nei pantaloni e dirigendosi al suo appostamento, senza preoccuparsi di spostare il cadavere: l'avrebbero trovato la mattina seguente. Appena arrivò, notò che la panchina era vuota.

Merda, pensò, non può sfuggirmi. Devo portare a termine la missione.

Si diresse correndo sulla strada principale quando lo vide che salutava la donna, intenta ad entrare nei dormitori femminili. Si rassicurò: era ancora in tempo. Montò il silenziatore e si diresse, con passo accelerato, verso il ragazzo che, ignaro, si voltò per raggiungere la propria confraternita. Il killer raggiunse lo studente, che lo sentì arrivare da dietro: si voltò quando, a dividerli, vi erano solo una quindicina di metri. Lo studente sorrise, alla vista del killer.

-Cosa ci fai in giro a quest'ora?- domandò, andandogli incontro. Il killer si fermò, e alzò il braccio con l'arma impugnata. Il ragazzo spalancò gli occhi, poi scoppiò a ridere di gusto.

-Sei spiritoso, cos'è, una pistola ad acqua?- chiese, fermandosi. Era il momento: lo sentiva nel sangue. Le vene gli pulsarono dall'estasi, il membro gli venne duro al solo pensiero di ciò che stava per accadere. Con tutta la calma del mondo, premette il grilletto, vedendo lo sgomento negli occhi dell'altro. Era quella la sensazione che più lo mandava in estasi: quando si accorgevano che non c'era più nulla da fare, che sarebbero morti. Quando lo fissavano, sapendo di conoscerlo, e chiedendosi il perché di quel gesto. Sorrise, nel vedere che il proiettile centrò perfettamente il cuore del ragazzo. Si avvicinò al corpo esanime: lo scrutò, osservandone i particolari, scegliendo il punto perfetto. Decise che era il collo, così si chinò e, con un coltello, incise sul lato sinistro del collo della vittima tre semplici caratteri, che avevano un significato intrinseco di storia e che, ora come non mai, significavano una disperata necessità che tutti i lavori venissero compiuti e che i peccatori venissero puniti.

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