Capitolo 3 - Dalton Awking

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Il camino, posto in fondo al salotto, mostrava un fuoco ardente che riscaldava l'ambiente. Un tappeto si stendeva dal fuoco al tavolo, situato al centro della grande stanza. Attorno ad esso, tre divani da tre posti ciascuno, erano disposti a U, lasciando un solo lato libero. Le pareti erano costellate di quadri e scaffali contenenti libri. Tutto era perfettamente pulito e immacolato. Il ragazzo che ci aveva fatti entrare si godette la nostra reazione stupefatta nel vedere quella stanza adornata perfettamente.

-Rimanete qua novellini, vado a chiamare il capo- ci ordinò lui, non che avessimo la ben che minima voglia di addentrarci ulteriormente. Odiavo le confraternite, le trovavo infantili e inutili, delle inutili case in cui si facevano feste a cui odiavo prendere parte. Il ragazzo tornò subito, accompagnato da altre quattro persone. Li guardai uno a uno: non avevano la solita aria snob che hanno i membri di una confraternita prestigiosa. Sembravano... stanchi. Il primo a destra era bassino, un po' tarchiato. Aveva gli occhi verdi tendenti al giallo, i capelli scuri e vestiva elegante. Sembrava il classico quasi-laureando in legge. Il secondo era decisamente più alto, era il più grosso di tutti, con un fisico forse eccessivamente marcato, vestito sportivamente con una tuta della Adidas, aveva i capelli biondi, gli occhi marroni e la carnagione mulatta. Il terzo era di un'altezza normale, più o meno 1.75 come me, aveva i capelli rossi e gli occhi color miele. Il fisico era piuttosto asciutto. Era vestito in maniera molto semplice, con un jeans chiaro e una polo bianca. L'ultimo era sicuramente il più bello di tutti: aveva i capelli castani con qualche ciuffo colorato di blu, gli occhi erano bellissimi, grigi tendenti all'azzurro e il fisico era marcato ma non in maniera eccessiva. Sembrava leggermente più alto di me, probabilmente 1.80. Era vestito benissimo: i jeans neri attillati e un maglioncino grigio col colletto di una camicia che spuntava da esso. E, proprio quest'ultimo, si fece avanti:

-Fatemi capire se ho ben compreso. Voi vorreste iscrivervi alla Eta Beta?- domandò, fissandomi negli occhi e ammaliandomi con i suoi, bellissimi. Mi riscossi e distolsi lo sguardo dal suo.

-Sì- risposi, normalmente. Lui avanzò ancora e si posizionò esattamente di fronte a me.

-Perché volete iscrivervi qui?- chiese poi, titubante sul da farsi.

-Perché vi servono due nuovi iscritti entro oggi, e noi siamo gli unici due che sono venuti a proporsi- spiegai, azzardando. Non sapevo se altri fossero andati a proporsi, ma dovevo giocarmela. Lui sorrise.

-Questo è vero, ma non è quello che vi ho chiesto. Perché volete iscrivervi ad una confraternita?- spiegò, io risposi sincero.

-Perché ci servono, o meglio, mi servono i crediti in più che l'università dà agli iscritti alle confraternite. E non ho intenzione di andare in una fratellanza scialba o inutile. Quando faccio una cosa, la faccio per bene- le mie doti da futuro avvocato (si spera) si videro tutte. Lui annuì, guardandomi nuovamente negli occhi.

-La Eta Beta non prende nuovi iscritti da quattro anni. Quest'anno siamo costretti a farlo, ma non vuol dire che non pondereremo le nostre scelte. Il tuo ragionamento non fa una piega anzi, mi ricordi molto me cinque anni fa. Ma, iscriversi qui, comporta molto di più del vivere in una casa tutti assieme, condividere i pasti e fare feste. La Eta Beta è di più. Se volete iscrivervi, io non sarò contrario, ma dovete ragionarci. Se entrate qui, entrate a far parte di una vera e propria famiglia- ci ammonì lui. Io guardai Caleb. Aveva una luce negli occhi, qualcosa l'aveva convinto. Forse, il sentirsi parte di qualcosa. O forse la parte relativa alle feste. Non seppi il perché, ma lui prese la parola decidendo per entrambi.

-Ci stiamo- disse Caleb, io sorrisi, così come il capo della confraternita. Quest'ultimo si rivolse a noi nuovamente, presentando i nostri nuovi confratelli.

-Io mi chiamo Dalton Awking e sono il capo, come avrete capito. Il ragazzo che vi ha aperto è Jared Billboard, poi, il rosso alla mia destra è Blake Dowlant, alla sua destra Miguel Castillo e, l'ultimo, ma non per importanza è quello che chiamiamo "l'avvocato", Sebastian Powell. Benvenuti alla Eta Beta, Julian Murphy e Caleb Rapeheart- disse lui, io spalancai occhi e bocca.

-Come fai a sapere...- chiesi, o meglio, mormorai. Lui rise di gusto.

-Io so tutto- rispose, invitandoci a seguirlo attraverso il lungo corridoio che portava alle stanze al piano di sopra. Ce l'avevamo fatta: eravamo entrati.

Angolo autore:

Buonasera a tutte/i <3. Vi regalo un capitolo dopo la seconda prova di maturità di oggi. Vorrei sapere, a questo punto della storia, cosa ne pensate e come vi aspettate che continui.

Lorenzo <3

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