Quello sguardo è agghiacciante, non avevo mai visto degli occhi azzurri più chiari. O almeno, non sul viso di chi porta i capelli scuri.
Magari se li è tinti... ma che dico!Continuo a guardare il ragazzo, non parla, mi osserva e basta.
Quando inarco un sopracciglio, quasi a chiedergli ma che vuoi?, proferisce parola: «Ehi, scusa», la sua voce è profonda, parla quasi a sussurri.
«Sono in Inghilterra solo di passaggio, devo tornare in America e anche in fretta... mi puoi aiutare con questi?» Mi porge dei fogli da compilare, il passaporto ed il biglietto aereo. Vorrei dirgli che non so proprio come aiutarlo, che il mio aereo partirà a breve, ed invece mi accorgo che il suo volo è diretto proprio dove è diretto il mio, quindi fingere di essere in ritardo non funzionerebbe.Non posso non aiutarlo, quindi lo faccio sedere accanto a me, ed insieme compiliamo i diversi moduli stampati sui fogli. Quando finalmente finiamo, la voce al microfono informa i passeggeri dell'imbarcazione, è il mio aereo. O meglio, il nostro aereo. Ci avviamo entrambi, e prima di separarci, mi guarda, accenna un lieve sorriso, e mi saluta.
«Grazie, sei stata molto gentile», il suo tono è dolce. «È stato un piacere conoscerti», è l'ultima cosa che mi dice, ed io rispondo solo con un accenno di sorriso.***
Dopo aver preso posto, mi metto le cuffie nelle orecchie. Allaccio la cintura di sicurezza come consigliato al microfono e guardo fuori dal finestrino. Ancora nessuno ha occupato il posto accanto al mio, da una parte è meglio, preferisco fare il viaggio da sola, tranquilla.
L'aereo inizia a decollare ed io chiudo subito gli occhi. Non ho dormito una notte intera per cercare di dormire in aereo, ci metto un po' prima di prendere sonno. Di tanto in tanto riapro gli occhi, guardo al di sotto di me le grandi città inglesi, poi cambio la canzone della playlist, e torno a chiudere gli occhi.
Le lenzuola bianche mi coprono la pelle nuda, vestita solo di pelle d'oca. Il cuscino è impregnato del suo profumo, il quale mi arriva dritto al cuore. Tengo gli occhi chiusi, ma sporgo una mano sul lato accanto al mio, trovo lui. È ancora qui, ma non era andato via? Mi alzo a sedere sul materasso e tengo il lenzuolo contro il petto per coprirmi, mi sporgo verso di lui per baciargli una tempia. Intrufolo una mano fra i suoi capelli, glieli accarezzo, le mie dita si perdono fra i suoi ricci, adoro scompigliarglieli. Lo minaccio sempre di fargli i boccoli, stupido vero? Ha un'espressione così rilassata quando dorme, quasi intravedo le sue fossette. Gli accarezzo anche quelle, con il dorso delle dita sfioro le sue guance. Cosa darei per fermare il tempo, rivivere questo attimo all'infinito.
Si è svegliato, ora mi guarda, ora mi tira giù e mi bacia. Poggio la testa sul suo petto e lo stringo più forte, mi fai impazzire, suona la sua voce. Vorrei rispondere anche tu mi fai impazzire, ma la mia voce trema troppo, mi limito quindi a stringerlo maggiormente, gli bacio il petto.Se avessi saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima volta insieme, giuro, lo avrei amato di più. Mi sarei fatta baciare di più, gli avrei detto ti amo un po' più ad alta voce, gli avrei detto che anche lui mi faceva impazzire, lo avrei stretto più forte.
Quando mi sveglio, sento gli occhi umidi. Passo una mano sulla guancia e mi asciugo le lacrime. Credevo di averle finite, ed invece mi sembra di piangere ogni volta più forte. Tiro su con il naso e tolgo gli auricolari, la musica suona ancora, ma io la spengo. Metto il cellulare nella borsa e torno a guardare fuori dal finestrino, ma una voce attira la mia attenzione.
«Finalmente ti sei svegliata!», esclama. «Ho preso posto tre ore fa che già dormivi», mi dice, guardandomi con quegli occhioni azzurri.
Ancora lui? Ma siamo seri? Lo fa apposta?
Sbuffo fra me e me, scuotendo il capo. Alzo le spalle e torno a guardare fuori dal finestrino.
«Che caratterino!», lo sento brontolare.Mi lascio scappare uno sbadiglio, mi sfrego un occhio e mi guardo intorno. Non posso credere che siano passate solo tre ore. Controllo l'orologio, e sì, manca ancora più della metà del tempo prima dell'arrivo.
Il peggio è quando iniziano le turbolenze, mi tengo al bracciolo del sedile e trattengo il respiro, chiudo un occhio e con l'altro fisso un punto fermo. Ad ogni turbolenza, l'intensità aumenta, così come la mia ansia. Quando credo che ci sia la turbolenza più forte, rivolgo lo sguardo verso l'alto, abbandonandomi ad un sospiro affannato.
Poi sento una mano posarsi sulla mia, è calda, il suo palmo è ruvido. Guardo di scatto la mano del ragazzo accanto a me, sussultando sorpresa. Sfilo la mia, di mano, deglutendo agitata.«Scusami, volevo solo tranquillizzarti», dice. Io scuoto il capo, ed in effetti mi sento più tranquilla. Pare che anche le turbolenze si siano calmate, fino a cessare. Torno a posare il braccio sul bracciolo del sedile, la schiena contro lo schienale, e la fronte contro il finestrino. Chiudo gli occhi, faccio respiri profondi, e quasi mi sembra di crollare nuovamente in un sonno profondo.
Mi piacerebbe dormire a lungo e svegliarmi solo quando tutti i problemi si saranno risolti.
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Stay 2
RomanceSe NON hai letto il primo di Stay, allora inutile leggere questo, non capiresti. Ti invito quindi a passare prima da Stay 1, che trovi fra le mie opere. Se, invece, hai letto il primo di Stay, allora mi auguro che questo seguito ti piaccia tanto qua...