Capitolo 24

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La mattinata è volata in fretta.
Ne ho approfittato portandomi avanti nello studio mentre Tyler lavorava al computer.
Nel pomeriggio mi ha accompagnata a lavoro, poi non so dove sia stato lui, finché mi ha inviato un messaggio dicendomi che sarebbe venuto a prendermi fuori dal bar.
Ormai sta diventando un po' un'abitudine, mi accompagna a scuola, a lavoro, mi viene a prendere... non vorrei che pensasse che me ne approfitto. Accetto i suoi inviti solo perché mi sembrano gentili da parte sua, se non me li offrisse lui, non mi permetterei di disturbarlo.

Finito l'orario di lavoro, esco dal bar salutando Thomas. La macchina di Tyler è parcheggiata proprio davanti al bar, lo vedo appena esco. Lui mi fa un cenno con la mano ed io mi avvicino per salire in macchina. Mi stringo nel cappotto e sfrego le mani fra di loro.
«Che freddo stasera» dico.
«Buonasera anche a te, Cleo», mi sorride.
«'Sera» rispondo.
Lui accende l'auto, e ci metto ben poco a capire che ha preso una strada che non è quella che porta al nostro appartamento.
«Dove stiamo andando?» domando perplessa.
«A mangiare la pizza, ti ricordo che mi devi raccontare che ti sta succedendo» risponde.
Io sospiro, annuendo e rimanendo in silenzio per il resto del viaggio.

***

«Allora, adesso me lo dici?» mi chiede insistente Tyler. Sorridi annuendo.
«Okay okay, però con calma» gli dico dopo aver bevuto un bicchiere di acqua frizzante.
La pizza era veramente buona.
«Ci sono un po' di cose che non vanno, ultimamente» inizio. «Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati in aeroporto? Beh, stavo tornando in America dopo essere stata a Londra per il funerale della nonna. Mi manca così tanto, è sempre stata come una mamma per me, e non riesco ancora a realizzare il fatto che lei non sia più qui con me. Mi sento un po' sola.»
E così inizio a parlargli del mio rapporto con la nonna, del fatto che ho perso i genitori quando ero ancora piccola, il rapporto con gli zii, che Marta è incinta, che il padre del bambino - sì, è ufficiale, è un maschietto - non si fa sentire, e che ultimamente la gravidanza sta avendo alcune complicazioni. Gli dico che vorrei prendere un aereo e tornare a Londra per starle accanto, ma che allo stesso tempo vorrei completare l'anno ed evitare più assenze possibili. E poi, infine, gli parlo di lui.

«Credo di non aver mai amato nessuno come ho amato lui, forse è l'unico che abbia amato fino ad ora», sospiro. «Quella notte mi ha detto che mi amava anche lui, ed ora proverai pena per me, mi dirai che ti dispiace... ti prego non farlo, non compatirmi, non ne ho bisogno. C'è di peggio nel mondo, è solo che dire che c'è di peggio quando una persona sta male, è come dire che c'è di meglio quando una persona sta bene.»
Cerco di evitare il suo sguardo, tengo il viso chino e guardo il piatto vuoto davanti a me, mentre le parole escono da sole dalla mia bocca. Non mi ero mai sfogata tanto con una persona, non avevo mai raccontato tutta me stessa a qualcuno come questa sera.
«È solo che...», continuo, «se avessi saputo che quello sarebbe stato l'ultimo bacio, avrei fatto in modo che durasse di più. Se avessi saputo che sarebbe stato l'ultimo abbraccio, lo avrei stretto più forte. Se avessi saputo che sarebbe stata l'ultima notte insieme, non avrei dormito. Sarei rimasta sveglia a guardarlo, oppure a parlarci, ma anche il silenzio andava bene con lui.» Sorrido senza accorgermene. «Avremmo passato la notte a fare casino, oppure a fare l'amore, che poi, per noi, anche parlare significava fare l'amore. Era il nostro modo di fare l'amore. Facevamo l'amore solo a guardarci.»

Tyler mi ascolta senza dire nulla, senza fare domande, senza compatirmi, come gli ho chiesto io.
Alla fine del mio racconto, mi guarda negli occhi e mi porge una mano. «Andiamo a casa» mi dice.
Mi alzo, mentre gli rivolgo un mezzo sorriso addolcito, ringraziandolo in silenzio, e prendendogli la mano.

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Ecco il capitolo come promesso!
Questo, confesso, è un capitolo un po' triste per me. Ho ripreso alcune delle frasi che ho detto a qualcuno di importante, quindi come al solito sto cercando di mettere almeno una parte di me in ciò che scrivo.
Spero vi piaccia, al prossimo capitolo.

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