Capitolo 21

323 17 8
                                    

Il giorno dopo, entro a scuola tenendo lo sguardo basso, mi dirigo verso le macchinette per prendere un caffè prima di entrare in classe.
Sto aspettando che il caffè sia pronto, quando vedo Laila avvicinarsi a me.
«Ehi», mi saluta.
«Ehi», ricambio.
«Come va?» mi chiede.
«Solito» rispondo semplicemente. «Tu?»
«Tutto okay» mi dice. «Con il tuo coinquilino? Sono già tre giorni di fila che ti vedo venire a scuola con lui» continua.
«Avevamo iniziato male», alzo le spalle. «Ieri abbiamo fatto la spesa insieme, poi lui ha cucinato, abbiamo cenato e abbiamo parlato un po'».
«Gli hai detto che stasera vieni al dormitorio da me e Sarah?» mi domanda.
«È già venerdì?!» esclamo.
«Buongiorno Cleo, ben svegliata», mi sorride, agitando una mano come per salutarmi. «Entriamo in classe dai», scuote il capo divertita.
Prendo il caffè dalla macchinetta e mi dirigo con Laila verso la mia aula. Qui, mi siedo al mio banco e mando un messaggio a Tyler.
'Devo dirti una cosa'
'Io non sono stato!', risponde lui.
Ma che dice? Di cosa parla?
'A far cosa?', gli chiedo.
'Non lo so, ma qualsiasi cosa sia successa, si sia rotta, guastata o persa, io non sono stato'.
Sorrido scuotendo il capo, che idiota.
'Ma va, mi sono scordata di dirti che stasera e domani non sono a casa'
'Ah', risponde semplicemente. Neanche il tempo di visualizzare, che mi arriva un altro messaggio.
'E dove sei?', mi chiede.
'Ti interessa?', rispondo.
'No', e anche per oggi visualizzo e non rispondo.

Iniziano le lezioni, cerco di restare attenta e di prendere appunti. Ci riesco per le prime tre ore, ma quando inizia l'ora di matematica, mi vien voglia di dormire sul banco. Continuo a sbuffare, mentre il prof non fa altro che scrivere alla lavagna. Segna formule su formule, numeri su numeri che mi fanno venire l'orticaria.
Mentre sto osservando il cielo fuori dalla finestra, lo schermo del mio telefono si illumina. È Laila.
'Cleo non ne posso più, usciamo e andiamo in bagno, per favore? Ti devo raccontare una cosa' dice il messaggio di Laila. Ma proprio in quel momento il professore si gira, allora nascondo il telefono nell'astuccio e fingo di star scrivendo. Guardo Laila e scuoto il capo, e lei allora sbuffa. Sorrido e torno sul foglio, questa volta scrivendo per davvero gli appunti alla lavagna.

***

Quando finalmente la campanella suona per segnare la fine delle lezioni, io Laila e Sarah usciamo dalla classe insieme. Ci dirigiamo verso i nostri armadietti, lascio lì i libri per rendere la cartella più leggera, per poi uscire dalla scuola.
«Allora, che cosa mi dovevi dire?» chiedo a Laila.
«Te lo racconto stasera» mi risponde. Sarah mi guarda aggrottando la fronte, evidentemente non capendo.
«Tu lo sai già», Laila guarda Sarah facendo un cenno con il capo, come se si intendessero con uno sguardo.
«Mi devo preoccupare?» chiedo guardando prima l'una e poi l'altra.
«No, tranquilla» mi rassicura Laila.
«Okay...», annuisco. «Oggi finisco alle sei di lavorare, il tempo di andare a prendere le mie cose e sono qui» le informo.
«Passiamo alle sei davanti al tuo negozio, ti portiamo a prendere le tue cose e poi andiamo a mangiare qualcosa fuori» mi corregge Sarah.
Sorrido. «Okay, grazie» rispondo.
«Di nulla», parla Laila.
Dopo averle salutate, esco da scuola diretta alla fermata dell'autobus.

Arrivata al bar, entro salutando Becky.
«Ciao» le dico.
«Ciao Cleo», mi sorride mentre posa due bicchieri di aranciata sul vassoio.
Vado verso l'armadietto e lascio la cartella, torno al bancone e assaggio due patatine dal vassoio.
«Come va?» le chiedo.
«Bene» risponde. «Tu?»
«Tutto okay», alzo le spalle con indifferenza alla domanda.
«Porti questo al tavolo? Dopo ti devo chiedere una cosa»
«Che succede?» le domando preoccupata.
«Nulla di che», scuote il capo. «Allora, porti il vassoio o lavi i piatti?» mi chiede ironica. Io ridacchio e prendo il vassoio. Quando torno, mi appoggio al bancone.
«Allora?» le chiedo.
«Hai il numero di Tyler?» mi chiede. Grano gli occhi. Che? Perché lo vuole?
«Terra chiama Cleo!», mi sorride.
Scuoto il capo come per riportare l'attenzione alla realtà. «Si, ce l'ho», annuisco.
Quasi infastidita, prendo un bigliettino e ci scrivo su il numero di Tyler preso dalla rubrica del mio telefono, poi glielo porgo.
«Tieni»
«Grazie Cleo», mi sorride, per poi tornare a lavorare.

Stay 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora