Capitolo 33

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Alla fine non sono riuscita a parlare con Becky. La giornata è stata un continuo via vai, il bar era molto affollato. Ci sono giorni in cui restiamo dietro al bancone a parlare senza fermarci dato che non entra nessun cliente, ce ne sono altri in cui non trovi neanche il tempo di respirare. E anche se lo trovassi, mancherebbe l'aria per quanta gente c'è.
«Vabbè Cleo, me lo dici domani, okay?» mi ha chiesto prima di uscire dal negozio.
«Certo, a domani eh».
Non so se stasera riuscirò a godermi completamente la serata con Tyler, perché probabilmente continuerò ad essere assalita dai sensi di colpa; è per questo che avrei voluto parlare oggi stesso con Becky, così da levarmi un peso.
Comunque sia, ora devo pensare a stare bene questa sera. Sarà una cosa importante per me, e spero che lo sia anche per Tyler. Sembrava sincero... questa volta sento di aver preso una scelta giusta.

***

Qualcuno bussa alla porta della mia camera, mentre io mi sto finendo di preparare. Sto allacciando gli stivali neri alti fin sopra le ginocchia quando dico un «avanti» e la porta si apre.
«Sei pronta?» mi domanda Tyler, che se ne sta a fissarmi sulla soglia della porta. È davvero bellissimo stasera. Ha il ciuffo dei capelli che gli ricade sulla fronte, nascondendo appena appena gli occhi azzurri.
Indossa un paio di jeans ed una maglietta sportiva rossa, coperta dalla sua giacca nera in pelle.
Ai piedi porta un paio di Vans, e fra le dita di una mano stringe le chiavi della sua macchina.
«Sei già arrivato?» domando mentre mi alzo dal letto sul quale mi ero seduta, ed i pantaloncini neri si alzano leggermente, così mi preoccupo di riabbassarli.
Sotto i pantaloncini a vita alta indosso un paio di calze nere trasparenti, una maglietta bianca e attillata, ma semplice, ed infine un cappotto nero con chiusura unicamente a bottoni, abbastanza lunga da coprirmi le cosce.
«È un problema?» mi domanda Tyler.
«Assolutamente no, era solo una domanda» gli rispondo mentre abbasso la tapparella della mia camera, per poi passargli davanti ed uscire dalla mia stanza, lasciandolo imbambolato sulla soglia della porta, seguita dal suo sguardo. Perché lo so che mi sta guardando, oh si, sento i suoi occhi su di me, e la sensazione mi mette a disagio eppure mi diverte allo stesso tempo.
«Che fai lì, non vieni?» gli domando mentre apro la porta di casa, guardandolo. Lui annuisce e si avvicina, mi fa uscire in pianerottolo e spegne la luce prima di chiudere a chiave la porta di casa.
Raggiungiamo l'ascensore, e prima ancora che mi assalga l'ansia che in ascensore possa succedere qualcosa fra me e Tyler, vengono a farci compagnia una coppia di genitori accompagnati dai due figli. Tyler non fa altro che guardarmi con la coda dell'occhio, ed io faccio altrettanto. Ogni tanto mi sorride, ed una volta fuori dall'ascensore, mi cinge le spalle con un braccio, raggiungendo così il parcheggio.

Quando siamo in macchina, ormai quasi arrivati a destinazione dopo aver passato la maggior parte del viaggio a parlare della nostra giornata, mi viene in mente della festa di Madison e che mi piacerebbe che Tyler mi accompagnasse, così cerco un modo per aprire l'argomento.
«Cosa fai questa domenica?» gli chiedo.
«Ma signorina, già pensi a domenica? Intanto vediamo come va stasera.»
«Dai Tyler, sono seria. Sei libero domenica?», poso una mano sul suo braccio, guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore.
Lui sospira ed annuisce, allora io non perdo tempo a porgergli il mio invito.
«Il fratello di Sarah domenica compie gli anni e darà una festa, ci vieni con me?» gli chiedo proprio quando abbiamo raggiunto la nostra destinazione. Tyler mi guarda accennando un sorriso, dopodiché scende dall'auto e viene verso il mio lato per aprirmi la portiera.
«E va bene, ti accompagno» mi risponde mentre attende che io scenda dall'auto.
«Grazie, sono contenta che tu abbia accettato» rispondo mentre esco dalla macchina, Tyler chiude la portiera e poi mi prende una mano. Io gliela stringo, e tenendoci stretti per le dita entriamo nel grande centro commerciale che offre un'area completamente dedicata al cinema all'ultimo dei tre piani. Così prendiamo le scale mobili, ed una volta raggiunto il piano, ci mettiamo a fare la fila.
Fortunatamente il centro commerciale non è particolarmente affollato, e la cosa non è biasimabile data l'ora.
Adesso inizio a chiedermi che film Tyler abbia intenzione di vedere. Così glielo chiedo, e mi trovo piacevolmente sorpresa quando scopro che ci troviamo entrambi d'accordo: Fast and Furious.
«Credevo ti piacessero i film sdolcinati.»
«Dipende, alcuni film d'amore sono davvero belli, ma non sono il genere di ragazza che discute col ragazzo per vedere un determinato film», scuoto il capo, rassicurandolo ed avanzando man mano che la fila inizia a liberarsi.
Tyler non risponde, tuttavia accenna un sorriso di sottecchi. Poi si avvicina a me dal dietro, cingendomi il busto e chiudendomi in un abbraccio. Io allora appoggia la schiena contro il suo petto, rilassata.
«Non ho ancora parlato con Becky...» sospiro, pensando ad alta voce.
«Di cosa?» domanda Tyler perplesso.
«Di me e te», mi giro verso di lui; mancano solo due persone prima di noi.
«Perché dovrebbe saperlo, scusa? Non credevo che tu e lei foste così legate», nega col capo, per poi alzare le spalle.
«Ma tu non l'hai capito?» inclino in capo di lato, guardandolo stupida. Tyler, evidentemente, non sa che Becky è attratta da lui e che, ogni volta che Tyler entra nel bar, lei cerca di attaccare bottone. Eppure, persino un cieco si accorgerebbe di quel palese interesse.
«Cosa c'è da capire?» mi domanda Tyler mentre si gratta la nuca, non capendo. Io sto per rispondere, quando è il nostro turno per comprare i biglietti.

Una volta presi i biglietti, notando che mancano più di quaranta minuti all'inizio del film, esclusa la pubblicità iniziale, io e Tyler decidiamo di andare a mangiare un trancio di pizza. Ovviamente, lui fa storie per offrirmi la cena, e alla fine io cedo a condizione che la prossima volta sia io ad offrire.
Durante la cena io e Tyler parliamo tantissimo, finché noto che si agita particolarmente quando gli chiedo della sua famiglia.
«Non mi piace parlarne...» scuote il capo.
Io storto il naso, tuttavia allungo una mano sul tavolo per prendere la sua, scuotendo il capo. «Scusami» sospiro.
«Non fa niente» scuote il capo, stringendo la mia mano.
Finiamo la cena in silenzio, finché decidiamo di iniziare ad avviarci verso la sala del cinema in cui vedremo il film.
Tyler mi tiene per mano mentre camminiamo, e ogni tanto commentiamo qualche passante, ridacchiamo di qualcosa di bizzarro che abbiamo visto o detto, ed osserviamo insieme ciò che ci circonda.
«Devo andare un attimo in bagno prima dell'inizio del film» dico più a me stessa che a Tyler. Lui annuisce, accompagnandomi fino all'entrata del bagno, fermandosi dietro alla porta. Prima che io possa entrare nel bagno delle ragazze, Tyler mi prende una mano e mi tira delicatamente verso di lui, posando un tenero bacio sulle mie labbra prima di lasciarmi andare.

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Chiedo scusa per questo mio periodo di assenza, ma sono stata molto impegnata e sono successe un po' di cose; nulla di troppo preoccupante, ed ecco a voi il nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Un bacio!

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