Nel primo pomeriggio Tyler mi accompagna a lavoro.
Oggi sono decisa a parlare con Becky, nonostante Tyler ignori che lei ci abbia provato più volte con lui.
Trovo incredibile che lui non se ne sia accorto, è chiaro come il sole!
Si vede proprio che è un ragazzo.
Ma che c'entra?
C'entra, è un ragazzo e prima che capisca le cose c'è bisogno che uno gliele dica con tanto di illustrazioni.
Non sono tutti così.
Sarà, ma a quanto pare Tyler lo è.
Scuoto il capo e mi costringo ad azzittire la mia coscienza, che di tanto in tanto si fa sentire, dicendo un mucchio di cavolate.Entro in negozio dopo aver salutato velocemente Tyler.
«Passo a prenderti verso le sette, ceniamo insieme e ti accompagno a scuola?» mi chiede. Io approvo.
Una volta al bar, saluto Becky che sta per uscire dopo aver dato il cambio a Thomas. Per un pelo, sono arrivata giusto in tempo.
«Oh, ciao Cleo» mi saluta lei.
«Buon pomeriggio Cleo» dice invece Thomas.
«Ciao ragazzi» rispondo velocemente. «Becky, stai già andando?» domando e lei annuisce. «Prima posso parlarti un attimo? Faccio subito» le chiedo quasi col fiatone come se avessi appena fatto una corsa.
«Certo» concede lei, così entriamo nel piccolo spogliatoio dove ci sono gli armadietti. Lei si appoggia al suo con le spalle ed io poso la mia borsa nel mio, poi mi piazzo davanti a lei, ansiosa e un po' spaventata da quella che potrà essere la sua reazione.
«Premetto che non credevo che sarebbe successo, non potevo neanche immaginare che sarei arrivata fin qui, e mi scuso tantissimo già da ora. Qualunque sia la tua reazione la capirò, non intendo biasimarti, anzi...» comincio io, ma lei mi frena.
«Mi devo preoccupare?»
«Ti prego non interrompermi, potrei non riuscire più a dirtelo», lei annuisce silenziosamente. «Dicevo... mi avevi detto di essere interessata a Tyler, ed ora non posso non dirti che io e lui ci stiamo frequentando da pochi giorni. Volevo essere io a dirtelo prima che tu lo scoprissi da qualcun altro o che ci vedessi con i tuoi stessi occhi. È giusto che sia io a dirtelo, come amica ma anche come persona, per una questione di rispetto» sospiro dopo pochi istanti di silenzio.
Becky sembra alquanto sconvolta, ma poi scuote il capo e tenta di rispondermi.
«Non devi scusarti perché ti piace, e comunque tra me e Tyler non ci sarebbe stato nulla. Quando siamo usciti insieme, lui mi ha fatto chiaramente capire che non sono il suoi tipo di ragazza, il nostro rapporto non potrebbe essere altro che un'amicizia» lei scuote il capo. «Grazie per essere stata sincera» conclude.
Ora mi sento molto meglio, come se mi fossi tolta un enorme peso dallo stomaco, e fortunatamente il mio rapporto con Becky non si è rovinato. Almeno credo... insomma, vedremo in questi giorni come si comporterà, sarà facile capire quanto questa "notizia" la influenzerà.
La conversazione è finita così, poi ci siamo salutate e lei è uscita, mentre io mi sono cambiata per iniziare il mio turno.***
Il pomeriggio passa velocemente fra un ordine e l'altro; clienti più simpatici e cortesi si alternano a clienti più cupi e scorbutici, ma vanno trattati tutti allo stesso modo: "salve, cosa desidera? Sì certo, arriva subito. Ecco a lei lo scontrino, passi una buona giornata. Arrivederci."
Ormai ho imparato il copione a memoria, e sono rare le volte in cui il cliente o la cliente si siedono al bancone e cercano di fare due chiacchiere con me o con i miei colleghi. La maggior parte di loro sono persone anziane, e a volte mi viene da pensare che siano proprio loro a cercare qualcuno con cui parlare, perché magari si sentono soli. Quindi non posso non ascoltarli e assecondarli, mi sentirei terribilmente in colpa se così non facessi.
In ogni caso, alle sette precise la macchina di Tyler parcheggia davanti al negozio, ed io corro subito fuori dopo aver salutato Thomas.«Ciao» dico salendo in macchina.
«Buonasera signorina» mi saluta lui. Io mi sporgo per baciargli una guancia, poi mi allaccio la cintura e la macchina riparte.
«Cosa mangiamo?» domando. Ho veramente molta fame; il mio stomaco brontola e Tyler ride per il rumore che fa.
«A casa ho preparato un piatto di pasta» risponde.
«Che uomo di casa!» esclamo sinceramente.
«Non ti ci abituare però» ecco che subito Tyler frena il mio entusiasmo.
Durante il veloce viaggio parliamo di cosa abbiamo fatto quando non siamo stati insieme, poi esce l'argomento di mia cugina che ha partorito. Io gli dico che durante l'estate ho intenzione di andare a stare a Londra, e Tyler mi risponde che è perfetto: anche lui è di Londra, e anche lui aveva intenzione di passare l'estate lì.
«Come mai sei venuto fino in California?» domando curiosa mentre scendiamo dall'auto.
Tyler inizia a spiegarmi che la sua infanzia è stata abbastanza difficile, la vita a Londra gli è sempre stata stretta, e sua madre era tornata in America: il suo luogo d'origine.
Trovo strano che Tyler non mi abbia ancora parlato di suo padre, e quando lo nomino per chiedergli informazioni, lui risponde seccamente «Non mi piace parlare di lui.»
Entriamo in casa e Tyler sembra essersi rasserenato dopo che gli ho risposto che non gli avrei più chiesto di lui, ma temo che non sarà così.«Buon appetito» dice lui, ed io rispondo altrettanto.
La pasta con la pancetta ed i pomodorini è buonissima, si vede che è una "ricetta" inventata al momento, non l'avevo mai mangiata né sentita.
«Domenica mattina torno a casa, pomeriggio inizierà la festa. Possiamo andare con la tua auto o chiedo un passaggio a Sarah?» gli chiedo io.
«Tranquilla, ti vengo a prendere la mattina a scuola ed il pomeriggio andiamo con la mia auto», annuisce lui. Io mi alzo per sparecchiare e Tyler si alza con me per aiutarmi, poi io mi reco in camera per preparare la borsa con le mie cose da portare al dormitorio da Sarah e Laila.
Sono contenta di passare finalmente un po' di tempo con loro, e spero che Laila stia meglio.
Sinceramente, non ho ancora ben capito perché sia finita fra lei e Jace, ma forse quando mi ha detto tempo fa che doveva dirmi una cosa, si riferiva a questo. Poi non me ne ha più parlato, e purtroppo io mi sono scordata di chiederle di cosa mi doveva parlare...«Pronta?» Tyler entra in camera mia, restando appoggiato al muro con le braccia conserte.
«Pronta» annuisco, prendendo la borsa piena e spostandola sul pavimento. Poi inizio a piegare alcuni degli abiti che si trovano sparpagliati sul letto per metterli in ordine, allora Tyler si avvicina e cerca di aiutarmi, ma impacciato com'è, non riesce proprio a piegare una maglietta.
Allora io mi avvicino e gli rubo la maglia dalle mani, così gli mostro come si fa, ridendo di lui.
«Cosa ridi?» mi domanda da finto offeso.
«Io? Nulla, nulla» scuoto il capo, continuando a ridere.
«Che bugiarda!» dice, circondandomi con le braccia ed iniziando a farmi il solletico per farmi ridere più forte. Poi mi spinge sul letto, sempre tenendomi fra le braccia, mentre entrambi non riusciamo a smettere di ridere.È strano, se ci penso, a come siamo arrivati fin qui.
Quando ci siamo incontrati su quell'aereo, mai avrei immaginato che fra di noi sarebbe successo qualcosa, e non lo avrei creduto possibile neanche quando scoprii che sarebbe stato il mio coinquilino.
Trovo bello il mio rapporto con Tyler, è un rapporto pulito, semplice, d'intesa e che mi mette allegria.
È come quando passi un inverno freddo aspettando impazientemente che torni il sole con le lunghe giornate, e proprio quando meno te lo aspetti, inizia la primavera con gli alberi pieni di foglie verdi ed il cielo azzurro velato.~•~•~•~•~•~
Ecco il nuovo capitolo.
Spero tanto che vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate,
al prossimo aggiornamento. Un bacio!
STAI LEGGENDO
Stay 2
RomanceSe NON hai letto il primo di Stay, allora inutile leggere questo, non capiresti. Ti invito quindi a passare prima da Stay 1, che trovi fra le mie opere. Se, invece, hai letto il primo di Stay, allora mi auguro che questo seguito ti piaccia tanto qua...