Resta nonostante tutto

Capitolo 5

Passano anche le ultime ore tra chiacchiere con la mia migliore amica e noiosi esercizi. Suona la campanella e tutti escono, tutti tranne Colin e Leonardo. Li guardo un attimo e il mio migliore amico mi fa un sorriso come per dire -tranquilla, vai pure- quindi esco e mi dirigo verso il cancello. Saluto Margherita e vado verso casa. Metto le mie adorate cuffiette e mi perdo nel mio mondo, metto la riproduzione casuale e continuo a camminare. Amo camminare, è una cosa che mi tranquillizza molto, anche quando non sto molto bene o sono preoccupata o agitata per qualcosa esco di casa e cammino, cammino senza una meta precisa. Ed è proprio così che ho scoperto i posti più belli in cui spesso vado. Sono posti semplici, ma che nessuno conosce.

Ad un certo punto sento qualcuno prendermi per il polso e mi giro immediatamente.

E' quello stupido di Leonardo, mi ha fatto prendere un colpo e il cuore mi batte fortissimo, tolgo subito via il mio polso dalla sua presa e lui continua a fissarmi, questa situazione non mi piace per niente.

-Ma che cazzo fai? Mi hai spaventata e poi cosa stai facendo, mi stai per caso seguendo?-

-Scusa non volevo spaventarti. Ti ho chiamata, ma non ti giravi- poi continua la frase- Comunque no, non ti sto seguendo solo che abito in quella casa là infondo.-

Perché, perché tutte a me. Perché proprio lui doveva abitare nel mio stesso quartiere. Sapevo che stava arrivando qualcuno di nuovo ad abitare qui, ma non pensavo proprio lui.

-Ah- non riesco a dire altro e quindi mi è uscito solo uno stupidissimo ah.

-Tu dove abiti?- vorrei rispondergli che non sono cazzi suoi e che non deve rivolgermi la parola o altre cose simili, ma per educazione rispondo -Due case prima della tua-

Mi guarda, ma non dice niente. Mi sorride e a me scappa un piccolo sorriso e inizio ad arrossire. Ma cosa mi prende? Meglio chiudere questa conversazione.

-Bene, sono arrivata. Ciao- vado avanti e non mi giro. -Ciao Alice!- sento dire poi.