Capitolo 38

39 3 0
                                    

Sono le 05:00 del mattino ed io sono qui ,in questo motel.
Non riesco a chiudere occhio, pensavo che il mare potesse calmarmi, invece no. In questo periodo sembra che niente possa calmarmi.

Oggi non ho intenzione di andare a scuola, non cambierà niente se salto un giorno.
Devo tornare a casa prima o poi.
Devo ritornare da mia nonna, devo parlare con Margherita e anche con Leonardo.

Leonardo. Cosa gli dirò?
Non voglio farlo star male, lui non se lo merita. È davvero un bravo ragazzo, oltre ad essere bellissimo.
Lui mi ha capita, mi ha ascoltata, mi è stato accanto.
Ho paura, paura di perderlo.

Arrivo nel vialetto di casa.
Scendo dalla macchina e solo dopo pochi minuti mi accorgo che c'è qualcuno seduto sui gradini della porta principale.
Mi avvicino e riconosco quella persona.

-Cosa ci fai qui?-
-Dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare, non rispondevi nemmeno alle mie chiamate o ai miei messaggi.-
-Dove sono stata non deve interessarti.-

Cerco di aprire la porta, ma Colin mi blocca.

-Non cercare di scappare da me.-
-Non sto cercando di scappare, da te.-
-Allora cosa stai facendo?-
-Non sto facendo niente, vorrei entrare se me lo permetti.-

Si sposta da un lato, mi fa entrare, ma anche lui entra.

-Cosa ci fai qua?- gli chiedo
-Sono qua da questa mattina.-
-Perché?-
-Aspettavo che tornassi.-
-Bene sono tornata, ora te ne puoi andare.-

Lo guardo e non capisco a cosa sta pensando.
Lui non mi guarda, tiene lo sguardo fisso verso il basso e ha le mani in tasca.
Non ha un'espressione rilassata, anzi.
Forse è arrabbiato, preoccupato, ferito, ma forse non è niente di tutto ciò.

È semplicemente lui.
Ha sempre avuto un carattere particolare.
Non si arrabbia facilmente, non è testardo, si fida molto delle persone, è molto gentile e dolce.

È l'esatto opposto di me.
Me la prendo per ogni cosa, sono  testarda, non mi fido delle persone e non penso di essere ne dolce ne gentile.

Colin sta andando verso la porta e non so perché ma ad ogni suo passo, mi sento più male.

Vorrei fermalo, ma non posso.
Lui deve stare con Madison ed io devo stare con me stessa.
Devo pensare un po' a me.

Prima di andare si gira verso di me.
-Madison ed io non stiamo insieme.-

Se gli sguardi potessero uccidere, Colin sarebbe morto.

-Stai scherzando spero!-
-No, non scherzo. Io e lei non stiamo più insieme.- mi risponde scandendo bene le ultime parole.
-Senti Colin, non dirmi più bugie.-
-Non ti dico bugie.-
-Ieri sono venuta da te, volevo parlarti, avevo bisogno di parlarti.
Sono entrata in camera tua, ti ho visto sdraiato a letto con Madison.
Eravate li, attaccati l'uno all'altra.
Con che coraggio vieni qua oggi e mi dici che voi due non state più insieme?-
-Posso spiegarti!-
-No, non mi spiegherai nulla. Ti ho già dato una volta la possibilità di farlo.
Adesso basta.
Io mollo.-

-In che senso molli?-
-Sai, ho capito che non ha più senso lottare.
Non ne vale più la pena tutto questo. Non te ne accorgi, ma mi fai male.
Ed io di star male, non ne ho più voglia. Mi dispiace Colin.-

Senza dirmi una parola se ne va.
Fuori da casa mia e forse dalla mia vita.

Resta nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora