Capitolo 32

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Sono ferma, seduta sul questo gelido pavimento. Tutto attorno a me è fermo, calmo e tranquillo.
Ma nella mia testa si sta svolgendo una vera e propria guerra.
Quelle guerre che non si riescono a fermare così facilmente, quelle guerre tanto silenziose quanto potenti.
Quelle guerre che non uccidono, ma distruggono.

Troppi ricordi mi vengono in mente.
Tante persone dicono "se non uccide fortifica", ma io preferisco dire "se non fortifica uccide".
Perché tutti quei ricordi non mi stanno rendendo più forte, anzi mi fanno diventare sempre più debole, anche se non lo do a vedere.
Nessuno vuol far vedere le proprie debolezze.
Ed io, nel tempo mi sono costruita muri. Muri difficili da poter abbattere, ma un giorno arriverà la persona giusta che saprà buttarli giù tutti, pian piano.
Bisogna solo dar tempo al tempo.

Molte persone hanno paura di esporre i propri pensieri, i propri pareri.
Hanno paura di come possono reagire le persone, hanno paura di essere giudicate.

Io, invece ho paura di un'altra cosa.
Ho paura di non provare più sentimenti.
Non provare più rabbia, gioia, dolore, felicità, agitazione, amore..
Niente avrebbe più un senso, una persona senza emozioni è una persona persa, vuota.

Sento qualcuno che mi si sta avvicinando.
Leonardo si siede vicino a me, guarda avanti ed io decido di iniziare a parlare.
-Ero piccola, cosa vuoi che ne capisca una bambina di 3 anni?
Una bambina, con tutta la sua innocenza, la sua bellezza, la sua mentalità.
Avevo solo bisogno di una mamma ed un papà.
Due cose essenziali nella vita.
Ma sai, nella vita sono andata avanti solo con cose superflue, quasi inutili.
Non devono interessarti i dettagli, non voglio farti pena.
Devi solo sapere che mia mamma è morta e mio papà è scappato, lasciandomi sola.
Mia nonna è come un angelo per me, lei mi ha salvata.
Le devo tutto e per lei farei qualsiasi cosa.-

Non ci guardiamo negli occhi.
Lui guarda avanti, anche io, ma a differenza sua io ho lo sguardo perso nel vuoto.
Le parole mi sono venute fuori così, senza sforzo, in modo quasi robotico.

Lui non dice niente, sta pensando a tutto, non deve essere stato facile ascoltare le mie parole. Taglienti come una lama, ma fragili come una piuma.

Mi guarda e vedo che ha gli occhi lucidi, si avvicina a me e mi abbraccia.
Un abbraccio come questo vale più di mille parole.
Ho bisogno solo di questo, niente parole inutili, niente mi dispiace, solo un abbraccio.

Resta nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora