Perfect Imperfection #Wattys2018

Chapter 13.

Ormai erano passati giorni da quel bacio ed io ero sempre più convinta di odiare Cameron.

Riusciva a farmi uscire di testa: un minuto prima ti insultava, quello dopo ti diceva che eri fantastica.
Non lo sopportavo, non sopportavo il modo in cui mi guardava, in cui mi parlava.

Dopo quella sera non ci azzardammo a tirare fuori l'argomento.
Dovevo cercare di dimenticare l'accaduto, far finta che non fosse successo.

Quel giorno mi svegliai insultando la sveglia.
Mi preparai e uscì di casa senza fare colazione.
Era un freddo lunedì mattina e la pioggia minacciava di allagare le strade di Miami.
* Ottimo inizio giornata mi dicono dalla regia. *
" Non ti ci mettere anche tu. "

Entrai velocemente in classe. I miei capelli avevano deciso di diventare indipendenti. Fortunatamente ero entrata giusto in tempo prima che iniziasse a piovere a dirotto.
* Stupida umidità. *
Il professore di biologia entró in classe munito di galosce e impermeabile.
<< Bene ragazzi, tutti in giardino! >> esultó invitandoci ad uscire.
" Cosa?! " Sbarrai gli occhi incredula.
<< Aspetti prof., non salti a conclusioni affrettate. Fuori c'é il diluvio universale e lei vuole farci uscire per farci affogare nelle pozzanghere? Non vorrà che prendiamo un raffreddore vero? >> cercai di persuaderlo.
<< Meno lavoro per me, Smith. >> disse prendendo il registro alzando le spalle e ordinandoci di uscire.

Uscimmo pronti ad affrontare il nostro destino.
<< Bene, bene ragazzi. Siamo qui per osservare la formazione del muschio sugli alberi. >> ci aggiornó.
Potrei giurare di aver avuto una faccia completamente inespressiva.
* E questo a cosa cavolo ci servirà? *
" Bella domanda vocina. "

Feci scorrere lo sguardo tra i miei compagni.
Non potevo crederci. Ancora.
Era un falso senza cuore manipolatore seduttore. Ecco cos'era.
Cameron cingeva i fianchi di Charlotte che nel frattempo lo stava baciando.
" Certo che non c'é più un minimo di ritegno! "
* Gelosa? *
" Cosa? Io? Gelosa? Ahahaahah no! "
* Se lo dici tu... *

<< Ora avvicinatevi che formo le coppie. >> ci invitó il professore.
La classe si avvicinó. Arrivó il mio turno sull'elenco.
<< Allora...Smith e....vediamo vediamo...ah si, Dallas. >> disse facendo scorrere il dito tra i nomi.
" No! "
* Si! *
<< Ma Dallas é prima di Smith sull'elenco! >> esclamai.
<< Da quando insegno grammatica signorina? >> domandò scocciato.
<< Ma... Ma é ingiusto! >> protestai.
<< La vita é ingiusta mia piccola alunna e ora vada dal suo compagno. >> concluse.
" Non é giusto. Devo passare le prossime due ore sotto la pioggia e con Cameron! La mia vita fa schifo! "
* E ti lamenti? Sei proprio un'ingrata! *
" Zitta tu. "

Cameron mi si avvicinò.
<< Allora da cosa iniziamo? Dall'osservazione? >> chiese.
" Lo odio. Lo odio. Lo odio. "
<< Si va bene. >> dissi sbrigativa.

Non feci in tempo a rendermene conto che ci eravamo staccati dal gruppo.
Realizzai, dopo due anni, che il giardino di quella scuola era immenso. Quasi un bosco. Ci stavamo addentrando nel cuore di quella foresta artificiale.

<< Si può sapere dove cavolo stiamo andando? >> chiesi scocciata.
<< Si può sapere perché sei sempre così rompi scatole? >> chiese lui a sua volta.
<< Io non sono una rompi scatole! >> sbottai fermandomi e tirandogli un pugno sulla spalla che non lo smosse minimamente.
<< Oh si che lo sei. >> rispose annuendo convinto.
<< Bhe se per questo tu sei un idiota senza cervello ma non mi sto lamentando come vedi. >> aggiunsi sincera.
<< Tu sei manesca. >> rispose.
<< Imbecille. >>
<< Bisbetica. >>
<< Pervertito. >>
<< Secchiona. >>
<< Uomo delle caverne. >>
<< Bellissima. >>
<< St... >> " no aspetta cosa? "
Arrossì di colpo. Non potevo reagire così ogni volta che mi faceva un complimento.
Sorrise malizioso come al suo solito.
" Se n'é accorto! "
* Se ne sarebbe accorta anche la lumaca su quell'albero. *
" Di qualcosa Martina, avanti pensa... "
<< Guarda del muschio! >> dissi avvicinandomi ad un albero dalla corteccia muschiata.
Si avvicinò.
<< Tieni che provo a prenderne dei campioni. >> disse porgendomi i fogli con scritto ciò che avremmo dovuto recuperare durante la nostra uscita.