Chapter 7.

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Un'altra mattina all'insegna della noia. Era il secondo giorno di scuola e la mia voglia era pari al numero di stelle visibili in cielo (ed era mattina ). Entrai in bagno e poi scesi a fare colazione.

Trovai solo Sarah.
<< Mamma e papà? >> chiesi non vedendoli da nessuna parte.
<< Sono dovuti uscire prima. >> rispose indifferente. Per noi non era una novità trovarci a casa da sole. Ormai era la routine.
<< Com'é andata ieri? >> chiesi. Tornata dalla spiaggia avevo mangiato un panino e mi ero chiusa a leggere un libro in camera.
<< Bene dai. Apparte le frecciatine di Juliet rivolte verso me ed Hayes, tutto regolare. >> mi rispose. Hayes era il fratello minore di Nash e migliore amico di mia sorella. Avevano un rapporto abbastanza simile al nostro. Juliet era una Charlotte 2.0. Con la differenza che a lei piaceva tormentare mia sorella.
<< Lasciala perdere e pensa a goderti questi cinque anni. >> cercai di incoraggiarla.
<< Ci proverò. >> rispose.
Ci alzammo da tavola, sparecchiammo mettendo le tazze nel lavandino a andammo a prepararci.

Indossai dei leggins neri e una camicia a scacchi rossa. Per i piedi scelsi delle vans nere semplici, le mie preferite. Mi lavai faccia e denti e poi mi raccolsi i capelli in una crocchia disordinata per non averli tra i piedi. Misi il mascara e un po'di rossetto, come mio solito. Sciolsi i capelli, li pettinai, anche se senza successo visto che come al solito sembravo la nuova versione di Alex il leone. Recuperai il telefono, le cuffiette e lo zaino per poi uscire di casa. Mi diressi verso la fermata del bus.

Dopo un tempo quantificabile come l'eternità, arrivó, ovviamente pieno di studenti sbraitanti.
* Che voglia avete di urlare la mattina?! Io a mala pena riesco ad aprire gli occhi e spiccicare parole incomprensibili. *
Per questo ascolto la musica e anche perché so di non poterla ascoltare per il resto della giornata. Sentii tossire alle mie spalle.
<< Signorina Smith, buongiorno. >> disse ridacchiando Nash.
<< Buongiorno signor Grier, ma lei non aveva la macchina? >> chiesi. Nash era più grande di me di due anni. Ma poco importava. In più il cretino si era fatto bocciare un paio di volte, perciò era come se non ci fosse differenza.
<< Avevo. Prima che mia madre la riempisse di terra. Non si puó aprire la portiera che si viene sommersi da quella roba. >> rispose disgustato. Ridacchiai e gli offrì una cuffia. Ovviamente accettò. Ascoltammo Don't stop dei 5SOS. La ascoltavo tutte le mattine per svegliarmi perché mi dava la carica per affrontare la giornata. Arrivammo alla nostra fermata e scendemmo. Svoltammo l'angolo e ci trovammo davanti a scuola. Nash andò a cercare i ragazzi mentre io intravidi Gwen che stava parlando in disparte con Matt. Mi avvicinai.
<< Hey. >>
<< Ciao. >> mi risposero in coro. *Okay nascondono qualcosa. *
<< Che fate? >> chiesi. Ma poi due mani mi coprirono gli occhi. Erano sicuramente di un ragazzo, ma non riuscivo a capire chi. Tastai il suo polso. Aveva un bracciale in cuoio ed io conoscevo solo due persone ad averne uno, ma una di quelle era Matt che era davanti a me. Tastai la testa del ragazzo ed ebbi la conferma. Taylor.
<< Sei il mio abusatore di bandane preferito. >> dissi certa di aver azzeccato.
<< Giusto. >> rispose prima di farmi recuperare la vista e stamparmi un tenero bacio sulla guancia.
<< Ciao Tay. >> lo salutai abbracciandolo.
<< Hey scricciolo. >> rispose ricambiando l'abbraccio e ridendo per il nomignolo.
<< Taylor Caniff, smettila di chiamarmi così o ti castro! >> sbottai puntandoli l'indice contro.
<< Non lo faró mai a costo di dovermi nascondere subito dopo. >> << Non ti sopporto a volte. Gwen mi accompagni all'armadietto? >> chiesi.
<< Certo. >>rispose.

Detto ciò ci avviamo verso le scatole di metallo placcate in rosso. Arrivammo a pochi metri dal mio e davanti ad esso individuai...Cameron.
<< Buongiorno piccola e ciao Gwen. >> mi salutó quando mi avvicinai.
<< Cameron...hai bisogno di qualcosa? >> chiesi dopo averlo salutato con un cenno.
<< Sí, di sapere se il mio invito per oggi é ancora valido. >> rispose.
<< Quale invito? >> chiese Gwen perplessa intromettendosi.
<< Dopo ti spiego e comunque si. Davanti a casa mia giusto? >>
<< Sí. A dopo piccola. >> Perché non poteva chiamarmi Marty e basta?!
Cam se ne andò.
<< Martina Smith, quale invito? >> mi chiese Gwen con fare arrabbiato.
<< Ieri Cam mi ha chiesto di andare con lui alle rampe di skate. >> le risposi alzando le spalle con nonchalance.
<< Ma tu fai schifo con lo skate! >> replicó lei con una smorfia.
Una volta io, Gwen e Nash avevamo deciso di provare a salire su quelle tavolette di legno ed io, cadendo, avevo fatto cadere anche un povero disgraziato che passava di lì, rompendogli un braccio.
<< Sta volta cercherò di essere più attenta. >>
<< Si, speriamo che non ci siano altri feriti. >>

Ci incamminammo verso l'aula di Spagnolo quando lei si fermò di colpo.
<< Aspetta. Quindi Cam ti ha chiesto di uscire?! Io lo sapevo! >> esclamó iniziando a fare la sua danza "della vittoria" in mezzo al corridoio, attirando l'attenzione.
<< Smettila Gwen. Ti stanno guardando tutti. >> l'avvertì prendendola per un braccio.
Lei si fermò guardandosi intorno ed arrossendo dalla vergogna.
<< Okay, andiamo via da qui! >> si affrettó a dire correndo a rifugio nell'aula.

Entrammo in classe e sul mio banco trovai un biglietto con scritto:
' Non uscire con Dallas. Lui é mio. - L '
<< Ma dove siamo? In Pretty Little Liars? >> chiesi porgendo il biglietto alla mia migliore amica.
<< Hey no! Non voglio morire! >> rispose lei. Scoppiammo a ridere.

La lezione iniziò e trascorse velocemente.
Quando la campanella suonò, ci precipitammo fuori dall'aula.
<< Gwen vado un attimo al mio armadietto. A dopo. >> dissi.
<< A dopo. >> rispose.
Arrivai al mio armadietto e lo aprì. In quel momento un altro bigliettino mi cadde addosso. Lo lessi:
' Non riderai più tra poco... Ricorda di non uscire con Dallas. -L '
* Ma che cavolo?! * Chiusi l'armadietto e andai alla lezione di chimica.

<< Bene ragazzi. Ora aggiungete due grammi di estaratto di rame. >> disse il professore. Feci come mi era stato detto, ma qualcosa andò storto perché invece di diventare rossa, la schiuma iniziò ad aumentare a vista d'occhio.
<< Emh...prof?! >> cercai di richiamare l'attenzione del docente che quando se ne accorse ci ordinò di uscire fuori.
<< Tutti fuori. Svelti. >>
Appena ci richiudemmo la porta alle spalle, sentimmo l'esplosione. Dopo esserci accertati di poter rientrare, aprimmo la porta. Era tutto colorato di rosso e la mia postazione era piena di schegge provenienti dalle provette di vetro.




N/A= Hello fiorellini di campo! Come va? Spero bene! Allora...che ne pensate del capitolo? Lo so che non é un granché, però serve per capire la storia. Vi ringrazio per le views e per i voti! Love You So Much! Mi scuso per il ritardo (non rinchiudetemi nella Camera dei Segreti per questo ), ma é un periodo in cui sono piena di impegni e non ho un momento libero per respirare. Inoltre sono costretta ad aggiornare dal tablet, cosa assolutamente scomodissima!
Anyway, amatemi lo stesso e Ave atque vale, Nephilim.

P.S Domanda del giorno: visto che la #Perfectfamily sta diventando sempre più numerosa, come vorreste chiamarvi voi fan della storia? Fatemelo sapere, please.




















Cosa aspetti a votare!
























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!( non chiedetemi dove ho trovato la voglia per scrivere questa frase in questo modo, probabilmente nelle sorprese dell'ovetto Kinder.)

-Marty

Perfect Imperfection #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora