Ti volevo scrivere, ma non l'ho fatto. Ti volevo dire che si può tornare indietro, ma se non torni vuol dire che non vuoi. Ti volevo dire che si può sperimentare, che possiamo avere un'occasione. Ti volevo dire che le cose possono cambiare, che basta volerlo e si può ricominciare. Ti volevo dire che qui hai sempre due braccia che ti aspettano, che non faccio niente, non mi faccio sentire, ho accettato silenziosamente le tue scelte, non ho smosso il mondo, non l'ho fatto. E non chiedermi perché, non te lo saprei dire. Ti volevo dire che anche se non ti cerco, se non ti scrivo, se non ti chiamo , ti penso. Ti volevo dire che a volte mi viene da prendere quel telefono e scriverti, e perdonami se non lo faccio. Ti volevo dire che a volte vorrei lottare. Ti vorrei convincere che ne vale la pena, che potresti buttare tutto all'aria, ricominciare, e potresti non pentirtene. Mi ci porti? Al mare, dico, magari di notte, così ci stendiamo sulla sabbia e ci mettiamo a guardare le stelle, mi sa tanto che non ci credi ai desideri che si realizzano, nemmeno io sai, ma possiamo provare e vedere se è tutto vero. Portami al mare, stendiamoci sulla sabbia. Voglio avere la sabbia tra i capelli e tra le mani, proviamo a sfiorarci le labbra poi, se è tutto finito, se non c'è più nessun brivido prometto che andrò via! Ma non ci credo più di tanto eh... Lo sai che questo tipo di promesse non so mantenerle. Vieni a casa, prepariamo un dolce, buttiamoci la farina addosso, baciamoci mentre siamo tutti sporchi, giochiamo a nascondino, io mi nascondo dietro la tenda un po' trasparente e tu, anche se mi scopri subito, fai finta di non vedermi per un po', poi però trovami e baciami. Vieni e fammi vedere come a volte i sogni si realizzano.
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Il diario di una ragazza mentalmente squilibrata 1
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