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Mi capita spesso di immaginare la nostra generazione tra qualche anno. 

Magari nel 2080, ve lo immaginate il 2080? 

Vecchietti che si tengono per mano. 

Con i dread bianchi. 

Con i segni dei passati dilatatori sulle orecchie. 

Con i piercing al naso o sul labbro. 

Con i tatuaggi sulla pelle invecchiata con il tempo. 

Con i cappelli dell'obey. 

Vestiti con jeans e vans, immaginate? 

Vecchiette che si baciano e si amano. 

Con i capelli rossi, blu, verdi. 

Con i capelli corti o lunghi, con i dread anche loro. 

Con i piercing e i tatuaggi pure. 

Con il labret, con il trago, con l'elix o il medusa. 

Con l'Ipod sempre dietro e la musica a palla. 

Gemitaiz, Salmo, Low Low, Sercho. 

Mostro e i Bring me the horizon. 

Gli A day to remember. 

All time low. 

I blink 182. 

Con le Dr. Martens o le Creepers.

Con i leggins più disagiati della Tally Wejil.

Con la fogli di Maria.

Con i felponi.

Con i zainetti ricoperti di spille dei loro gruppi preferiti.

Con i ricordi dei concerti.

Vecchietti che ballano e cantano a squarciagola.

Che si perdono nei ricordi della giovinezza.

Le sigarette, l'erba, le cazzate.

Le prime esperienze, le abitudini.

Magari vecchietti a cui piace ancora leggere e riempire quaderni con i pensieri migliori.

Che sanno cogliere i dettagli e la sensibilità nel mondo.

Che guardano la lor pelle rovinata dai segni del passato.

Che possono dire "Ce l'ho fatta!"

Che possano dire di aver vissuto.

Dio, che generazione che siamo!

Il diario di una ragazza mentalmente squilibrata 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora