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''Ho imparato ad aspettare.
Ho imparato cosa vuol dire aspettare, cosa comporta,
ho imparato quanto mi manchi quando non ci sei
ma ho imparato a lasciarti andare ed aspettarti.
Ho imparato a lasciarmi andare ed aspettarmi,
con la paura di non vederci mai tornare
ma con la stupida speranza di
rincontrarci,
magari dove è ancora novembre e dormiamo con le coperte e le stelle sul soffitto,
magari dove ci si incontra a mani vuote ed occhi pieni
e aspettarci per me è diventato
la dolcezza più straziante che abbia mai provato
ma lo farò comunque e sappi che se non mi trovi mentre torni
sono qua, distesa tra malinconie inesistenti e sogni che si nascondono
e ci sono mille inverni futuri che ci aspettano
ma passeranno anche loro
e passeremo anche noi -l'uno sulla pelle dell'altro-
e c'è spazio anche per te
e ci sarà anche quando non vorrai più tornare
perché, devi saperlo, io credo che tornerai comunque ed io avrò sempre bisogno di te
e non riuscirò più a cantare finché non torni.
Sto scrivendo ora
mentre ti aspetto
qualcuno ci ha preparato una notte fredda pure in estate
per farci stare più vicini, quindi devi tornare perché mai vedrai una notte più bella
e mai io passerò una notte più bella se non con te
sempre e costantemente a splendere sui bui vicendevolmente.
Ti aspetto, qua, con un piccolo inverno in un cuore immenso
sperando nel calore delle tue dita
e so che sarà primavera.''  

Il diario di una ragazza mentalmente squilibrata 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora