Il diario di una ragazza mentalmente squilibrata 1

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Io spero che tu soffra. E che tu soffra tanto. E non mi interessa se mi dai della stronza e bastarda, ma non me ne fregherebbe comunque. Io spero che tu soffra, che tu stia male almeno per un po'. Almeno la metà di quello che io ho sofferto per te, lo spero. Spero che tu pianga quanto ho pianto io, per te. Che non sappia da che parte sbattere la testa, da stringerti fra le tue stesse braccia e tremare in piena estate. Spero che tu stia male da vomitare, da farti venire la febbre e tremare allo steso tempo. Spero che tu stia male per una persona, come io lo sono stata per te. Che tu ritrovi la stessa apatia che vedevo io fra le tue parole. La stessa. La stessa indifferenza e voglia di lasciar tutto marcire. Spero che tu stia male. E che tu soffra, come soffrono le persone che vorrebbero ma che non possono. Come io, che volevo salvare qualcosa, il nostro qualcosa. Spero che tu stia male, anche un minuto o un'ora. Vorrei che tu assaporassi i secondi che vive una persona incapace di poter fare altro. Vorrei che tu nemmeno piangessi, che ti mancassero le lacrime per mesi interi. Che ti ripetessero il mio nome all'infinito, fino a farti impazzire e scappare da tutti. Un minuto. Vorrei che tu lo passassi come ho passato io mesi interi. Solo così, perché l'unica cosa che avrei dovuto fare era quella di farti soffrire come avevo fatto io. L'unica cosa che dimentico sempre, prima di andarmene. Molto raro che faccia soffrire le persone, che mi metta d'impegno e le faccia star male di proposito. Mi pento di non averti fatto soffrire come avrei dovuto fare. Magari è stato meglio così. Io sono cresciuta e invece è giusto che tu rimanga la persona che sei sempre stata.