17° CAPITOLO

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Emma mi ha riso in faccia mentre pulivo il tavolo con una manica e tiravo fuori il bottino che avevo preso dallo studio di Victor.

Ha affondato le mani in quella roba con una certa avidità, indugiando sul vecchio ritaglio di giornale e sulla foto di Victor e Giselle. Victor non le mancava per niente e pensava che io fossi stata un'idiota ad andare a casa sua, ma quella ragazza non sa resistere a un rompicapo.

Ha rivolto l'attenzione alla piccola busta che conteneva un tovagliolino con la punta delle dita, disgustata, come se fosse una cosa che andava pulita con un disinfettante.

Ha rivolto l'attenzione alla piccola busta che conteneva un tovagliolino con la punta delle dita, disgustata, come se fosse una cosa che andava pulita con un disinfettante

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"Uuuh..."

"Lo so".

"Non è tuo?"

"Emma! Pensi che gli manderei un bacio di rossetto?".

Mi ha guardato da sopra gli occhiali.

"E poi io non metto quella roba rosso fuoco! Piuttosto mi farei ammazzare!"

Emma ha lasciato cadere il tovagliolino e ha raccolto le pagine dell'agenda di Victor. "È il numero di Carla?".

"Si. Non so cosa siano gli altri numeri, invece" ho detto indicando dove lui aveva scritto 1 4 o 5? 9 2 o 3?

Emma ha socchiuso gli occhi. "Ce l'hai un cellulare?".
Ho fatto cenno di si.
"Dammelo".

"Dov'è finito il tuo?" le ho chiesto mentre tiravo fuori il telefono dalla borsa.

"Aspetta" Emma ha preso il mio telefono, ha consultato l'agenda e ha digitato il numero di Carla, 408 236 2161.

"Emma!".

"Be', mica può rispondere, no?" Emma ha girato il telefono in modo che potessi sentire anch'io il messaggio della segreteria telefonica di Carla.

Una voce registrata ha detto: "Se desiderate ascoltare i vostri messaggi, digitate il codice d'accesso a quattro cifre".

Emma ha indicato il foglio dell'agendina. "Stava cercando di scoprire il codice di accesso di Carla per ascoltare i suoi messaggi".

"Oddio! Emma, sei un genio!".

Lei ha sorriso. "Sono o non sono PhoneGirl? Victor deve averla spiata mentre controllava la segreteria. Ti ha lasciato quattro possibilit, con il codice". Mi ha guardato impaziente.

"Ti aspetti che io entri nella sua segreteria telefonica?".

"Claro".

A quel punto ho visto la luce. "Ecco perché hai preso il mio telefono" ho detto. "Non volevi che sui tabulati della compagnia telefonica ci fossero tue chiamate alla segreteria di Carla, stronzetta che non sei altro!".

"Mi conosci troppo bene". Zero vergogna, zero rimorsi. "Direi che sarebbe meglio che facessi tu tutte le cose illegali. In fondo sei una ex ragazza fuori di testa. Alle giurie dei processi piacciono un sacco queste cose. Bella ragazza di buona famiglia viene trascinata in una Ragnatela di Intrighi...".

"Oh, piantala".

Ho beccato il codice giusto al secondo tentativo.
Abbiamo ascoltato due volte i messaggi: il promemoria di una riunione che Carla aveva con i suoi boss (e dalla quale non sarebbe mai tornata viva!) e il suono della voce disperata di Victor che la pregava di non dire a nessuno di un progetto segreto a cui lui stava lavorando.

"Santo cielo" ha sussurrato Emma.

"Ok. Vediamo un po'" ho detto io. "Punto primo: la Intrepid Biotech viene comprata e c'è un nuovo management in arrivo".

"Victor è preoccupato" ha continuato Emma. "Sta combinando qualcosa in laboratorio".

"È abbastanza chiaro dal messaggio. Se vai adesso alla Intrepid, ti rideranno dietro. E per quanto riguarda la tua idea di proporre la cosa alla Genetech e venderla al migliore offerente, ci farai soltanto licenziare tutti e due".

"Lei decide di farlo lo stesso" ha ipotizzato Emma. "Affronta Victor, come hai fatto tu ieri sera. E poi scompare". A questo punto rallenta un po'. "E poi annega. E poi le sparano".

Ci siamo guardate in faccia

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Ci siamo guardate in faccia.

"Non mi piace questa storia" ho detto. "Fa paura".

Ho composto il numero di Carla. Ho digitato il codice d'accesso e ho ascoltato di nuovo i suoi messaggi. Non so perché, ma sentire la voce disperata di Victor nella segreteria faceva sembrare tutta quella faccenda molto più reale.

Emma mi ha guardato da sopra i suoi occhialini rotondi. "Chaty, promettimi che resterai fuori da questa storia".

"Stai scherzando?" ho replicato io. "Mi prendi per pazza? Credi che voglia farmi sparare e annegare eccetera?".

"Allora non andrai a ficcare il naso a casa di Victor..."

"No!".

"...o a dare un'occhiata al suo aereo per vedere se è ancora nell'hangar...".

"Cavoli, hai ragione! Scommetto che ha preso l'aereo! Anche se la polizia ha il numero della sua patente, ci vorrà un po' prima che pensino di controllare l'aer...".

"CATHY!".

"Ops. Scusa". Ho chiuso le labbraattorno alla cannuccia della mia Coca e ci ho soffiato dentro qualche bolla."Non è che pensassi..."

"Prometti!"

"Prometto".

"Prometto"

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Il Diario di Cathy-  1° libroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora