Ho raccontato ad Emma della litigata con mamma e le ho fatto vedere il livido.
"Ci credo che ha pensato a un buco di siringa" ha commentato lei.
Mi sono sentita pervadere da un profondo senso di disagio.
"Emma, ascolta. Qualche giorno fa Victor mi ha portato in questo posto pazzesco che si chiama Musée Mecanique, al Molo 45. Siamo rimasti lì fino alla chiusura e poi Victor mi ha dato uno strappo a casa. È entrato e siamo rimasti su a parlare fino a molto tardi. Luci basse. Musica soft... Sai, quel momento in cui tu e un ragazzo vi accorgete che state per baciarvi, no?".
"Certo" ha detto con spuderatezza Emma.
[Sì, certo, come no...]
"Sì è proteso verso di me per abbassare la musica ed è arrivato quel momento. Sembrava che dovesse durare per sempre. La sua bocca è rimasta sospesa sopra la mia così a lungo che mi pizzicavano le labbra. E poi ha bofonciato: <<Cosa ne dici di una cioccolata calda? >>".
Emma ha sbattuto gli occhi. "Magari non gli piacciono le ragazze".
"Non so perché si è fermato! Comunque lui fa questa cioccolata fortissima e poi parliamo ancora un po' ".
"Ancora parlare?".
"Zitta. Io sono lì che aspetto di tornare alla vibra da bacio, solo che a questo punto mi viene un sonno pazzesco."
"Be', era molto tardi..." ha detto Emma.
"No, voglio dire, un sonno davvero pazzesco. Così ho deciso di darmi una mossa. Mi sono tirata su e gli ho messo una mano sul collo e mi sono chinata verso di lui..."
"E???"
"Sono caduta dal divano".
"Tu cosa?!".Stavo diventando rossa. "Sono caduta dal divano. Smettila di ridere, scema!". Ho preso il cuscino dal letto di Emma e l'ho colpita. "Non riuscivo a convincere i miei muscoli a fare niente. Era come quella volta che sono andata dal dentista e per sbaglio mi sono fatta tre valium".
"Quella si che è stata buffa" ha detto Emma con un tono assente, ma poi il sorriso le è sparito lentamente dalla faccia. "Quando ti sei svegliata avevi ancora i vestiti addosso?".
"Sì. Non è che abbia bisogno di drogarmi per..." mi sono sentita arrossire. "Insomma, lo sai, no? Gli bastava chiedere. Sono sicura che lo sa. Solo che non me lo ha mai chiesto. Ma la cosa strana è questa: quando mi sono svegliata il giorno dopo ero ancora vestita, ma ero al piano di sopra, nel mio letto. Ho cercato di alzarmi un paio di volte, ma mi sentivo così sballata che non ce la facevo proprio. Quando alle quattro del pomeriggio è suonata la sveglia di mamma sono riuscita a tirarmi su e ho fatto finta di essere stata tutto il giorno a scuola".
Attorno agli occhi e alla bocca di Emma sono comparse delle piccole rughe di preoccupazione. "Pensi che Victor ti abbia drogata?"
"Non ha senso. Però..." mi sono toccata il livido all'interno del gomito. "Quando mi sono svegliata, questo mi faceva male".
Emma ha sbattuto gli occhi. "Il braccio?".
Io ho annuito.
"E due giorni dopo ti chiama per dirti che non vuole più vederti?"."Già".
Emma ha fatto un giro a 360 gradi con la sua Sedia da Dirigente Scientifico, scalciando sovrappensiero. "Senti, a me le cospirazioni piacciono parecchio, ma se ti sei svegliata con i vestiti addosso e...ehm...senza segni di attività extra, probabilmente Victor non ti ha dato un sonnifero. Il segno sul braccio potrebbe essere una puntura di ragno. E per il fatto che ti ha mollata...".
"È troppo grande per sprecare tempo con me" ho cantilenato per risparmiarle la fatica. Ho cercato di colpirla di nuovo con il cuscino, ma lei lo ha bloccato con i piedi.
"Non mi hai detto che Victor riceveva delle telefonate da questa tizia con cui lavora..."
"Carla. Carla Beckman".
"Giusto" ha detto Emma. "Quindi probabilmente Victor ha solo deciso di uscire con...sai... un'adulta".
"Ehi, grazie tante".
"Sono qui per questo" ha ribattuto lei. "E adesso possiamo dedicarci alla nostra tesina?".
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Il Diario di Cathy- 1° libro
RomanceDi Stewart/Weisman Se non sei Emma non leggere questo diario! Emma, so che può sembrare una cosa assurda. Tu e la mamma vi starete chiedendo dove sono finita e quando tornerò. È per questo che vi ho lasciato le prove in una busta, nel caso succeda q...