Chapter 18

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[Jason=Jason Rothenberg, produttore di The 100 e pezzo di sterco.]
[Kim=Kim Shumway, sceneggiatrice di alcuni episodi di The 100]
[Bob=Bob Morley, Bellamy in The 100]
[Lindsey=Lindsey Morgan, Raven in The 100]
[Marie=Marie Avgeropoulos, Octavia in The 100]
[Maia=Maia Mitchell, attrice di The Fosters, amica di Alycia anche nella vita reale]
[Marny=Marny Kennedy, attrice, amica di Alycia anche nella vita reale]
[Rudy=Rudy Mancuso, musicista, attuale ragazzo di Maia Mitchell]
[Mercedes=Mercedes Mason, attrice, Ofelia in Fear The Walking Dead]
[Ricky=Ricky Whittle, Lincoln in The 100]
[Richard=Richard Harmon, Murphy in The 100]

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[Eliza]

Non mi aspetto nulla di buono da questa giornata. Stamattina ho preso un gran respiro appena scesa dal letto e mi son fatta coraggio...

La mia unica consolazione è che sono solo ventiquattro ore: devo solo lasciare che scorrano via. Una dopo l'altra. A volte, nuotare nella direzione giusta della corrente è l'unica soluzione possibile. Persino per una come me...

Siamo nella stanza di Lexa e ci prepariamo per la scena del bacio. Hai portato sul set un paio di amici: forse è per questo che ieri sera... Mi hai lasciata sola... Sono così abituata a noi due che ci cerchiamo, che quando non lo facciamo mi sembra tutto così imperfetto...

La tua amica, che pare si chiami Maia, non fa altro che squadrarmi. Difficilmente qualcosa riesce a rendermi nervosa, ma lei sta facendo la cosa sbagliata nel momento meno adatto.

Ti guardo, mentre sei alle prese con la truccatrice che dà gli ultimi ritocchi al tuo viso. Davvero le hai detto di noi? Non dovresti darci in pasto a chi non è in grado di capire... Sei stata davvero così sbadata? Siamo qualcosa che non è più solo nostro? Mi stringo nelle braccia come se una folata di vento freddo mi avesse investito.

Continuo a ripassare le battute nella mente, ma la mia faccia è contratta in una smorfia. Non c'è cosa che mi dia più fastidio di non potermi difendere... Io sono per gli scontri, per le grida in faccia, per i tavoli rovesciati. Ti prego, dimmi che non mi hai venduto... che non ci hai venduto per un po' di consolazione...

Il regista ci chiede un pollice all'insù per poter cominciare. Entrambe rispondiamo con lo stesso gesto. Mi guardi distrattamente prima di sparire dietro l'angolo della stanza. Non c'è distensione neppure in te. Mi chiedo come sia possibile che il pessimo lavoro fatto con la storia di Lexa ci abbia influenzato così nel profondo. Ci comportiamo come se stessimo processando realmente la mancanza di qualcuno. E' assurdo...

La scena parte. Faccio finta di cercarti nella stanza. Clarke avanza con la paura di non trovarti e... E di non poterti dire addio... Poi, ad un tratto, appari. Le tue mani sui capelli, il simbolo di Lexa in mezzo alla fronte, la tua espressione affranta: potrei restare ore ed ore ad ammirarti senza che i miei occhi siano mai sazi.

I giochi di luce sul tuo viso non hanno pietà di me e rendono la tua bellezza ancora più eterea. Mi chiedi quando partirò. La tua voce soffice ed incerta mi vibra dentro, come farebbe un violino in mano ad un artista malinconico. Ed i tuoi occhi... I tuoi occhi hanno dentro tutto il dispiacere di Lexa.

La mia bocca si asciuga proprio quando tocca a me parlare. "Now," ti rispondo. Posso farcela a non rovinare questa scena. Devo farcela. Mi avvicino. "I'm sorry..." Ti dico. La mia voce è bassa e profonda, ma non può aspirare alla delicatezza che tocca la tua. Mi sento come fuori dal mio corpo. Non vorrei essere Clarke ora, non vorrei doverti dire addio...

La tua voce torna come una carezza nelle mie orecchie: "Don't be. You have to go back to your people. That's why I..." Sento uno strappo in fondo al cuore. Pur conoscendo le tue battute, non c'è atomo in me che non sia sorpreso da quelle parole sospese. La mia mente torna a quando mi hai sussurrato io ti amo. Vengo attraversata nuovamente da quella violenta emozione. Non ora, non qui... Supplico me stessa di non farsi travolgere, ma è così maledettamente difficile.

3:30Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora