CAPITOLO 12

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Scendo le scale, e guardo ľora sono le 16.00 - Mamma, ho cambiato idea... bado io a Marco - le dico sullo stipite della porta della cucina. Lei che sta lavando i piatti sporchi si gira e mi guarda, - Ho già telefonato alla zia, non le posso dire di no adesso - mi risponde. Sbuffo, vorrei prendermi a cazzotti. Quando Francesco sarebbe arrivato, avrei potuto inventargli la scusa di mio fratello e chiudergli la porta in faccia... ma non posso inventarmi nulla, inoltre non posso impedirgli di venire qua, dal poco che lo conosco... è testardo, anche troppo. Dio! - Ma perché? - aggiunge mia mamma, scuoto la testa, - Nulla - le rispondo andando in camera. Devo studiare latino per distrarmi. Continuo a fissare tutte quelle pagine, mi lego i capelli in uno pocchio disordinato. Neanche quella stupida lingua riesce a togliermi di testa il problema di Francesco. Cosa vuole da me? Ritorno a cercare di memorizzare quelle scritte. Mi arriva un messaggio, "Sono venuto via adesso da casa di Miriam... passo da casa mia per farmi una doccia e poi arrivo da te, acidella!" leggo e sbuffo infastidita. Odio quel ragazzo. "Non puoi venire da me quando vuoi! e poi non sai nemmeno dove abito" gli scrivo spazientita. Lui non perde tempo a rispondermi, "Stai tranquilla acidella, so tutto... a dopo" mi risponde. "Ma cosa vuoi?" gli scrivo davvero veloce. Quando sono arrabbiata o irritata le mie dita, fanno a gara sulla tastiera del mio telefono. "Nulla, voglio solo infastidirti" leggo e sbuffo. Lancio il telefono sul letto e ritorno con il cervello sul libro. Ma la mia mente è totalmente occupata dalla stupidità di quel ragazzo. Non lo voglio qua a casa mia. Come fa a sapere dove abito? Perché mi perseguita così? Lo odio! Lo odio! "Ti odio acidella.." mi scrive nuovamente, come se volesse iniziare già da adesso ad irritarmi... il problema, è che ha iniziato dalla prima volta che ľho visto.

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