Quando i primi raggi del sole penetrarono nella stanza attraverso le tapparelle, Ingrid si svegliò disturbata dalla luce che le sfiorava gli occhi.
Andò in bagno per sciacquarsi il viso e sistemarsi i capelli. Poi rientrò in camera: erano le cinque e trequarti.
Non riuscendo a riprendere sonno e non sapendo cosa fare, decise di preparare lo zaino con un quaderno, il diario e l'astuccio, poi scelse gli abiti da indossare quel giorno: una maglietta nera, jeans grigio scuro e una felpa color prugna.
Compiti finiti, andò in cucina, perché la colazione era pronta.
La nonna l'accolse con un caloroso buongiorno, ricambiato, però, da un semplice cenno di saluto.
"Come stai?" la nonna cercò di iniziare un discorso mentre mangiavano.
"Male.".
Ci fu un momento di silenzio,poi la signora continuò:"Ho sentito che ti sei svegliata presto, hai anche gli abiti puliti addosso, sei eccitata per l'inizio delle superiori?".
"Non credo." Ingrid si alzò,appoggiò la tazza sul lavello e uscì di casa, senza salutare.
Quando fu fuori, si fermò a osservare il cielo coperto dalle nuvole:"Speriamo che piova." pensò. Prese la bicicletta e iniziò a pedalare. Mentre si dirigeva verso il liceo, iniziò a pensare al pomeriggio precedente, al parco, all'incidente e al ragazzo con gli occhi verdi che, in qualche modo, era riuscito a fermare una delle sue tante crisi:"E' stato stranissimo, ha pronunciato solo poche parole e sono riuscita subito a calmarmi. In più mi ha riportato la bicicletta, avrebbe potuto lasciarla là... Nessuno ha mai fatto un gesto così gentile per me; di sicuro, se lui fosse stato un mio vecchio compagno di classe, l'avrebbe lasciata sulla panchina e magari me l'avrebbe anche rotta, come è già stato fatto, d'altronde.".
Immersa in questi pensieri la ragazza si ritrovò presto davanti la scuola; era grandissima, ricoperta di vetrate che brillavano alla fioca luce del sole; davanti all'ingresso c'era un cortile lastricato, su cui spuntavano ciuffi d'erba, con alberi e panchine. Ingrid si sedette su una di quest'ultime e chiuse gli occhi. Qualche volta li apriva e riusciva a vedere ragazzi entusiasti per l'inizio della scuola, che si raggruppavano salutandosi per la prima volta dopo le vacanze estive o accogliendo un loro nuovo compagno.
Suonò la campanella e tutti gli studenti si incamminarono verso le loro classi. Anche Ingrid si alzò per raggiungere l'ingresso.
All'improvviso una professoressa con un camice bianco la fermò:"Buongiorno! Sono la professoressa Ragusa. Tu sei una nuova alunna, giusto?".
"Sì, buongiorno.".
"Sai già in quale sezione andare?".
"No.".
"Bene bene, dimmi il tuo nome..." guardò un fascicolo.
"Saili... Ingrid Saili."
La professoressa girò dei fogli e lesse alcuni nomi su di essi:"Montecchi... Mulsan... Saili! Perfetto sei nella sezione B. Ti accompagno alla tua classe, visto che molti dei tuoi compagni sono già entrati.".
"No,grazie posso andare da sola..." rispose la ragazza. L'insegnante stava per risponderle quando vide alcuni scolari che stavano correndo verso la scuola:"Anche il primo giorno di scuola dovete fare tardi? Ringraziate il cielo che neanche io sono in classe, sennò vi avrei già dato una nota!".
Ingrid approfittò di quella situazione per sgattaiolare nel corridoio; fece fatica a trovare la sua classe e, a un certo punto, pensò persino di essersi persa, ma riuscì a trovare la porta giusta. Dentro all'aula c'erano già un paio di compagni che chiacchieravano tra loro. La ragazza si sedette su un banco libero, ma subito si avvicinò un ragazzo seguito da altri due:"Spostati, questo banco è occupato!".
Ingrid non si fece intimidire e rispose:"Hai ragione, in fondo l'ho occupato io.".
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La Ragazza Del Parco {in revisione}
Teen FictionIngrid era una ragazza diversa dalle altre, tutti la ritenevano fredda e senza un cuore. Ma forse uno ce l'aveva, visto che durante il suo percorso scolastico incontrò persone che riuscivano a vedere del buono in lei. E una di queste, inoltre, le fe...