Capitolo 7

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Ingrid era seduta sulla sedia della scrivania e guardava il cielo ricoperto dalle nuvole grigie, gli alberi mossi dal vento e i passanti con i sacchetti della spesa; da una mano all'altra si passava una pallina anti-stress e aveva gli occhi lucidi; stava pensando a quello che era successo pochi minuti prima: dopo quel bacio aveva spinto Mirko lontano da se e gli aveva urlato che era una persona stupida, perché sapeva solo prendere in giro le persone.

Ingrid si spettinò i capelli con una mano e se li tirò come punizione per quello che aveva detto. Abbassò lo sguardo e notò un capello sulla scrivania, lo prese e lo studiò: era color rame. Allora si alzò e camminò verso il bagno, specchiandosi notò una riga colorata alla radice dei capelli:"Devo tingerli di nuovo.".

Aprì un'anta di uno scaffale vicino al lavandino ed estrasse una bottiglia color oro. Dopo un'oretta uscì dalla stanza con i capelli totalmente corvini.

Entrando in camera sentì un rumore di vetri infrangersi per terra proveniente dalla cucina; corse verso quel suono e trovò un bicchiere rotto sulle piastrelle e la nonna accucciata per prendere le schegge di vetro.

"Nonna, cosa hai fatto?"sbuffò Ingrid.

"Per sbaglio mi è caduto il bicchiere per terra, perché ho perso l'equilibrio."rispose la signora senza alzarsi.

"Cerca di non provocare troppo baccano! Mi hai disturbata!"la nipote si girò per tornare in camera sua, anche se intravide delle gocce di sangue in mezzo ai frammenti di vetro.

La sera, mentre mangiavano la cena, Ingrid chiese alla nonna:"Ti sei fatta male?".

"Sì, ma niente di grave."sorrise la vecchietta mostrando un dito fasciato da un cerotto.

Passò una settimana e la signora soffrì sempre più di vertigini.

Una mattina Ingrid uscì di casa di buon ora e arrivò presto a scuola, si sedette su una panchina e iniziò ad ascoltare della musica con gli auricolari.

All'improvviso il telefono squillò: sua nonna la stava chiamando, sbuffò:"Che c'è?".

Rispose una voce maschile:"Lei è la signorina Ingrid Saili?".

"Sì, sono io."la ragazza iniziò a preoccuparsi.

"Ed è la nipote della signora Maria Renato?".

"Esatto... Cosa è successo?".

La voce le spiegò la situazione, Ingrid sgranò gli occhi, chiuse il telefono e cominciò a correre; le sue gambe iniziarono a tremarle, ma non voleva fermarsi. Passo dopo passo arrivò a casa sua e trovò un'ambulanza con il portellone aperto.

Corse dentro l'appartamento e vide tre paramedici trasportare una barella con sopra sdraiata la nonna senza sensi.

"Nonna!"la nipote prese la mano della signora.

Un paramedico lasciò ai due colleghi il compito di portare la vecchietta dentro all'ambulanza e si rivolse alla ragazza:"Sei Ingrid, giusto? Una vostra vicina è venuta a trovare tua nonna, ma quando ha bussato alla porta ha sentito qualcosa cadere; preoccupata ha sbirciato dalla finestra e ha visto la signora sdraiata a terra. Ha chiamato subito l'ambulanza.".

Un altro paramedico lo chiamò:"Possiamo andare!". Allora il signore salutò la ragazzina:"Ora io vado; ti consiglio di andare a scuola, potrai venire a trovare tua nonna nel pomeriggio.", le appoggiò una mano sulla spalla e uscì di casa.

Ingrid rimase ferma immobile e, appena la porta si chiuse, iniziò a piangere e singhiozzare:"È tutta colpa mia! Dovevo capirlo. E' tutta colpa mia!".

Uscì di casa per raggiungere l'ospedale, ma non trovò le energie necessarie per camminare e si lasciò cadere davanti al portone; rimase seduta sul tappetino azzurro davanti all'uscio.

La Ragazza Del Parco {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora