Capitolo 2

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Il telefono squillò, facendo vibrare la scrivania. La mano di Ingrid prese quell'oggetto rumoroso e lo scaraventò sul letto. Poi impugnò la matita e continuò a scrivere. Gli occhi della ragazza erano concentrati sull'esercizio, quando il telefono squillò una seconda volta.

Allora Ingrid si alzò, lo prese e lo scaraventò a terra, rompendolo.

Quel rumore fece spaventare la nonna, che corse subito in camera dalla nipotina:"Cos'è successo? Ti sei fatta male? Stai bene?".

Ingrid strinse i pugni e gridò:"Lasciatemi studiare!", camminò verso la porta e chiuse quest'ultima davanti alla vecchietta, che rimase ferma spaventata.

Quandola nonna riaprì bocca per chiedere se c'era bisogno di aiuto, la ragazza le urlò di stare zitta.

Ilgiorno seguente arrivò a scuola in ritardo. Quando aprì la porta della classe per entrare, i suoi compagni rimasero zitti, fissandola a occhi sgranati.

Ingrid indossava vestiti stropicciati, aveva i capelli spettinati e due curve marroni sotto gli occhi; rimase ferma per un paio di secondi per riprendere fiato dopo quella corsa, poi, senza dire niente, si sedette al suo banco.

Alla ricreazione Alice chiese subito alla sua amica come stesse, la ragazza rispose:"Sto male, come sempre.".

"Però oggi sei diversa.".

"E allora? Sono semplicemente rimasta sveglia più del solito.".

"Ancora con questa storia! Te lo ha detto anche la prof: non sforzarti troppo, sennò peggiorerai!".

"Malo so, solo ieri sono rimasta sveglia fino a mezzanotte.".

"Allora l'altro ieri, o tre giorni fa? Ti ho pure chiamata al telefono per accertarmi che tu andassi a dormire presto, perché non mi hai risposto?".

"Ma chi sei? Mia madre? Lasciami in pace, se quello che sto facendo è sbagliato, allora pagherò le conseguenze, ma fino ad allora continuerò a fare quello che voglio!"Ingrid se ne andò via scocciata.

La lezione continuò normalmente e la ragazza finì pure per addormentarsi durante la lezione.

Una mattina Ingrid uscì di casa come al solito, solo che, quel giorno,quando aprì la porta d'ingresso, si trovò davanti Alice e Francesco.

Rimase ferma immobile, ma subito si chiuse il portone alle spalle e,sistemandosi lo zaino, si diresse verso la sua bicicletta.

Il ragazzo, che prima aveva le mani in tasca, montò prima di lei sulla bici per non farla salire.

"Spostati."disse con aria scocciata Ingrid.

"Oggi non vai a scuola."ribatté il suo compagno di classe.

Poi si aggiunse Alice:"C'è sciopero.", questa volta la ragazzina non sorrideva, anzi aveva un'espressione preoccupata e seria sul suo volto"Non puoi andarci.".

"Cosa volete da me? Lasciatemi stare! Devo andare a scuola!"Ingrid cercò di spingere Francesco giù dalla sua bicicletta, ma senza risultati:"E poi che ci fa lui qui?".

La ragazzina le si avvicinò:"Gli ho chiesto aiuto, perché sapevo che da sola non sarei mai riuscita a convincerti.".

"Convincermi di cosa, scusa?".

"Non andare a scuola; anche noi, in fondo, la salteremo. È per la tua salute: vieni in giro con noi! Vedrai che ti farà bene!"le scappò una risata, in fondo Alice non poteva rimanere tanto tempo senza sorridere.

Così Ingrid fu costretta a saltare le lezioni, ma, ben presto, si rese conto che ne valle la pena, ovviamente non facendolo notare usando unaria annoiata.

La Ragazza Del Parco {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora