Capitolo 6

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Dal finto appuntamento, Ingrid non rivolse più la parola a Mirko per varie ragioni: si sentiva imbarazzata, arrabbiata e triste quando quel ragazzo era vicino a lei. Lui, invece, si comportava ogni giorno normalmente, come se nulla fosse accaduto e, forse, sorrideva di più, perché non veniva più infastidito da Luisa.

Alice iniziò ad accorgersi dello strano comportamento dell'amica e decise di fare qualcosa per lei:"Ingrid, posso disturbarti?"chiese un giorno quando la scuola finì.

Ingrid annuì e la ragazzina continuò:"Ho notato che in questi giorni sei senza energie, ma non voglio chiederti cos'hai, perché so già che non mi risponderesti.".

"E se questa volta volessi risponderti?"la compagna camminò dritta senza guardarla.

Alice,sorpresa, iniziò a ridere:"Davvero?".

Ingrid si fermò:"No. Comunque cosa vuoi?".

La ragazzina non sembrò offendersi:"Giusto. Stavo dicendo che ti ho visto un po' strana, quindi voglio aiutarti a cambiare!".

La sua amica alzò gli occhi al celo, sospirò e riprese a camminare,però venne fermata dalla vocina divertita:"Ti prego. Dopo pranzo vieni a casa mia!".

"Non so dove abiti."fu la risposta.

Alice insistette:"Allora verrò io a casa tua e ti porterò nel mio appartamento.".

A quel punto Ingrid non poté ribattere e accettò.

Dopo pranzo salutò la nonna e uscì di casa. Non c'era ancora nessuno,quindi si appoggiò al muro vicino alla porta e aspettò.

Dopo un quarto d'ora Alice arrivò correndo e, ancora col fiatone, puntò il dito verso di lei:"Eccomi. Non puoi dire che io abbia fatto tardi perché non abbiamo scelto un'ora precisa per ritrovarci qui,va bene? Andiamo.".

Ingrid sorrise, alzò le braccia in segno di resa e la seguì.

Camminarono molto e in tutto quel tempo parlò solo Alice, descrivendo i suoi genitori e la sua tartaruga domestica che si trovava sulla sua scrivania nella camera da letto.

"Siamo arrivate!"esclamò fermandosi davanti a una porta bianca; dalla tasca del giubbotto prese delle chiavi e ne inserì una dentro la serratura. Quando aprì la porta le fece cenno di entrare mentre gridava:"Siamo a casa!".

Davanti all'ingresso si posizionarono due persone: sua madre e suo padre, che si presentarono molto gentili.

Le due compagne entrarono nella camera di Alice. I muri erano pitturati di un colore giallo acceso, vicino a una parete era posizionato un letto a castello e, dall'altra parte della stanza, un armadio e una scrivania.

Il volto di Alice si rattristò:"La mia tartaruga è ancora dal veterinario, sembrava malata e forse lo è.", ma si illuminò subito:"Sono sicura che non è niente di grave, Lilla è molto forte!".

Ingrid rimase sorpresa dalla positività dell'amica, poi si guardò intorno:"Hai un letto a castello, pensavo che tu fossi figlia unica.".

"Lo sono. Io dormo nel letto di sopra, quello sotto è per qualche amica che potrebbe venire a dormire da me. Fin'ora non è venuto nessuno."poi si girò verso la compagna:"Perché non rimani a dormire qui oggi? Domani è domenica!".

Ingrid tossì e sviò il discorso:"Perché sono dovuta venire a casa tua?".

Alice sfoggiò un sorriso furbetto e corse verso l'armadio; dopo un po'tirò fuori un sacchetto di carta:"Al mare ho visto che abbiamo quasi la stessa corporatura, così ho scelto qualche mio vestito da farti indossare.".

La ragazza sgranò gli occhi:"Stai scherzando, vero?"e indietreggiò verso la porta.

"Assolutamente no!"l'amica corse vero la porta, la chiuse a chiave e si infilò quest'ultima nella tasca dei pantaloni:"Ti prego! Sei sempre vestita di nero! Sarai colorata solo davanti a me e non scatterò nessuna foto.".

La Ragazza Del Parco {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora